Archivio del Tag ‘terrorismo sanitario’
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Hechich: resistenza, io violerò il coprifuoco della vergogna
Non mi esprimerò sugli altri provvedimenti del nuovo Dpcm che dovrebbe andare in vigore da venerdì. Mi soffermerò solo su uno, che ritengo particolarmente odioso, specialmente se spalmato in tutte le zone d’Italia. Il coprifuoco alle 22. Che senso ha? Il virus, visto che sembrerebbe essere derivato da quello dei pipistrelli, esce solo di notte? E’ un virus vampiro? Ma è per limitare gli assembramenti, dicono. Ma quali assembramenti se bar, ristoranti, locali, tavole calde, discoteche, paninoteche, birrerie e quant’altro sono chiusi da ore? I giovani si ritrovano? Perché, fino alle 22 non riescono a ritrovarsi tra di loro e dopo le 22 sì? Siamo il contrario del virus vampiro? Abbiamo il raptus dell’assembramento dopo le 22 ma alle 20 no? E perché no? Dna o perché tutti, da bravi, dobbiamo prima cenare a casa con le pappardelle fatte dalla mamma? Non basta controllare che non ci siano ’sti assembramenti di giovani con una bottiglia in mano? (ma comprata dove? Torniamo al punto di prima). E la stampa, che sembra regga il gioco del poliziotto buono e quello cattivo, a scrivere che gli “esperti” consigliavano alle 21 ma che Conte, magnanimo, ha concesso le 22. Patetici, stampa a reggere il gioco, e governo. Provvedimento idiota, assurdo, incongruente, e non sarebbe il primo. Certamente.Provvedimento anticostituzionale? Forse. Sicuramente dovrebbe essere votato dal Parlamento o almeno avere la autorevolezza di un decreto legge. Un Dpcm, come è stato già ribadito da giuristi autorevoli, non dovrebbe avere queste prerogative. Ma soprattutto il coprifuoco, perché tale è, ricorda molto i tempi più bui dell’Italia, la guerra, l’occupazione tedesca, i repubblichini – ma non solo: i golpe sudamericani, la caduta di Allende… Beh, giustamente qualcuno potrà obiettare che non siamo a quel punto, non ci sono le odiose repressioni, le torture, le sparizioni; siamo in uno Stato di diritto, in Italia, e nell’Italia odierna non potrebbe mai accadere. Vero, ma purtroppo è già accaduto, pochi anni fa, ma la memoria dell’italiano medio è corta. Ricordatevi di Bolzaneto e della Diaz. In quella tragica notte tutti i diritti democratici, lo stesso habeas corpus sono stati eclissati da una violenza che poi i giornali definirono macelleria messicana. E i responsabili, i dirigenti che lo hanno permesso, hanno fatto carriera poi, non dimentichiamo neanche questo. Ma allora perché questo coprifuoco insensato?L’unica ragione che riesco a vedere (e se qualcuno ne ha di altre valide lo scriva, ma lasciate per cortesia perdere la scemenza dei giovani untori nottambuli) è quella classica per cui dagli albori della storia viene fatto un coprifuoco: la paura della rivolta sociale, la paura della gente stufa di venir presa per i fondelli e di dover subire provvedimenti spesso idioti, stanca di promesse di sostegni economici che si stanno rivelando una farsa, proclami a vuoto non seguiti da fatti, come abitudine di questo governo (ricordate i tutor? Ma niente, rimosso anche questo). Perde la prudenza della classe media adagiata e si riversa nelle strade, questa folla di delusi alla canna del gas. Provvedimento ipocrita, in tal caso, non idiota (o anche ipocrita e nel contempo idiota, ma per altre ragioni). Ne abbiamo già avuto esempio nelle grandi città. Si è vista la reazione di Napoli, dopo che De Luca ci aveva provato. Ma no, la lezione non è servita: e, caparbio, il governo ripeterà quell’errore. Se di errore si tratta, e spero sinceramente sia solo uno dei tanti errori idioti, perché viene il sospetto che il provvedimento sia fatto apposta proprio per provocare una reazione e quindi zittire con una repressione esemplare i manifestanti. Prove generali per assetti futuri? Per vedere fino a quanto la gente è apatica? Tanto, se la gente scenderà in piazza e sarà caricata, la colpa sarà di camorristi, mafiosi, delinquenti comuni, spacciatori, taglieggiatori, ma che pensate? La gente ben vestita, la signora con i capelli bianchi la giovane bionda ben pettinata con la borsa firmata, mica è quella che sembra: sono camorristi, hanno il coraggio di dire.Io vivo in campagna, in un paesino di poche anime. Non ho l’occasione di partecipare a manifestazioni di protesta civile, ma il mio piccolo contributo posso darlo, facendo né più né meno quello che ho sempre fatto: portare fuori il mio cane tra le 11 e mezzanotte. Continuerò a farlo, per le strade di campagna totalmente vuote anche nei giorni normali. Porterò con me la mascherina per educazione, per mettermela se mi fermeranno, per rispetto verso idee diverse. Ma sulla mia passeggiata notturna con il cane non indietreggerò di un millimetro. Se mi fermano, continuerò a farlo, a rifarlo e a rifarlo ancora. Con questo post in pratica mi autodenuncio. Ma se tenteranno di fermarmi, di arrestarmi e di portarmi via, beh, non starò inerte, opporrò resistenza: sì, resistenza RESISTENZA, parola che evoca quegli altri coprifuochi di cui prima abbiamo parlato. Perché quando si passa il limite, bisogna reagire: per non doversi un giorno pentire di non averlo fatto, per non vergognarsi di non aver fatto niente di fronte all’inaridimento della Democrazia. Si inizia anche così la resistenza civile, con un piccolo gesto, come quello di portare fuori il cane per strade di campagna deserte tra le 11 e la mezzanotte.(Roberto Hechich, “Il coprifuoco della vergogna”, 5 novembre 2020. Laureato in geologia ed esperto in comunicazione e pubbliche relazioni, Hechich – direttore del Dipartimento per la Geopolitica e la Difesa del Movimento Roosevelt, di cui coordina il gruppo regionale Friuli–Venezia Giulia – è autore di romanzi e racconti, nonché appassionato studioso di materie geostrategiche).Non mi esprimerò sugli altri provvedimenti del nuovo Dpcm che dovrebbe andare in vigore da venerdì. Mi soffermerò solo su uno, che ritengo particolarmente odioso, specialmente se spalmato in tutte le zone d’Italia. Il coprifuoco alle 22. Che senso ha? Il virus, visto che sembrerebbe essere derivato da quello dei pipistrelli, esce solo di notte? E’ un virus vampiro? Ma è per limitare gli assembramenti, dicono. Ma quali assembramenti se bar, ristoranti, locali, tavole calde, discoteche, paninoteche, birrerie e quant’altro sono chiusi da ore? I giovani si ritrovano? Perché, fino alle 22 non riescono a ritrovarsi tra di loro e dopo le 22 sì? Siamo il contrario del virus vampiro? Abbiamo il raptus dell’assembramento dopo le 22 ma alle 20 no? E perché no? Dna o perché tutti, da bravi, dobbiamo prima cenare a casa con le pappardelle fatte dalla mamma? Non basta controllare che non ci siano ’sti assembramenti di giovani con una bottiglia in mano? (ma comprata dove? Torniamo al punto di prima). E la stampa, che sembra regga il gioco del poliziotto buono e quello cattivo, a scrivere che gli “esperti” consigliavano alle 21 ma che Conte, magnanimo, ha concesso le 22. Patetici, stampa a reggere il gioco, e governo. Provvedimento idiota, assurdo, incongruente, e non sarebbe il primo. Certamente.
