Archivio del Tag ‘Il Fatto Quotidiano’
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Giapponesi traditi: Fukushame, vergogna criminale
Limiti di esposizione alle radiazioni alzati di 20 volte per risarcire meno famiglie, fusioni del nocciolo taciute, migliaia di animali abbandonati e costretti a morire di fame e stenti. Sono solo alcune delle “vergogne” giapponesi raccontate in “Fukushame. The lost gardens of Japan”. Un titolo inglese per un documentario tutto italiano, fra i primi al mondo a descrivere la situazione all’interno della “No Go Zone”: area fantasma che, creata dal governo nipponico ed evacuata subito dopo la tragedia dell’11 marzo 2011, separa con un muro di radioattività crescente la centrale di Fukushima Daiichi dal resto del mondo. Un problema ambientale, ma anche politico e sociale. «Le popolazioni locali sono trattate come oggetti», denuncia il regista Alessandro Tesei. Anzi, «oggetti fastidiosi».
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Terremoto elezioni, frana mezzo secolo di pace e fiducia
Bisogna capire cosa sono i terremoti elettorali in Francia, Grecia, Germania, Italia. Anche perché è solo un inizio, e sbagliare giudizio sarà pericoloso. Io credo che abbiano un epicentro comune: si chiama rottura del patto sociale europeo. Chi l’ha prodotta? Una rivoluzione, quella dei banchieri, cioè il passaggio finale, formale, della politica nelle mani della finanza internazionale, di quelli che Luciano Gallino chiama i “proprietari universali”. I popoli europei, raggirati prima e adesso bastonati senza pietà, cominciano a reagire. Per ora confusamente. Ma cominciano a capire. E cosa vedono? Vedono che i partiti tradizionali, tutti, destra e sinistra, cui avevano fatto riferimento negli ultimi cinquant’anni, mancano all’appello. Perché hanno tenuto bordone, hanno taciuto, sono complici. Per questo gli elettori li abbandonano (cominciano ad abbandonarli).
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Avigliana Città Aperta: un passaporto per l’Italia che verrà
«L’unico requisito necessario affinché il male si diffonda, è che le persone per bene non facciano nulla». Fiorenza Arisio, psicologa clinica specializzata in ergonomia, fa un lavoro sperimentale: grazie all’interfaccia l’uomo-macchina, cerca di far “parlare” gli esseri umani coi computer, per sconfiggere le disabilità motorie. Ora però a “parlare” sono state le urne elettorali: che il 7 maggio 2012 hanno premiato “Avigliana Città Aperta”, di cui Fiorenza è uno dei volti. Cittadini mobilitati per il bene comune: la loro lista No-Tav ha clamorosamente respinto l’attacco delle potenti nomenklature del Pd, del Pdl e dell’Udc, coalizzate contro gli eredi di “Piazza Pulita”, il gruppo di “eretici” che da 19 anni resiste alla guida del più importante centro della valle di Susa. Fiorenza Arisio cita Gaber: «Libertà è partecipazione». E da oggi, Avigliana è laboratorio politico nazionale.
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Rigore, anche l’Onu ci boccia: sofferenze inutili e dannose
“Rigore” fa rima con recessione, anticamera della depressione. Specie nell’Europa meridionale, «nei paesi che hanno maggiormente cercato l’austerity», la situazione economica «ha continuato a peggiorare», facendo crollare l’occupazione. A parlare, testualmente, di “fallimento”, sono nientemeno che gli analisti delle Nazioni Unite. Una dura sentenza: le politiche fondate sui tagli selvaggi alla spesa sociale promossi dall’Europa guidata da Merkel e Sarkozy, cui ora – buon ultimo – si accoda anche Mario Monti, sono «incapaci di stimolare gli investimenti privati». Per gli economisti dell’Ilo, l’International Labour Organization dell’Onu, nel corso del 2012 il numero dei disoccupati nel mondo aumenterà ancora, raggiungendo la cifra di 202 milioni di persone contro i 196 attuali. Il problema principale: accesso al lavoro sempre più difficile, per i giovani.
