Archivio del Tag ‘scrittori’
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Erri De Luca: in montagna, per staccarmi dal suolo
Che ci fa uno di Napoli in montagna? Be’, ci aggiunge la sua porzione di eredità. Ho avuto questa dote, delle montagne, da mio padre – anche lui napoletano, arruolato nel corpo degli alpini. E durante la guerra ha passato il tempo della malora in montagna, sulle montagne dell’Albania. Non ha portato indietro niente, di quei racconti; non ha potuto raccontare niente; ma le montagne, quelle montagne sì, le ha potute raccontare: quelle montagne gli hanno salvato il tempo della malora.
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Saviano: la paura e il potere anarchico della parola
Com’è possibile che delle semplici parole possano mettere in crisi organizzazioni criminali potenti, capaci di contare su centinaia di uomini armati e su capitali forti? E come è possibile che uno scrittore, coi suoi libri, possa insidiare il potere di clan capaci di fatturare miliardi di euro l’anno e di dominare territori vastissimi? Risposta: è la parola, a mettere paura. Non lo scrittore in sé, né il suo libro. La parola, innanzitutto: «Quel che spaventa è che qualcuno possa d’improvviso avere la possibilità di capire come vanno le cose». Se poi lo scrittore si chiama Roberto Saviano, ecco che tutto si fa ancora più chiaro.
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Moresco: tribù culturali, per guarire l’anomalia italiana
Ogni volta sembra che si sia toccato il fondo, ma non so per quale meccanismo perverso il pavimento si sfonda sempre più e si aprono delle voragini impreviste. La concentrazione del potere e l’assenza di leggi indispensabile per farvi fronte hanno portato a questo imbarbarimento dell’agone politico e della società. È come se si fosse creata una bolla che ha colonizzato l’immaginario collettivo, i media e tutte le varie forze ed energie, permettendo solo una crescita smisurata e perversa della dimensione politica e della vita.
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Slam X, l’altra Milano: belle parole per la rivoluzione
«Da questa città tutto se ne sta andando. Prima l’editoria, poi la musica, adesso la moda. Milano sta cercando di sbarazzarsi di tutte le realtà che nel passato l’avevano arricchita». Lo dicono i creativi indipendenti dell’Agenzia X, che lanciano una due giorni assolutamente inedita per l’ex “capitale morale”: si chiama “Slam X” ed è una chiamata alle arti rivolta a scrittori e musicisti, autori emergenti e big come Genna, Scurati, Dazieri e Moresco. Tutti sul palco del centro sociale Cox 18, il 28-29 novembre, per reading musicali destinati a lasciare il segno: «Per fare rivoluzione servono belle parole».
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Scrittori liberi, Le Monde difende Tabucchi da Schifani
Le democrazie vive hanno bisogno di individui liberi. Di individui coraggiosi, indipendenti, indisciplinati, che osino, che provochino, che disturbino. È così per quegli scrittori per cui la libertà di penna è indissociabile dall’idea stessa di democrazia. Da Voltaire e Victor Hugo a Camus e Sartre, passando per Zola e Mauriac, la Francia e le sue libertà sanno quanto tali libertà debbono al libero esercizio del diritto di osservare e del dovere di dare l’allarme di fronte all’opacità, le menzogne e le imposture di ogni tipo di potere. E l’Europa democratica, da quando è in costruzione, non ha mai cessato di irrobustire la libertà degli scrittori
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Le Alpi a Bruxelles con Tino Aime, pittura e video
Si intitola “L’attesa” il video con il quale Libre accompagna la visione poetica delle Alpi interpretata dall’artista piemontese Tino Aime, che presenta a Bruxelles una grande esposizione antologica in programma all’Espace Wallonie dal 19 novembre al 24 dicembre, nel cuore della “capitale” europea. Pitture, incisioni e sculture che documentano la lunga indagine di Aime sull’intimità del paesaggio alpino: il linguaggio silenzioso di vecchie case spolverate di neve, tra i monti illuminati dalla luna. E’ la cifra più autentica di Aime, schivo cantore della perduta civiltà alpina, in bilico tra la desolazione dell’abbandono e l’incanto della bellezza.