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L’America nella nebbia: nel 2000 i brogli favorirono Bush
Nel calcio, quando il campo da gioco è invaso dalla nebbia e la visibilità scende a zero, l’arbitro interrompe la partita: la cosa migliore sarebbe rigiocarla. L’ecltoplasma chiamato Joe Biden, il vecchio che in pubblico sbaciucchia le bambine e in privato manda avanti il figliolo a fare affari inconfessabili coi peggiori oligarchi cinesi e ucraini, sta forse per vincere le elezioni più nebbiose della storia americana? Nella regione industriale dei Grandi Laghi, dove Donald Trump aveva appena incassato una squillante vittoria sulla base delle schede votate da elettori in carne e ossa, la strana nebbia blu dei “democrat” alla Nancy Pelosi, quella secondo cui alla fine vincerà Biden, in un modo o nell’altro, sta facendo letteralmente sparire dalla vista il perimetro dello sport politico più importante del pianeta? Un gioco di prestigio, costruito con tonnellate di schede pre-stampate, sta davvero trasformando in un ricordo la lealtà costituzionale delle presidenziali statunitensi? Elezioni-evento, adrenalinicamente esasperate e decantate come specchio dell’innocenza sostanziale del maggior impero del pianeta, formidabile motore – negli ultimi cent’anni – di tutto il meglio e tutto il peggio che il mondo ha potuto assaggiare. Anche questo (insieme alla nostra sicurezza sanitaria) sta dunque per finire, nella nebbia della Rust Belt invasa da voti postali stampati in serie?E’ quanto sostiene il presidente teoricamente destinato a restare in carica fino al 22 gennaio 2021, quell’impresentabile e insopportabile Uomo Nero che è riuscito a mandare in bestia milioni di cittadini, non solo americani, per i suoi modi studiatamente sbrigativi, atipici, deliberatamente alieni rispetto all’ipocrisia corrente del politicamente corretto, che nasconde i suoi orrori geopolitici dietro sorrisi, diplomazia, minuetti e lanci a canestro come quelli nei quali eccelle Barack Obama, l’equivoco vivente più famoso del mondo, iscritto per sbaglio nel campionato dei Buoni in cui milita anche il pontefice romano che ha adottato il nome di Francesco d’Assisi. Dai palazzi vaticani starà certo osservando lo spettacolo della nebbia anche lui, il Papa argentino che convisse a lungo coi generali fascisti tra i fantasmi dei desaparecidos, e che – poche settimane fa – è stato brutalmente accusato, proprio dall’amministrazione Trump, di avere stipulato per la prima volta nella storia una sorta di patto col diavolo, concedendo al governo di Pechino il potere di designare i vescovi cattolici nel subcontinente post-maoista, ora arruolato a pieno titolo nel fronte turbo-mondialista di Davos, quello che da tempo sognava e prevedeva un’epidemia coi fiocchi, come quella che ha paralizzato il mondo e soprattutto inceppato la scontatissima rielezione di Donald Trump.A proposito: è letteralmente impazzito, il 45esimo presidente degli Stati Uniti? Nel contestare in modo così aspro il risultato, a spoglio ancora in corso, non si rende conto di lesionare il prestigio istituzionale della superpotenza? Cosa spinge il presidente uscente ad agire in modo tanto avventato, almeno in apparenza, senza curarsi del pericolo di veder riesplodere nelle strade americane la violenza scatenata nei mesi scorsi dalle squadracce neofasciste di Antifa, prezzolate per strumentalizzare le sacrosante proteste per la barbara uccisione di George Floyd da parte della polizia? La celebratissima “prima democrazia del mondo” rischia di dare uno spettacolo di sé paragonabile a quello del magistrale affresco storico realizzato da Martin Scorsese in una pellicola come “Gangs of New York”? Il momento è altamente drammatico: come quando, nel 1991, il mondo intero restò col fiato sospeso di fronte alle imprese dei golpisti di Mosca che avevano deposto e sequestrato Gorbaciov, l’eroe che aveva invano sperato in un vero, umanissimo “nuovo ordine mondiale”, basato sulla concordia e la cooperazione, dopo l’infinito logoramento della guerra fredda, sotto il ricatto incrociato del terrore nucleare.In attesa di capire quali colpi di scena si consumeranno ancora dalle parti di Washington, in una partita che non può che includere anche il Pentagono, oltre all’evocazione (fuori misura?) della Corte Suprema come estremo arbitro della contesa più pazza di sempre, è inevitabile scorgere la platea che se lo sta godendo, lo spettacolo della nebbia. Accanto a Obama e Bergoglio, nella platea è facile scorgere il diletto Macron, onorato in Vaticano il giorno dopo aver insultato il governo italiano, due anni fa. Il presidente che faceva picchiare i migranti africani rispedendoli in Italia ha appena bombardato il Mali, per rappresaglia dopo gli attentati di Nizza, con la scusa dell’origine maliana di uno dei killer. Sul suo sito, Mitt Doclino segnala un dettaglio: il Mali aveva tentato di smarcarsi dalla stretta coloniale francese, chiedendo aiuto proprio agli Stati Uniti. Vi rendete conto – si domanda Mitt Doclino – che fine farebbe l’Italia, se venisse meno anche l’ultimo paracadute americano, di fronte all’aggressività dell’ordoliberismo franco-tedesco? Per inciso: siamo il paese che si è lasciato “scippare” dalla Francia persino la vetta del Monte Bianco. Bel simbolo: il tetto d’Europa non sarebbe più italiano, se si continuasse a lasciar fare, seguendo l’esempio degli inesistenti Conte e Di Maio, letteralmente non pervenuti.Si dirà che Conte e Di Maio hanno ben altre rogne di cui occuparsi, oggi. Di Maio, poi, può godersi il suo cretaore, Beppe Grillo, che sciorina sul suo blog la mappa del Bengodi, il nuovo planisfero del “reddito universale” cui sarebbero destinati i superstiti del Great Reset, quelli ancora vivi dopo l’accurata distruzione della sovranità economica. Impossibile non notare anche l’ex comico, nella nebbia della tribuna che si sta gustando lo scempio americano. Impossibile non immaginare un intero parterre di potentissimi padreterni, pronti a ridere largo di fronte al voto postale statunitense: George Soros e gli uomini di Davos, il cinese Xi Jinping, i padroni del web e quelli delle televisioni, il mitologico Bill Gates coi suoi vaccini e i suoi microchip, l’altrettanto favoloso Elon Musk con le sue “costellazioni” di satelliti 5G. Tutti a tifare contro il Puzzone della Casa Bianca: interi settori del Deep State più maleodorante, gli “specialisti” di antiterrorismo che hanno assistito al dilagare indisturbato del terrorismo, i club più esclusivi di Big Pharma e il loro guru mondiale Anthony Fauci, buon amico del presidente etiope di un’Oms ormai largamente finanziata dalla Cina, il colosso globalista teleguidato da azionisti come Vanguard, State Street e BlackRock.E’ vero che il nebbione è fitto, ma solo un cieco potrebbe non vedere il ponte velenoso che collega Wuhan a Washington. L’ultima volta che negli Usa qualcuno denunciò brogli elettorali, sappiamo come finì: Al Gore rimase a casa, e venne eletto Bush. Era il 2001: poco dopo crollarono le Torri Gemelle ed esplose l’inferno in Afghanistan e in Iraq. Il mondo non sarebbe più stato lo stesso. E’ la medesima canzone che intonano, non da oggi, i profeti del Grande Reset: state a casa, andrà tutto bene, ce ne occuperemo noi. Parola d’ordine: tremare e obbedire. Al netto della cecità dei più ottusi, era proprio questa – la libertà – la vera posta in gioco nelle “elezioni del secolo”, che hanno opposto il controverso “patriota” Trump a un flebile ometto di cartapesta, un semplice prestanome dai capelli bianchi. Finisce qui, l’incontro? Qualche arbitro fischierà la fine e The Donald si ritirerà, come fece Gore nonostante l’imbroglio dei voti della Florida presieduto dal governatore Jeb Bush, fratello del candidato presidente? Questo tempo che stiamo vivendo – tra mascherine e lockdown, distanziamento e coprifuoco, strategia della paura e disinformazione martellante a reti unificate – ha l’aria di essere davvero apocalittico, cioè rivelatore: a questo è servito, essenzialmente, l’indice accusatore agitato, spesso fuori misura, dall’urlatore Donald Trump, che ora si dichiara frodato dalla nebbia, il più subdolo dei trucchi.Nel calcio, quando il campo da gioco è invaso dalla nebbia e la visibilità scende a zero, l’arbitro interrompe la partita: la cosa migliore sarebbe rigiocarla. L’ecltoplasma chiamato Joe Biden, l’anziano signore che in pubblico sbaciucchia le bambine e in privato manda avanti il figliolo a fare affari inconfessabili coi peggiori oligarchi cinesi e ucraini, sta forse per vincere le elezioni più nebbiose della storia americana? Nella regione industriale dei Grandi Laghi, dove Donald Trump aveva appena incassato una squillante vittoria sulla base delle schede votate da elettori in carne e ossa, la strana nebbia blu dei “democrat” alla Nancy Pelosi, quella secondo cui alla fine vincerà Biden, in un modo o nell’altro, sta facendo letteralmente sparire dalla vista il perimetro dello sport politico più importante del pianeta? Un gioco di prestigio, costruito con tonnellate di schede pre-stampate, sta davvero trasformando in un ricordo la lealtà costituzionale delle presidenziali statunitensi? Elezioni-evento, adrenalinicamente esasperate e decantate come specchio dell’innocenza sostanziale del maggior impero del pianeta, formidabile motore – negli ultimi cent’anni – di tutto quello che il mondo ha potuto assaggiare. Anche questo (insieme alla nostra sicurezza sanitaria) sta dunque per finire, nella nebbia della Rust Belt invasa da voti postali stampati in serie?