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No-Imu, rivolta fiscale contro la “patrimoniale dei poveri”
Primi segnali di rivolta nell’Italia ricattata dai poteri forti della finanza mondiale, che hanno imposto il governo Monti per tagliare la spesa sociale fino a pretendere la follia del pareggio di bilancio: lo Stato non più sovrano e ridotto a campare di tasse, senza poter più investire un solo euro sui cittadini. Il primo a sollevarsi è stato Paolo Barnard: «Sbagliato pagare le tasse per un totale che superi il 40% del Pil, il saldo deve restare attivo a favore della popolazione», tenendo conto che oggi la spesa pubblica sfiora il 50% del prodotto interno lordo. Se Barnard propone una “autoriduzione” orizzontale dei tributi, la battaglia politica si concentra sull’Imu, l’imposta sulla casa che resuscita l’Ici: abolirla fu un errore, dice Monti, rimproverando Berlusconi. Proprio la rivolta contro l’Imu viene ora agitata da Roberto Maroni, che spera di far dimenticare gli scandali della Lega. E il Piemonte di Roberto Cota sarà la prima Regione italiana a “licenziare” Equitalia. Concorde persino il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.
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In Svizzera 50 miliardi evasi: Monti non li vuole incassare
I soldi sono lì, a portata di mano, facili da incassare. E tutti in una volta, senza stare a racimolare un miliardo qua e uno là tra accise sulla benzina e i blitz utili, e spettacolari, come quello di ieri della Guardia di Finanza negli agriturismi in vista del ponte del Primo maggio. Nelle casse delle banche svizzere si stima ci siano almeno 150 miliardi di euro degli evasori italiani e lo Stato potrebbe prendersene fino a 50. Ma al governo non sembrano interessare. “Full compliance”, piena conformità. È questa l’espressione che toglie ogni alibi al governo Monti. Nella conferenza stampa di mezzogiorno del 17 aprile il commissario europeo alla Fiscalità, Algirdas Šemeta, spiega ai giornalisti che gli accordi di Gran Bretagna, Germania e Austria con la Svizzera sono compatibili con il diritto comunitario . E quindi nel 2013 produrranno i loro effetti.
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Da cabaret i moniti della casta: ma Grillo l’han creato loro
Le accaldate dichiarazioni dei politici su Beppe Grillo sono uno spettacolo impagabile, da scompisciarsi. Tutti contro uno, come contro la Lega delle origini. Sono talmente terrorizzati da non notare la ridicolaggine di un’intera classe politica, seduta su 2,5 miliardi di soldi pubblici camuffati da rimborsi, padrona del governo e del Parlamento nonché di tutti gli enti locali, ben protetta da Rai, Mediaset e giornaloni, infiltrata in banche, assicurazioni, aziende pubbliche e private, Tav, Cl, P2, P3, P4, ospedali, università, sindacati, coop bianche e rosse, confindustrie, confquesto e confquello che strilla come un ossesso contro un comico e un gruppo di ragazzi squattrinati, magari ingenui, ma armati solo delle proprie idee e speranze.
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Torino-Lione, record folle: la ferrovia più cara della storia
La Torino-Lione, l’infrastruttura “strategica” più inutile d’Europa, sta per centrare un altro clamoroso record: sarà probabilmente l’opera pubblica più costosa del mondo. Una follia: 628 milioni di euro per ogni chilometro di ferrovia. Lo afferma un autentico specialista come Ivan Cicconi, autore del “Libro nero dell’alta velocità” e direttore di “Itaca”, istituto nazionale per la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale, che offre consulenza tecnica alle Regioni italiane. In un intervento sul “Fatto Quotidiano”, Cicconi ripercorre la pazzesca cronistoria della Torino-Lione, progetto ancora “fermo” solo grazie alla strenua opposizione della valle di Susa. Vent’anni di ipotesi di tracciato, accordi Italia-Francia e strette di mano, senza mai una spiegazione chiara: tutti i dati dicono che quella linea non servirà mai a nessuno. Eppure, niente ferma il balletto delle cifre: quelle ufficiali e quelle “reali”, che prospettano un autentico suicidio finanziario.