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Carlo Grande: la scrittura sincera, antidoto contro il caos
Penso che ogni giornalista, in fondo, accarezzi anche l’idea di scrivere dei libri. Ma gli spazi di buon livello sui giornali e nell’editoria non sono molti. Si devono avere – innate – sensibilità, curiosità, attenzione per gli altri, sguardo profondo e non superficiale per le storie “vere”, che hanno qualcosa di simbolico e toccante. Sono cose indispensabili per chi vuole fare narrativa. Poi si diventa scrittori con il lavoro, l’attenzione, l’umiltà, il dialogo, il coraggio di ascoltarsi e criticarsi fino in fondo, l’esercizio costante. La vera lotta di uno scrittore, diceva Bukowski, è con se stessi.
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Anni di piombo, Fofi: l’eterno ricatto del terrorismo
Il bel libro sul padre scritto da Benedetta Tobagi, la fiction di De Maria “La prima linea”, la ristampa del bel libro di Licia Pinelli sul marito Pino, il saggio storico di De Luna sugli anni settanta sono solo alcuni dei tanti titoli recenti o recentissimi che evocano i nostri “anni di piombo”, quelli nei quali uno come me si svegliava la mattina con la paura di leggere sui giornali la notizia di un morto ammazzato dai terroristi – Brigate rosse o Prima Linea non cambiava niente – o di qualche terrorista ammazzato dalla polizia che in qualche modo aveva conosciuto o sfiorato.
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Camorra e capitalismo, le domande mai poste a Saviano
Davanti a quasi tre milioni di telespettatori, ospite l’11 novembre di Fabio Fazio in una puntata speciale di “Che tempo che fa”, Roberto Saviano ha parlato dei libri che ama. del valore della testimonianza e di scrittori perseguitati come Ken Saro-Wiwa, Varlam Salamov e Anna Politkovskaja. «Saviano offre numerosi spunti ai suoi critici», osserva Alessandro Gnocchi sul “Giornale” diretto da Vittorio Feltri. «La difficilissima condizione in cui si trova a vivere a causa della camorra diventa talvolta uno strumento per evitare di rispondere a eventuali osservazioni».
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Grillo: non fermerete la rivoluzione della verità
Kamikaze della perestrojka: così lo staff di Gorbaciov etichettò, all’epoca, l’oscuro e ambiguo Boris Eltsin, che strattonava l’uomo del Cremlino per affrettare le riforme e poi, una volta al potere, instaurò la “democratura” di Mosca, in seguito corretta – a modo suo – da Vladimir Putin. Non corre quei rischi il kamikaze dell’antipolitica italiana, Beppe Grillo, il pirata della Rete, principe delle incursioni mediatiche più esplosive degli ultimi anni, da quando cioè il crollo del Muro di Berlino ha trascinato con sé anche i rottami della Prima Repubblica italiana, traslocati precariamente nella Seconda, ereditati da Silvio Berlusconi e “smascherati”, prima che da chiunque altro, dal comico genovese.
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De Carlo: liberare la politica, ascoltare gli scrittori
Pensate che bella una politica in cui i politici facessero il loro lavoro, proprio quello per cui vengono eletti: amministrare il paese, organizzarne il funzionamento, ingegnarsi su come farlo andare al meglio. Basta con le girandole di dichiarazioni che soffocano le notizie nei telegiornali, basta con i salotti televisivi dall’alba alla notte fonda, basta con i politici nelle librerie a presentare i loro libri, basta con i giri e le apparizioni qua e là come una compagnia teatrale in perenne tournée. Vorrei una politica in contatto con i cittadini, non nel senso di rappresentazione di clientele, ma in quello semplice e chiaro di ascoltare bisogni e richieste e cercare di dare risposte.
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Maggiani: tutti a scrocco, alla corte del Grinzane
«Del tutto consonante e ovvio, fior di fiore delle quotidiane lordure dell’ultimo impero», il disfacimento del premio Grinzane Cavour dopo l’arresto del suo presidente, Giuliano Soria, per presunte molestie sessuali e irregolarità amministrative. Lo scrive il romanziere Maurizio Maggiani (”Il coraggio del pettirosso”, “Il viaggiatore notturno”) sul Secolo XIX del 15 marzo. «Il culturame, per così dire, si disfa e si corrompe come tutto il resto, e nella decadenza ultima il sistema culturale sopravvive nelle bassezze allo stesso modo di quello politico ed economico».