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No al Covid, sì alla democrazia: le urne premiano Trump
Lo spettacolo elettorale più importante del mondo rischia di protrarsi per giorni, e magari di sfociare in scontri armati nelle strade? La notte americana, intanto, sancisce alcune verità clamorose: Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden, dato per stra-vincitore da tutti i sondaggi, ancora una volta sbagliatissimi. Lo Zio Matto, l’aveva ribattezzato Barack Obama, l’ex presidente che rischia l’incriminazione per aver fabbricato le prove false che nel 2016 dovevano servire a inventare il Russiagate a beneficio di Hillary Clinton. Dato per morto e sepolto dai grandi media, in prima linea i potenti network televisivi e i grandi player del web, lo Zio Matto ha resistito all’assalto di Sleeping Joe: il voto reale (quello tradizionale, delle urne), conferma Donald Trump presidente degli Stati Uniti. I “democrat” sperano nel controverso voto postale, introdotto grazie al Covid? Dalla Casa Bianca – in modo tagliente – lo Zio Matto ha fatto sapere, via Twitter, di considerarsi il vincitore legittimo. Peggio: dando fuoco alle polveri, Trump sostiene che non permetterà agli avversari di “rubargli” la vittoria, nel caso in cui dovessere essere proprio lo scrutinio dei voti postali a determinare l’esito elettorale della decisiva Rust Belt, la cintura industriale che, come già nel 2016, anche stavolta – alle urne – ha chiaramente scelto l’uomo dell’America First.Tra gli osservatori si fanno largo gli scenari più apocalittici, del resto ipotizzati già alla vigilia dagli stessi capi della polizia: all’imponente battaglia legale annunciata dagli uomini di Trump per contestare i voti pervenuti a mezzo posta potrebbe infatti sovrapporsi lo scenario del caos, con intere città messe a ferro e fuoco dalle opposte tifoserie. In questo caso ci sarebbe da temere il peggio, e già nelle settimane precedenti si è parlato di un possibile intervento diretto dell’esercito, sul suolo nazionale, per la prima volta nella storia degli Stati Uniti: o per supportare Trump, o addirittura per farsi garanti della Costituzione e sostituirlo temporaneamente, alla guida del paese, nell’attesa di una chiarificazione definitiva del reale verdetto elettorale. Un esito inaudito, che difficilmente la superpotenza si potrebbe permettere, senza vedere danneggiato in modo irreparabile il proprio prestigio internazionale e quindi il suo peso geopolitico, proprio nel momento in cui gli Usa – già critici con l’Unione Europea – si sono “messi di traverso” rispetto alla Cina, preparandosi a una guerra (per ora commerciale, politica e di intelligence) che non ha precedenti, negli ultimi decenni, da quando cioè a Pechino è stato permesso di diventare la “manifattura del mondo”, a basso costo, mettendo nei guai l’industria occidentale.La più grande vittoria di Donald Trump, sia pure provvisoria e condizionata dalle incognite dell’infinito election-day, è quella riportata contro il grande protagonista del 2020: il coronavirus, o meglio la gestione “terroristica” di un’epidemia che l’Oms (largamente finanziata dalla Cina) ha trasformato rapidamente in pandemia, con la pretesa di sostituire la politica con una sorta di “dittatura dell’emergenza”, sospendendo diritti, libertà e democrazia. Al regime del “China-virus” si è opposto in modo vigoroso proprio Donald Trump, vero e proprio bersaglio di una campagna – americana e mondiale – condotta a mezzo stampa e non solo: inaudite, infatti, le violenze squadristiche che nei mesi scorsi hanno devastato molte grandi città statunitensi, strumentalizzando (contro Trump) l’iniziale, genuina indignazione popolare per il razzismo della polizia, esplosa dopo la barbara uccisione dell’afroamericano George Floyd. Chi confida nella vittoria di Trump, oggi più che mai, spera che il presidente – se confermato – possa compiere passi decisivi per far uscire il mondo dall’incubo del Covid, facendo luce sull’opaca origine del virus e smascherando la vera natura del problema, più politica che sanitaria. Obiettivo: un pieno ritorno alla democrazia, non solo in America.Lo spettacolo elettorale più importante del mondo rischia di protrarsi per giorni, e magari di sfociare in scontri armati nelle strade? La notte americana, intanto, sancisce alcune verità clamorose: Donald Trump è in vantaggio su Joe Biden, dato per stra-vincitore da tutti i sondaggi, ancora una volta sbagliatissimi. Lo Zio Matto, l’aveva ribattezzato Barack Obama, l’ex presidente che rischia l’incriminazione per aver fabbricato le prove false che nel 2016 dovevano servire a inventare il Russiagate a beneficio di Hillary Clinton. Dato per morto e sepolto dai grandi media, in prima linea i potenti network televisivi e i grandi player del web, lo Zio Matto ha resistito all’assalto di Sleeping Joe: il voto reale (quello tradizionale, delle urne), conferma Donald Trump presidente degli Stati Uniti. I “democrat” sperano nel controverso voto postale, introdotto grazie al Covid? Dalla Casa Bianca – in modo tagliente – lo Zio Matto ha fatto sapere, via Twitter, di considerarsi il vincitore legittimo. Peggio: dando fuoco alle polveri, Trump sostiene che non permetterà agli avversari di “rubargli” la vittoria, nel caso in cui dovessere essere proprio lo scrutinio dei voti postali a determinare l’esito elettorale della decisiva Rust Belt, la cintura industriale che, come già nel 2016, anche stavolta – alle urne – ha chiaramente scelto l’uomo dell’America First.
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Magaldi: violeremo il coprifuoco, è imposto da mascalzoni
«A quel cialtrone di Giuseppe Conte trema la voce, ormai, nell’annunciare le nuove, inutili e devastanti restrizioni? Fa bene, ad avere paura: sa di essersi spinto troppo oltre, nel prestarsi a fare test di massa per dimostrare fino a che punto è possibile opprimere la popolazione, annullando democrazia e libertà, come vuole l’élite reazionaria che da decenni sta deliberatamente deprimendo l’Occidente». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, ha una visione chiara dell’origine della crisi in corso: «Prima il terrorismo economico-finanziario, poi la farsa hollywoodiana del terrorismo jihadista, e adesso la pandemia da operetta: sempre le stesse forze manipolano la realtà e la politica contro gli interessi delle collettività, in Italia e nel mondo». Magaldi sfida Conte e i fautori del “coprifuoco” in arrivo: «Saremo la cattiva coscienza di questi mascalzoni, esecutori e mandanti di questa tragicommedia chiamata pandemia». E avverte: «Chi ha ancora sangue nelle vene sarà felice di partecipare alle imminenti “passeggiate” della Milizia Rooseveltiana: senza mascherina e violando il coprifuoco, inviteremo le forze dell’ordine a fare obiezione di coscienza, nei confronti di misure assolutamente inutili in chiave anti-Covid ma micidiali per dare il colpo di grazia all’economia familiare di milioni di italiani».Autore nel 2014 del bestseller “Massoni” (Chiarelettere), che svela il ruolo occulto delle superlogge “neoaristocratiche” nell’imposizione del globalismo mercantilista neoliberale, in cui emerge la Cina come modello alternativo a quello occidentale (efficienza economica, ma senza libertà), Magaldi accusa il “partito cinese”, trasversale e influente anche tra le fila del governo Conte, di aver manipolato l’emergenza sanitaria a scopo di potere. «Il governo ha offerto un atteggiamento paternalistico e dispotico. Bisognava dire, sia agli anziani (fragili) che agli ipocondriaci paurosi: state a casa, voi sì. Siate liberi di mettervi in lockdown, se non volete contagiarvi e quindi immunizzarvi. Conosco tanti anziani che hanno contratto il Covid, si sono curati e oggi stanno meglio di prima. Chi invece ha paura, stia casa: si trinceri in un auto-lockdown responsabile, ma non impedisca agli altri di vivere e lavorare». Magaldi torna a citare un virologo mainstream come Guido Silvestri, secondo cui un nuovo lockdown sarebbe irreparabile. «Silvestri dice: state calmi, ormai ci si cura e si guarisce da casa». Ovvio che il numero dei contagiati dipende dall’enorme numero di tamponi effettuati. «Se poi però il numero dei contagiati viene usato dai media come una clava per fare terrorismo psicologico, e su questo i politici costruiscono le loro restrizioni, tra ordinanze e Dpcm, è tutto un montare di una colossale manipolazione».Insomma, si decidano ad ammetterlo: «L’aumento delle rilevazioni dei contagi non comporta affatto un’ecatombe», afferma Magaldi. «Piuttosto, così facendo, abbiamo perso altro tempo prezioso: in questi mesi bisognava infatti rafforzare la medicina territoriale e allestire comunque, anche a costo di lasciarli vuoti, dei centri di terapia (intensiva e non). E invece non è stato fatto nulla, di tutto questo. E ora il governo pensa davvero di cavarsela con un nuovo lockdown?». Per Magaldi, occorrerebbe invece «tranquillizzare la popolazione, togliere