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Postini licenziati a migliaia, mentre l’azienda fa utili record
Poste a gonfie vele, ma postini a casa: nonostante gli utili che sfiorano il miliardo di euro, Poste Italiane si prepara a licenziare quasi duemila dipendenti. Parola d’ordine: “razionalizzare” l’organizzazione del lavoro. In piena crisi, l’amministrazione privatizzata delle poste non guarda in faccia a nessuno e si prepara a lasciare senza stipendio 1.765 persone. Per ora, ad essere interessate dai tagli sono 5 regioni: Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Basilicata. Dal 2013 in poi, la “razionalizzazione” delle zone di recapito dovrebbe investire tutta Italia e portare – secondo la Cgil – a qualcosa come 12.000 “esuberi”: entro un anno, una vera propria ecatombe per i dipendenti delle Poste, che si ritroveranno disoccupati.
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Avviso a Monti e Bersani: la Francia boccia la loro Europa
L’Europa è stanca: di “rigore” si può morire, e non se ne vede il motivo. Mentre l’Olanda andrà ad elezioni anticipate, in mancanza di un accordo politico “lacrime e sangue” per rispettare i diktat di bilancio del Fiscal Compact – lo Stato obbligato a ridurre ulteriormente la spesa sociale per contenere il debito – il primo turno delle presidenziali francesi punisce “Merkozy” e premia sia la sinistra di François Hollande che l’estrema destra di Marine Le Pen, entrambe contrarie alla “dittatura della Bce”. A differenza dell’Italia, dove Pd e Pdl al riparo di Mario Monti eseguono alla lettera il programma di austerity imposto da Bruxelles, o della Spagna, dove il neopremier Mariano Rajoy applica le durissime direttive di Francoforte, da Parigi ad Amsterdam la scure tecnocratica dell’eurocrisi sembra destinata ad incontrare un ostacolo imprevisto: la politica.
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La casta che ha ucciso la politica ora la chiama antipolitica
Allarme “antipolitica”: di fronte al verdetto dei sondaggi, ora la casta ha paura. Bersani, alleato di Berlusconi nel sostegno al governo Monti, finge di stupirsi del successo annunciato per il movimento di Beppe Grillo. E persino Vendola, a metà del guado – tra la foto-ricordo del summit di Vasto e la tentazione di smarcarsi dal vecchio centrosinistra – oggi taccia di “populismo” l’ex comico genovese. Il momento è cruciale: Monti sta smantellando quel che resta del nostro Stato sociale, inaugurando una restaurazione autoritaria epocale. E alla disaffezione degli italiani – solo uno su due alle urne, stando alle intenzioni di voto – si aggiunge anche il disgusto per la tangentopoli leghista, mentre chi ieri strillava contro le cricche e le caste oggi sostiene il “governo dei banchieri” insieme a Silvio Berlusconi.
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Massimo Fini: addio Bossi, tramonta l’ultimo politico vero
La Lega è un prodotto del più grande sconvolgimento avvenuto in Europa nel dopoguerra, il tracollo dell’Unione sovietica, che portò alla fine di un Impero, alla liberazione dei ‘Paesi satelliti’, delle Repubbliche baltiche, alla riunificazione della Germania, alla disgregazione della Jugoslavia. Più modestamente in Italia molti elettori che per decenni avevano votato, turandosi il naso, per la Dc, il Psi, il pentapartito, scomparso il pericolo comunista, rivolsero la loro attenzione a questo movimento strano e nuovo, nel linguaggio, nei contenuti, nei programmi e nella dichiarata intenzione di dare battaglia alla partitocrazia, alle sue pratiche clientelari e lottizzatrici, alla sua corruzione di sistema. Contro la Lega i partiti, le tv, i giornali (tutti, perché tutti erano compromessi con la Prima Repubblica) organizzarono un fuoco di sbarramento quale non si era visto nemmeno all’epoca delle Brigate Rosse.