qualunque coprifuoco, favorire la ripresa di tutte le attività economiche». E inoltre, «spiegare che la contagiosità è un dato fisiologico ampiamente previsto, e che la gran parte dei contagiati stanno bene e non sono in pericolo: la piccola parte di popolazione che avrà complicazioni sarà curabile all’ospedale e soprattutto da casa, in assoluta sicurezza». In altre parole: nulla di quanto serviva è stato fatto, mentre non si è esitato a varare misure demenziali e suicide per l’economia. Anche per questo è durissimo, il presidente “rooseveltiano”, con il governo Conte: «Molti protagonisti di questa fase storica – sottolinea – andranno processati: per danni alla salute fisica e psichica dei cittadini e per i danni irreparabili arrecati all’economia, quindi alla sicurezza sociale, oltre che per grave attentato alla Costituzione».Il “partito cinese”, trasversale e annidato anche nel governo italiano, «sta sfruttando la pandemia per devastare l’economia, che già era in sofferenza, in modo da ottenere un maggior controllo sociale», sostiene Magaldi, che spiega: «Una persona che sia privata della sua autonoma via alla libertà economica sarà più incline a sottomettersi al “padrone” istituzionale che gli dà la mancia, e parliamo di istituzioni oggi occupate da gente che ha in odio la democrazia». Il leader “rooseveltiano” ammette di provare «dolore», di fronte allo spettacolo degli italiani costretti a rinunciare a lavorare, e quindi a sostentarsi economicamente, con anche «la paura di chi vede esaurirsi gli ultimi risparmi: le nostre città sono diventate spettrali, i cittadini già rimpiangono la vita che non c’è più e che di questo passo non potrà più esserci, per lunghi anni». Al tempo stesso, però, secondo Magaldi questa è anche una formidabile opportunità: «E’ la grande occasione per mostrare chi è davvero coraggioso e chi è vigliacco, chi ha voglia di combattere e chi è soltanto un “leone da tastiera”, chi ha coscienza dei propri diritti e anche coscienza del proprio dovere, di difendere i suoi diritti e quelli degli altri».Se qualcuno aveva sperato che il governo Conte risarcisse le imprese azzerate dal lockdown e riportasse il paese verso la normalità è rimasto deluso. Al contrario, ora si corre verso nuove, devastanti restrizioni. «La misura è colma», sentenzia Magaldi, pronto a mobilitare la Milizia Rooseveltiana, formazione creata dal movimento da lui presieduto, sorto nel 2015 per democratizzare la politica. «Abbiamo bisogno che, ogni settimana, gruppi “rooseveltiani” (anche esigui) infrangano il lockdown, infrangano il coprifuoco e si facciano portare nei commissariati, diventino dei “fuorilegge” riconosciuti, naturalmente nel senso alto e nobile della disobbedienza civile. E’ quella cosa per la quale, di solito – aggiunge Magaldi – i rivoluzionari pacifici e nonviolenti vengono poi riconosciuti, dalle istituzioni e dello stesso popolo, come benemeriti eroi», ben distinti dai teppisti che devastano vetrine e si scontrano con le forze dell’ordine. «Chi lancia molotov non ha capito che, spesso, poliziotti e carabinieri sono assolutamente simpatetici con le ragioni dei manifestanti: sono cittadini anche loro, e si rendono ben conto di trovarsi a fare i “cani da guardia” di qualcosa che è profondamente iniquo, figlio di una volontà più proterva rispetto a quella dei cialtroni del governo italiano». La missione civile dei “rooseveltiani” è precisa: «Facciamo in modo che il mondo diventi consapevole che il danno di questa pandemia non è nel virus, ma è nelle cattive misure politiche prese per fronteggiarlo».Magaldi offre anche un preciso sguardo geopolitico, alla vigilia delle presidenziali Usa. «Col virus, il “partito cinese” voleva azzoppare Trump, sperando di poter utilizzare Biden come ariete dell’oligarchia, sorretta dai partner occulti dell’unico vero fascismo di oggi, cioè il comunismo cinese». “Ordo ab chao”, si dice in massoneria, intendendo il ricorso al caos per instaurare un nuovo ordine. «Ebbene: il caos è stato abbondantemente prodotto con il coronavirus, senza il quale la riconferma di Trump sarebbe stata scontata. Oggi le chance di Biden sono cresciute, ma attenzione: i sondaggi erano sbagliati già nel 2016, quando davano sicura vincente Hillary Clinton». Aggiunge Magaldi: «Sappiate che gli astri di Trump sono migliori di quelli di Biden: non significa per forza che vincerà, ma vuol dire che la sua storia ha da dare qualcosa di più fruttuoso, alla comunità americana e a quella mondiale». Joe Biden? «Sarebbe solo un comprimario, altri deciderebbero al suo posto: e questo è un bene». Grazie a un preciso patto supermassonico, spiega Magaldi, l’eventuale presidenza Biden sarebbe infatti co-gestita da una cabina di regia concorde su un punto: «La necessità di proseguire nel contrasto della pericolosa egemonia del “partito cinese” sull’Occidente, che oggi viene esercitata anche attraverso l’autoritarismo indotto dalla cosiddetta pandemia».«A quel cialtrone di Giuseppe Conte trema la voce, ormai, nell’annunciare le nuove, inutili e devastanti restrizioni? Fa bene, ad avere paura: sa di essersi spinto troppo oltre, nel prestarsi a fare test di massa per dimostrare fino a che punto è possibile opprimere la popolazione, annullando democrazia e libertà, come vuole l’élite reazionaria che da decenni sta deliberatamente deprimendo l’Occidente». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, ha una visione chiara dell’origine della crisi in corso: «Prima il terrorismo economico-finanziario, poi la farsa hollywoodiana del terrorismo jihadista, e adesso la pandemia da operetta: sempre le stesse forze manipolano la realtà e la politica contro gli interessi delle collettività, in Italia e nel mondo». Magaldi sfida Conte e i fautori del “coprifuoco” in arrivo: «Saremo la cattiva coscienza di questi mascalzoni, esecutori e mandanti di questa tragicommedia chiamata pandemia». E avverte: «Chi ha ancora sangue nelle vene sarà felice di partecipare alle imminenti “passeggiate” della Milizia Rooseveltiana: senza mascherina e violando il coprifuoco, inviteremo le forze dell’ordine a fare obiezione di coscienza, nei confronti di misure assolutamente inutili in chiave anti-Covid ma micidiali per dare il colpo di grazia all’economia familiare di milioni di italiani».
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Icke, Viganò, Great Reset. Biglino: complottista è la Bibbia
Cosa sta succedendo, se un alto prelato vaticano come monsignor Carlo Maria Viganò oggi si esprime negli stessi termini in cui anni fa si esprimeva nientemeno che l’inglese David Icke, considerato il decano del complottismo contemporaneo? Se lo domanda Mauro Biglino, popolare autore di bestseller basati sulla rilettura testuale, in lingua ebraica, dell’Antico Testamento. La risposta? I cosiddetti complottisti possono forse considerarsi in buona compagnia: è proprio la Bibbia, infatti, a prefigurare in modo esplicito il sistema di dominio basato sul controllo socio-economico assoluto, esercitato dal potere finanziario, oggi accusato – secondo Icke, ma anche Viganò – di manipolare la crisi sanitaria del Covid allo scopo di realizzare il “Great Reset”, il crollo pilotato dell’economia, per ottenere la sottomissione dell’umanità, spaventata a morte con la minaccia della pandemia. In un video sul suo canale YouTube, il cui testo riportiamo integralmente, Biglino ricorda che è lo stesso Talmud a ricordare l’importanza capitale della dominazione monetaria illustrata nella Torah. La ricetta? Prestare denaro a interesse, per soggiogare popoli e nazioni.Normalmente non mi piace entrare nei fatti di cronaca e di attualità. Ritengo che possa essere più saggio aspettare che le cose di raffreddino, perché parlare a caldo significa rischiare di dire delle stupidaggini. Oggi però stiamo vivendo una situazione che ha generato in me una serie di considerazioni che ho piacere di condividere, perché riguardano il tema di cui mi occupo, che – come dico da molti anni – è strettamente legato all’attualità. A volte, capire il passato ci aiuta a capire il presente, e questa è una di quelle situazioni in cui questa affermazione, a mio avviso, è validissima. Comincio col leggervi alcuni passi di una lettera, in cui sono contenute delle affermazioni molto pesanti. Per il momento non vi dico ancora chi l’ha scritta, anche se magari molti di voi lo capiranno. Si parla di «quest’ora in cui le sorti del mondo intero sono minacciate da una cospirazione globale». Si legge: «Vediamo i capi delle nazioni e i leader religiosi assecondare questo suicidio della cultura occidentale, mentre ai cittadini sono negati i diritti fondamentali, in nome di un’emergenza sanitaria che sempre più si rivela come strumentale all’instaurazione di una disumana tirannide senza volto».«Un piano globale, denominato Great Reset, è in via di realizzazione. Ne è artefice un’élite che vuole sottomettere l’umanità intera, imponendo misure coercitive con cui limitare drasticamente le libertà delle persone e dei popoli». Vi dico subito che Great Reset non è un termine inventato dal redattore di questa lettera, ma si trova già in un documento pubblicato dall’Onu nel 2015, dove è contenuta un’analisi della situazione della popolazione mondiale, e una serie di proposte. Non a caso, quel documento è conosciuto come Agenda 2030: siamo nel ‘20, quindi le date corrisponderebbero. «Scopo del Great Reset è l’imposizione di una dittatura sanitaria finalizzata all’imposizione di misure liberticide, nascoste dietro allettanti promesse di assicurare un reddito universale e di cancellare il debito dei singoli. Prezzo di queste concessioni del Fondo Monetario Internazionale» (altra istituzione che ha usato il termine Great Reset) «dovrebbe essere la rinuncia alla proprietà privata e l’adesione ad un programma di vaccinazione Covid-19 e Covid-21 promosso da Bill Gates con la collaborazione dei principali gruppi farmaceutici».«Al di là degli enormi interessi economici che muovono i promotori del Great Reset, l’imposizione della vaccinazione si accompagnerà all’obbligo di un passaporto sanitario e di un ID digitale, con il conseguente tracciamento dei contatti di tutta la popolazione mondiale. Chi non accetterà di sottoporsi a queste misure verrà confinato in campi di detenzione o agli arresti domiciliari, e gli verranno confiscati tutti i beni». Ancora: «Questa crisi serve per rendere irreversibile, nelle intenzioni dei suoi artefici, il ricorso degli Stati al Great Reset, dando il colpo di grazia a un mondo di cui si vuole cancellare completamente l’esistenza e lo stesso ricordo». E più avanti: «Come ormai è evidente – e qui l’autore si riferisce direttamente al Papa - colui che occupa la Sede di Pietro, fin dall’inizio ha tradito il proprio ruolo, per difendere e promuovere l’ideologia globalista, assecondando l’agenda della Deep Church, che lo ha scelto dal suo grembo».Poi l’estensore fa un cenno alle elezioni negli Stati Uniti, e scrive che c’è il rischio che venga eletto un personaggio che «farà agli Stati Uniti ciò che Jorge Mario Bergoglio sta facendo alla Chiesa, il primo ministro Conte all’Italia, il presidente Macron alla Francia, il primo ministro Sanchez alla Spagna, e via dicendo». Poi però l’autore formula una speranza, che anzi per lui è una certezza: dice che, siccome «l’avversario non sa amare, e non comprende che non basta assicurare un reddito universale o cancellare i mutui per soggiogare le masse e convincerle a farsi marchiare come capi di bestiame», questo disegno non si realizzerà. Difatti, dice: questo popolo «sta comprendendo di non esser disposto a barattare la propria libertà con l’omologazione e la cancellazione della propria identità». Aggiunge: «Questo Great Reset è destinato a fallire perché chi lo ha pianificato non capisce che ci sono persone ancora disposte a scendere nelle strade per difendere i propri diritti», e quindi «l’inumanità livellatrice del progetto mondialista si infrangerà miseramente dinanzi all’opposizione ferma e coraggiosa dei figli della Luce».Ora, questa lettera non è stata scritta da uno dei tanti complottisti, ma da un alto prelato vaticano come monsignor Carlo Maria Viganò, arcivescovo titolare di Ulpiana e già nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America. Viganò aveva iniziato a creare problemi all’interno della gerarchia, perché già ai tempi di Benedetto XVI aveva messo il dito nella piaga della pedofilia. Poi ha proseguito con Bergoglio, tant’è che è stato promosso per essere allontanato (il vecchio sistema del “promoveatur ut amoveatur”), dopodiché è stato, per così dire, “pensionato” in modo forzato. Ho sottolineato il fatto che questa lettera non è stata scritta da un complottista, perché in realtà contiene tutta una serie di concetti che erano già chiaramente espressi nel 2009, data dell’edizione italiana di “Cospirazione globale”, di David Icke, che è considerato un po’ il padre del complottismo mondiale. Ebbene, ci sono tutta una serie di concetti che si corrispondono: possono essere sovrapposti.Monsignor Viganò parla di questo accordo tra Bill Gates e i principali gruppi farmaceutici? Parlando di Big Pharma, David Icke diceva che «le industrie farmaceutiche delle bio-tecnologie non sono altro che il Male legalizzato». Monsignor Viganò presenta questa situazione come la guerra tra i “Figli del Bene” e i “Figli del Male”. «E ancora una volta le modalità sono le stesse», prosegue David Icke: «Queste corporazioni – in realtà si tratta di un’unica corporazione, al singolare – sono controllate dalla stessa forza che controlla i governi, e fondamentalmente ottengono qualunque cosa vogliano, relativamente alle leggi (o alla mancanza di leggi)». Cioè, anche qui si si fa riferimento a queste leggi liberticide. E poi, ancora: quando monsignor Viganò parla del coraggio di chi saprà resistere, David Icke dice: «La paura è il primo strumento di controllo, e smettere di aver paura significa disarmare chi ci manipola».Di riferimenti e parallelismi, tra Icke e Viganò, ce ne sono a decine. Colpisce l’accostamento tra due personaggi apparentemente così lontani: un alto prelato del Vaticano e un giornalista che si occupa di tutt’altro. Ma la cosa non si ferma qui, perché Viganò aggiunge: «Il nemico ha dalla sua parte Satana, che non sa che odiare. Noi abbiamo dalla nostra parte il Signore Onnipotente, il Dio degli eserciti schierati in battaglia». Questo è lo Yahweh Tsebaoth, il “Dio degli eserciti” dell’Antico Testamento. Ora, c’è una cosa che sappiamo tutti. Il vero potere che governa l’intero pianeta Terra, tiene soggiogati i popoli e tiene sotto scacco i governi è il potere finanziario, basato sul sistema del debito-credito. Con questo sistema, chi ha in mano le leve tiene il cappio al collo ad ogni forma di governo. Sappiamo che i nostri politici sono sostanzialmente degli esecutori, chiunque essi siano. E quindi questo sistema è addirittura indifferente alle varie forme di governo: chi ha in mano le leve del potere finanziario non si preoccupa se a governare una nazione è una dittatura oppure, facciamo per dire, la più realizzata delle democrazie.Ciò che interessa è che chi governa, comunque, non decida di uscire da quel sistema: perché, se decide di uscire, viene durissimamente colpito. Dittatore o governo democratico, deve stare dentro il sistema finanziario che tiene sotto scacco il pianeta. Per fortuna, dice Viganò, noi abbiamo dalla nostra parte Yahweh, il Dio biblico. Ma cosa dice, la Bibbia, a questo proposito? In Esodo, 22 si parla proprio del sistema del debito e del credito: «Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, al povero che è con te, non ti comporterai con lui da usuraio. Non gli imporrete alcun interesse». Cioè, dice Yahweh al suo popolo, agli israeliti: se vi prestate denaro tra di voi, non chiedete interesse. Poi però dà indicazione diverse, per quanto riguarda gli stranieri. La Bibbia cita anche i Giubilei, che avvenivano al termine di ogni ciclo di 7 anni o di 50 anni, per cui bisognava rimettere i debiti. Il Deuteronomio (capitolo 15, versetto 2) illustra le norme che riguardano la remissione dei debiti: «Ogni creditore rimetta quanto ha prestato al suo prossimo», e per “prossimo” la Bibbia intende il tuo vicino, l’appartenente al tuo stesso clan. «Non lo riscuota né dal suo prossimo né dal suo fratello, quando sia proclamato l’anno della remissione per il Signore. Tu potrai esigere il tuo credito dallo straniero, ma al tuo fratello condonerai quanto deve nei tuoi confronti».Quindi qui c’è una distinzione netta: tra di voi vi prestate denaro senza interesse, e al settimo anno rimetterete i debiti agli appartenenti allo stesso clan tribale, mentre il debito può essere riscosso dallo straniero. E l’affermazione successiva è ancora più importante e più pesante: «Quando il Signore tuo Dio» (in ebraico c’è: “Quando Yahweh, Elohim tuo”) ti avrà benedetto come ti ha promesso, tu farai prestito a molte nazioni, ma tu non chiederai nulla in prestito; dominerai molte nazioni, ma su di te esse non domineranno». Qui viene quindi introdotto il concetto di una élite che dovrà dominare su tutte le altre nazioni. E lo farà attraverso il sistema finanziario, cioè quello del debito-credito. Sempre in Deuteronomio, al capitolo 23, si ripete: «Non esigerai alcun interesse da tuo fratello, né per i prestiti di denaro, né per prestiti di viveri, né per qualsiasi cosa che si presta a interesse. Dallo straniero potrai esigere un interesse, ma non dal tuo fratello».Queste erano leggi precise, anche molto dure. Tant’è che in un volume, dove si analizzano le istituzioni dell’Antico Testamento, l’autore scrive: «L’evoluzione economica e l’esempio dell’estero condussero frequentemente alla violazione di queste leggi», in Israele (cioè: in sostanza, prestavano a interesse anche tra di loro), «e questa è una delle colpe per le quali Gerusalemme è condannata. La situazione non migliorò, dopo l’esilio, e Neemia mostra il popolo oberato di debiti. Il prestito a interesse, a tassi che ci sembrano di usura, era praticato dai giudei di Elefantina. Secondo le fonti rabbiniche, lo stesso Tempio di Gerusalemme prestava a interesse. E la parabola di Matteo, 25 e il passo di Luca, 19 suppongono che l’usanza fosse corrente e ammessa». Cioè: era lo stesso “demanio”, la sede del potere, a esercitare questo prestito a interesse, venendo meno a quelle che erano le disposizioni di Yahweh. Quindi, questo è un sistema che nella Bibbia è descritto con molta chiarezza.Nel Libro dei Proverbi si ricorda una distinzione netta, che noi abbiamo ben chiara, e che proprio questa crisi di cui parla la lettera di Viganò sta rendendo ancora più evidente: «Il ricco domina sui debitori, e il debitore è schiavo del creditore». Questa è una frase chiarissima. Se collegata a quelle precedenti, dove viene detto “tu non ti farai prestare denaro dalle nazioni, ma presterai denaro alle nazioni”, e la colleghiamo a questa, «il ricco domina sui debitori, e il debitore è schiavo del creditore», noi comprendiamo molto bene il sistema che ci governa. Quindi, io non so se possiamo formulare la speranza che ha espresso monsignor Viganò, quando dice che dalla nostra parte c’è «il Signore Onnipotente», cioè il “Dio degli eserciti” biblico, perché in realtà è proprio il biblico “Dio degli eserciti” che ha espresso e che ha chiaramente descritto questa formula di governo e di controllo, questa modalità per tenere sotto scacco i popoli e le nazioni.Questa cosa era talmente importante che anche nel Talmud, nel Trattato sulle Berakhot, in un passo in cui si sta parlando dei rapporti tra maestro e discepolo, si dice: «Abbiamo infatti studiato, in una Mishnah, che Rabbi Ishmael dice: “Chi vuole diventare saggio si occupi delle leggi monetarie, poiché non c’è materia più grande, nella Torah, essendo esse simili a una sorgente da cui sgorga l’acqua”». Ora, la Torah è il succo dell’Antico Testamento: è la legge. Quindi, se fare questi discorsi significa essere complottisti, allora dobbiamo dire che siamo in ottima compagnia: perché ad essere ad essere complottisti, per primi, sono stati proprio gli autori biblici. Perché, stando a quel che c’è scritto nel Talmud, lo studiare le materie monetarie è, appunto, «la materia più grande, nella Torah». Allora: apriamo gli occhi, vediamo che cosa ci succede attorno; cerchiamo di capire bene e facciamoci le nostre idee, ma documentandoci a 360 gradi.(Mauro Biglino, estratto testuale dal video “Great Reset già nella Bibbia?”, pubblicato il 1° novembre 2020 sul canale YouTube “Il vero Mauro Biglino”).Cosa sta succedendo, se un alto prelato vaticano come monsignor Carlo Maria Viganò oggi si esprime negli stessi termini in cui anni fa si esprimeva nientemeno che l’inglese David Icke, considerato il decano del complottismo contemporaneo? Se lo domanda Mauro Biglino, popolare autore di bestseller basati sulla rilettura testuale, in lingua ebraica, dell’Antico Testamento. La risposta? I cosiddetti complottisti possono forse considerarsi in buona compagnia: è proprio la Bibbia, infatti, a prefigurare in modo esplicito il sistema di dominio basato sul controllo socio-economico assoluto, esercitato dal potere finanziario, oggi accusato – secondo Icke, ma anche Viganò – di manipolare la crisi sanitaria del Covid allo scopo di realizzare il “Great Reset”, il crollo pilotato dell’economia, per ottenere la sottomissione dell’umanità, spaventata a morte con la minaccia della pandemia. In un video sul suo canale YouTube, il cui testo riportiamo integralmente, Biglino precisa che è lo stesso Talmud a ricordare l’importanza capitale della dominazione monetaria illustrata nella Torah. La ricetta? Prestare denaro a interesse solo all’esterno del proprio clan, per soggiogare popoli e nazioni.
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Magaldi: lockdown criminale, chi lo impone va processato
Quel tanghero di Massimo Giannini, direttore della “Stampa”, ci ha appena detto che bisogna essere disposti a cedere quote di libertà in nome della salute? Nossignore: non si può essere disposti a sacrificare un bene certo, come la libertà, in nome di una salute che è soltanto presunta. All’inizio dell’esplosione pandemica ci avevano spiegato che tre quarti della popolazione mondiale si sarebbe infettata, visto l’alto tasso di contagiosità (e il basso tasso di letalità). Quindi, piuttosto che “cagarsi addosso” e vivere con la “museruola”, vivere di nuovo segregati nella depressione e nella distruzione ormai quasi completa del sistema economico ordinario, è meglio affrontare il rischio di un problema che, peraltro, molti stanno curando brillantemente a casa. Questo perché forse in ospedale ti curano anche peggio, e non scordiamoci che all’inizio della pandemia molti morti sono stati causati dalla negligenza del sistema sanitario, dalle scelte mediche attuate e dal terrorismo indotto, che ha gettato i cittadini, a valanga, a cercare rimedio nel posto sbagliato, mentre probabilmente bastava intanto una più adeguata prevenzione, e poi una serie di opportuni accorgimenti terapeutici.Cito un virologo mainstream come Guido Silvestri, secondo cui un nuovo lockdown sarebbe irreparabile. Silvestri dice: state calmi, ci si cura e si guarisce da casa. Se aumentiamo il sistema dei tamponi, aumenterà anche il numero dei contagiati. Se il numero dei contagiati viene usato dai media come una clava per fare terrorismo psicologico, e poi su questo i politici costruiscono le loro restrizioni, tra ordinanze e Dpcm, è tutto un montare di una colossale manipolazione. Lo ammettano: l’aumento delle rilevazioni dei contagi non comporta affatto un’ecatombe. Piuttosto, così facendo, abbiamo perso altro tempo: in questi mesi bisognava allestire comunque, anche a costo di lasciarli vuoti, dei centri di terapia (intensiva e non), e invece non è stato fatto un cazzo, di tutto questo. E poi arriva quel gran cialtrone del governatore della Campania, che – dopo non aver fatto niente di utile per migliorare la situazione – ora decide di chiudere tutto. Quanto a cialtronaggine, forse De Luca supera persino lo stesso Conte: chiudiamo tutto, dice, e così conservo questo mio piccolo palcoscenico da guitto, senza arte né parte, che governa una Regione che d’altra parte l’ha appena stra-votato. Ai campani viene da dire: ve lo meritate, De Luca, e adesso tenetevelo.Certo l’alternativa a De Luca qual era? Anche a livello nazionale, non è che l’opposizione – se fosse al governo – farebbe meglio: questa è una classe politica da buttare letteralmente nel cesso. Non c’è un’idea, non c’è una visione di paese, non c’è coraggio. All’opposizione si fanno belli del disagio cui va incontro la cialtronaggine di Conte, ormai finalmente penalizzato dai sondaggi sull’umore degli italiani, ma – a parte questo lucrare sull’altrui insipienza – non c’è una sapienza, che viene contrapposta. Se chiedeste a Meloni e Salvini cosa farebbero, al posto di Conte, questi si metterebbero a biascicare: non lo sanno dire, perché non lo hanno in mente. Cosa fare, oggi? Tranquillizzare la popolazione, togliere qualunque sistema di coprifuoco, favorire la ripresa di tutte le attività economiche. E spiegare che la contagiosità è un dato fisiologico ampiamente previsto, i cui numeri derivano dai tamponi. Ma la gran parte dei contagiati stanno bene e non sono in pericolo. Una parte avrà sintomi influenzali, e solo una piccola parte avrà complicazioni più gravi (curabili all’ospedale e soprattutto da casa, in assoluta sicurezza).Il governo ha offerto un atteggiamento paternalistico e dispotico. Bisognava dire, sia agli anziani (fragili) che agli ipocondriaci paurosi: state a casa, voi sì. Siate liberi di mettervi in lockdown, se non volete contagiarvi e quindi immunizzarvi. Conosco tanti anziani che hanno contratto il Covid, si sono curati e oggi stanno meglio di prima. Se invece avete paura, state a casa: trinceratevi in un auto-lockdown responsabile, ma non rompete i coglioni agli altri. Intendiamoci: capisco gli anziani e anche gli ipocondriaci, spaventati da questo terrorismo psicologico sparso a piene mani, da mesi. A loro va tutta la mia solidarietà e simpatia. Ma in questi giorni, per strada, abbiamo anche a che fare con gente che se avesse un’arma la userebbe, per eliminare il pericoloso “untore” che a distanza di 50 metri ha osato abbassarsi la mascherina per respirare, per prendersi giustamente una boccata di ossigeno, sapendo che l’uso prolungato della mascherina può causare danni alla salute.Ci stanno proponendo un nuovo lockdown? Saranno processati. Ormai bisogna pensare che molti protagonisti di questa fase storica andranno processati: per danni alla salute fisica e psichica dei cittadini e per i danni irreparabili arrecati all’economia, quindi alle condizioni di sussistenza, oltre che per grave attentato alla Costituzione. Il “partito cinese”, trasversale e annidato anche nel governo italiano, sta sfruttando la pandemia per devastare l’economia, che già era in sofferenza, in modo da ottenere un maggior controllo sociale: una persona che sia privata della sua autonoma via alla libertà economica sarà più incline a sottomettersi al “padrone” istituzionale che gli dà la mancia, e parliamo di istituzioni oggi occupate da gente che ha in odio la democrazia. Provo dolore, di fronte allo spettacolo degli italiani costretti a rinunciare a lavorare, e quindi a sostentarsi economicamente, con la paura di chi vede esaurirsi anche gli ultimi risparmi. Le nostre città sono diventate spettrali: i cittadini già rimpiangono la vita che non c’è più, e che di questo passo non potrà esserci più, per lunghi anni.Al tempo stesso, però, questa è una grande occasione: è la grande occasione per mostrare chi è davvero coraggioso e chi è vigliacco, chi ha voglia di combattere e chi è soltanto un “leone da tastiera”, chi ha coscienza dei propri diritti e anche coscienza del proprio dovere, di difendere i suoi diritti e quelli degli altri. Durante l’estate appena trascorsa si credeva che sarebbero diminuite le restrizioni, e che il governo avrebbe inondato con una pioggia di miliardi le attività danneggiate. Si sperava che saremmo tornati a un trend di vita normale, ma così non è stato. Anzi: ci stanno proponendo un nuovo lockdown. Ebbene, ora la misura è colma. Il Movimento Roosevelt rivolgerà al governo un ultimatum, con misure per assistere gli italiani. E scenderà in campo la Milizia Rooseveltiana, per fare una rivoluzione, con le sue incursioni radicalmente teatrali. Abbiamo bisogno che, ogni settimana, gruppi “rooseveltiani” (anche esigui) infrangano il lockdown, infrangano il coprifuoco e si facciano portare nei commissariati, diventino dei “fuorilegge” riconosciuti, naturalmente nel senso alto e nobile della disobbedienza civile. E’ quella cosa per la quale, di solito, i rivoluzionari pacifici e nonviolenti vengono riconosciuti, dalle istituzioni e dello stesso popolo, come benemeriti eroi.Quindi, attenzione: chi scaglia bottiglie, sfascia le vetrine dei negozi e lancia molotov contro le forze dell’ordine non ha capito nulla. Spesso, poliziotti e carabinieri sono assolutamente simpatetici con le ragioni dei manifestanti: sono cittadini anche loro, e si rendono ben conto di trovarsi a fare i “cani da guardia” di qualcosa che è profondamente iniquo. Quindi solidarizzate, fraternizzate con le forze dell’ordine. Cercate, con loro e con l’opinione pubblica, una sintonia. E non si tratta nemmeno di demonizzare questi poveracci che sono al governo: sono solo camerieri e maggiordomi. C’è una volontà più proterva, che va oltre il governo italiano, anche se ricade su segmenti amministrativi e governativi. Noi dobbiamo testimoniare, di fronte all’opinione pubblica italiana, che – in modo reiterato e minuzioso – si può e si deve rintuzzare queste misure che sono state prese. Ci sono gli sguardi del mondo, sull’Italia. Facciamo in modo che il mondo diventi consapevole che il danno di questa pandemia non è nel virus, ma è nelle cattive misure politiche prese per fronteggiarlo.(Gioele Magaldi, dichirazioni rilasciate il 31 ottobre 2020 nella diretta web-streaming “Pane al pane”, di MrTv, su YouTube).Quel tanghero di Massimo Giannini, direttore della “Stampa”, ci ha appena detto che bisogna essere disposti a cedere quote di libertà in nome della salute? Nossignore: non si può essere disposti a sacrificare un bene certo, come la libertà, in nome di una salute che è soltanto presunta. All’inizio dell’esplosione pandemica ci avevano spiegato che tre quarti della popolazione mondiale si sarebbe infettata, visto l’alto tasso di contagiosità (e il basso tasso di letalità). Quindi, piuttosto che “cagarsi addosso” e vivere con la “museruola”, vivere di nuovo segregati nella depressione e nella distruzione ormai quasi completa del sistema economico ordinario, è meglio affrontare il rischio di un problema che, peraltro, molti stanno curando brillantemente a casa. Questo perché forse in ospedale ti curano anche peggio, e non scordiamoci che all’inizio della pandemia molti morti sono stati causati dalla negligenza del sistema sanitario, dalle scelte mediche attuate e dal terrorismo indotto, che ha gettato i cittadini, a valanga, a cercare rimedio nel posto sbagliato, mentre probabilmente bastava intanto una più adeguata prevenzione, e poi una serie di opportuni accorgimenti terapeutici.
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Abbiamo di fronte mesi terribili, avvelenati dalle menzogne
«Abbiamo di fronte dei mesi terribili, in ogni senso. Saranno terribili dal punto di vista economico per molti di noi, ma saranno terribili soprattutto da un punto di vista psicologico per tutti noi, perché ormai la barriera fra il mainstream e quelli che ancora pensano con il proprio cervello è diventata un solco invalicabile. E chi sta da questa parte è destinato a soffrire moltissimo, psicologicamente, perché vede chiaramente come le forze dall’altra parte siano centinaia di volte superiori alle nostre». Parole di Massimo Mazzucco, destinate agli utenti del suo blog, “Luogo Comune”, irrequieti di fronte all’inesorabile sfacelo che si sta manifestando in tutta la sua potenza: paesi verso il baratro del lockdown, economia votata alla catastrofe, società “impazzita” e ospedali descritti come presi d’assalto da migliaia di persone spaventate. In più: totale assenza di piani ordinati per scongiurare il peggio, curando a casa la maggioranza dei pazienti. Teoria e pratica del delirio, elevato a sistema: “Come organizzare un disastro”, titolava già a fine marzo il blog di Paolo Franceschetti, parlando del “diario folle del coronavirus”. La tesi: è stato fatto tutto il contrario di quello che il buon senso avrebbe suggerito, se davvero la volontà fosse stata quella di trovare soluzioni.Ad aggiungere sconcerto, fra le tante, è l’ultima intervista di “ByoBly” al professor Pietro Luigi Garavelli, primario infettivologo dell’Ospedale Maggiore di Novara: la corsa autunnale al pronto soccorso nasce dall’inerzia delle autorità, che non hanno predisposto nessun protocollo per creare una diga contro l’epidemia di coronavirus, abilitando i medici di famiglia a intervenire tempestivamente con procedure concordate e farmaci efficaci, ormai notissimi. Peggio: a quasi un anno dall’inizio del dramma, non esiste ancora neppure un unico protocollo ospedaliero nazionale, valido per tutto il paese. E un farmaco salvavita come l’idrossiclorochina, in primavera rivelatosi decisivo nelle fasi iniziali della malattia Covid-19, non è più prescritto da nessuno (salvo esplicita richiesta, del medico e del paziente), dopo la “guerra” con cui Big Pharma – tramite un articolo menzognero del “Lancet” – si è sbarazzata del celebre antimalarico, collaudatissimo ma poco costoso. La tragedia è un’altra ancora: come la stessa “ByoBlu” precisa, l’intervista a Garavelli non viene neppure proposta su YouTube, per evitare l’oscuramento del canale social.Siamo a questo: la verità – clinica, nella fattispecie – è diventata clandestina, come negli anni bui delle peggiori dittature, che pensavamo relegati nelle pagine dei libri di storia (oltre che nell’attuale Cina, ormai vicinissima). Vergogna urlante: da YouTube sono spariti gli esemplari video girati da “Come Don Chisciotte”, storica voce indipendente dei blog italiani. Immagini imbarazzanti: il pronto soccorso dell’ospedale Sacco di Milano (quello dell’arcigno professor Galli) praticamente deserto, con solo tre persone in attesa, e le vie di Stoccolma – capitale della Svezia che ha rifiutato lockdown e mascherine, puntando sull’immunità di gregge – affollate di umanità tranquilla, a zonzo per i negozi, con l’ospedale principale della città completamente libero da qualsiasi intasamento. Notizie raggelanti dal Canada, dove un deputato dell’Ontario, Randy Hillier, ha scoperto che il governo di Ottawa pensa a lockdown estesi fino all’estate 2021 e a imprecisati “campi di detenzione” per eventuali renitenti.Dal caos rabbioso di questi giorni, in Italia, emergono voci come quelle di Guido Bertolaso, già capo della Protezione Civile: segnala che gli ospedali ricevono dalle Regioni 2.000 euro al giorno per ogni paziente, a prescindere dalla gravità delle sue condizioni di salute, dando quindi forma a una sorta di grottesco business dei ricoveri, dove gli anziani in crisi respitoria vengono contati insieme agli asintomatici positivi al tampone, semplicemente spaventati dall’allarmismo televisivo e non intercettati, a monte, da nessuna rete sanitaria ragionevole costituita dai medici di base. Se l’intero Occidente sembra in preda al panico, coi governi che appaiono in stato confusionale, l’Italia eccelle: il dicastero della sanità è tuttora retto dal ministro che ad aprile rifiutò di rispondere ai 30 specialisti che gli segnalavano l’efficacia del banale cortisone, mentre a Palazzo Chigi, all’ombra dell’oscuro premier venuto dal nulla, opera la “task force” contro le “fake news” che censura il web, oscurando le notizie scomode e privando i cittadini dell’unica fonte potenzialmente attendibile di informazioni vitali.Paura, angoscia, insicurezza e rabbia: c’è chi ancora perde tempo a insultare chi la pensa diversamente. Il culmine della follia passeggia sui social, esibendo il revival fotografico di medici e infermieri presentati come gli “eroi” della “prima ondata”, testimonial viventi della verità ufficiale, quella del Grande Terrore, drammaticamente superiore a quella dei poveri scettici, trasformati (medici e scienziati compresi) in mentecatti irresponsabili e incorreggibili “negazionisti”. Visto?, dicono: avevamo ragione noi. La soluzione? Tremare di paura, a vita. Trincerarsi in casa per sempre, e obbedire a qualsiasi ordine. Vietato pensare, vietato informarsi, vietato ragionare sulla base di dati certi. Vietato parlare, vietato respirare, vietato dissentire o anche solo avanzare perplessità. Vietatissimo smascherare i tanti imbrogli di questa storia sanguinosamente fraudolenta e verminosa, fatta di decretazione emergenziale e terapie proibite, autopsie pazzescamente negate e salme incenerite d’imperio, nel silenzio spettrale – televisivo – dei cortei funebri di camion militari.La verità è altrove: un pensiero che era solo un sospetto, e che oggi esplode davanti agli occhi di chiunque abbia un briciolo di cervello ancora funzionante, non ancora disabilitato dalla disinformazione terroristica quotidiana, imposta a mano armata da un mainstream che ha gettato la maschera e ormai si mostra violento e aggressivo, con la vocazione totalitaria di chi non tollera più la minima voce dissonante e quindi la emargina, la soffoca, la spegne. A prescindere dalle libere opinioni di ciascuno – in materia sanitaria o politica – non può sfuggire il carattere esiziale del momento, se persino un alto prelato come l’ex nunzio apostolico negli Usa sostiene che il maledetto virus che ha paralizzato il mondo è stato solo il mezzo per instaturare una sorta di dittatura planetaria, destinata ad azzerare la democrazia e le libertà dell’individuo, la sua dignità di essere umano, dando corso a un piano “infernale” di dominazione definitiva, capace di archiviare nel modo più spietato l’intera nostra civiltà, ovvero la modernità forgiata alla fine del Settecento dalle rivoluzioni massoniche contro l’assolutismo dell’Ancien Régime sorretto dal plurisecolare oscurantismo vaticano, nemico della scienza del progresso.In uno dei suoi tanti capolavori, “Piccolo testamento”, Eugenio Montale evoca il giorno in cui «spenta ogni lampada, la sardana si farà infernale», e allora «un ombroso Lucifero scenderà su una prora del Tamigi, dell’Hudson, della Senna, scuotendo l’ali di bitume semi-mozze dalla fatica, a dirti: è l’ora». Il grande poeta pensava alla marea hitleriana della Seconda Guerra Mondiale. Quella il corso – la Terza? – obbliga gli spettatori frastornati, molti dei quali atterriti dalla rovina economica che sta per inghiottire le loro famiglie per prime (poi seguiranno anche le altre, inevitabilmente), a farsi qualche domanda sulla natura di questo potere, abbondantemente bugiardo, che sta abilmente “sovragestendo” il panico in tutte le sue declinazioni: sanitaria, sociale, economica, politica, psicologica. Tutto crolla, giorno per giorno: lavoro, scuola, consumi, sicurezza, Pil, certezze, visione del futuro. E la perdita di ogni riferimento socio-culturale, persino antropologico, viene spacciata come fatalità a cui rassegnarsi, verso una “nuova normalità” vagamente mostruosa.Il Grande Terrore sta dettando i tempi della sua agenda: si è imposto come un tiranno, ringhiando, e riducendo al silenzio qualsiasi potenziale antagonista. La vita stessa è diventata una questione di coronavirus. Nessuna umanità, da parte dei reggenti: nessuna compassione, nessuno sforzo di sincera comunicazione, di condivisione. Regna il caos, l’incorenza assoluta: si abbaiano ordini, non si spiega mai niente. Ricorda qualcosa, questo? Qualcosa che non avremmo mai voluto rivedere? E’ precisamente di questo, che molti forse hanno bisogno, per cominciare a capire – meglio tardi che mai – in che razza di guaio è sprofondato, il genere umano preso in giro per decenni con leggende economiche e religioni scientiste? Domande inevitabili: in mezzo all’oceano di mediocrità e incapacità esibite a ogni livello politico, governativo e amministrativo, si può leggere anche il filo rosso (o meglio, nero) di una regia sapiente, al servizio dell’apocalisse? L’eventuale guarigione, par di capire, non potrà che passare dalla capacità di trovare finalmente una risposta – chiara, seria – all’unico quesito, decisivo, sulla vera origine di questa crisi, i cui effetti (devastanti) sono solo una conseguenza, aggravata dallo stato comatoso del sistema-mondo.«Abbiamo di fronte dei mesi terribili, in ogni senso. Saranno terribili dal punto di vista economico per molti di noi, ma saranno terribili soprattutto da un punto di vista psicologico per tutti noi, perché ormai la barriera fra il mainstream e quelli che ancora pensano con il proprio cervello è diventata un solco invalicabile. E chi sta da questa parte è destinato a soffrire moltissimo, psicologicamente, perché vede chiaramente come le forze dall’altra parte siano centinaia di volte superiori alle nostre». Parole di Massimo Mazzucco, destinate agli utenti del suo blog, “Luogo Comune“, irrequieti di fronte all’inesorabile sfacelo che si sta manifestando in tutta la sua potenza: paesi verso il baratro del lockdown, economia votata alla catastrofe, società “impazzita” e ospedali descritti come presi d’assalto da migliaia di persone spaventate. In più: totale assenza di piani ordinati per scongiurare il peggio, curando a casa la maggioranza dei pazienti. Teoria e pratica del delirio, elevato a sistema: “Come organizzare un disastro”, titolava già a fine marzo il blog di Paolo Franceschetti, parlando del “diario folle del coronavirus”. La tesi: è stato fatto tutto il contrario di quello che il buon senso avrebbe suggerito, se davvero la volontà fosse stata quella di trovare soluzioni.
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Brutte notizie: inferno in arrivo, nel Paradiso degli Imbecilli
Nel Paradiso degli Imbecilli, è chiamato antieuropeista chi giudica con severità lo squallore rapace di Angela Merkel e degli altri criminali che hanno retrocesso la Grecia nel terzo mondo e alterato i conti della Germania per alterare quelli dell’Europa. Hanno inflitto ai popoli infinite sofferenze sulla base di regole truccate, escogitate da conventicole segrete, di natura esoterica, animate da sete di potere e inconfessabili mire privatistiche. Nel Paradiso degli Imbecilli, i grandi ladri e i sommi imbroglioni di quest’epoca diventano statisti, rinomati influencer, valorosi attivisti al servizio di tutte le cause possibili, tranne una: quella della libertà dell’umanità e del riscatto dell’homo sapiens dalla sottomissione fraudolenta al quale è sottoposto, avendo rinunciato lui per primo, da gran tempo, a rassegnarsi all’idea di dover lottare per la propria dignità. Nel Paradiso degli Imbecilli, il bambino che osa dire che il Re è nudo è chiamato irresponsabile, sciagurato, folle negazionista. Se fosse meraviglioso come lo raccontano, il Paradiso degli Imbecilli, dovrebbe ospitare solo moltitudini gioiose, letteralmente invase dalla felicità. Non è così? Qualcosa non quadra? Non sta “andando tutto bene”?A turbare il Paradiso degli Imbecilli, infatti, è arrivato uno stranissimo virus – non certo il primo nella storia, e sicuramente neppure l’ultimo. Questo, però, dispone di un potere da far invidia ai suoi illustri “colleghi” precedenti, tragicamente ben più letali: il potere di paralizzare il mondo, devastando l’economia e abituando gli esseri umani a qualcosa di anche peggiore, cioè una vera e propria mutazione antropologica, in base alla quale un bene fino a ieri dato erroneamente per scontato – la libertà, da cui il diritto alla dignità economica – viene messo in archivio, in attesa di tempi migliori (che non arriveranno, stando almeno ai segni che si addensano nell’aria). Il peggiore di questi segni viene dal Canada, dove un deputato dell’Ontario ha scoperto che il governo di Ottawa sta preparando imprecisati “campi di detenzione” per i cittadini che dovessero opporsi al lockdown universale prossimo venturo, destinato a prolungarsi fin quasi alla fine del 2021. Questo, almeno, secondo il comitato governativo canadese sul cui operato sovrintende il primo ministro obamiano Justin Trudeau.Su “Scenari Economici”, Nicoletta Forcheri spiega: un’emergenza sanitaria così abnorme e spropositatamente dilatata, cestinando qualsiasi residuo diritto democratico, è solo l’alibi per il grande “reset” finanziario universale evocato a Davos e negli altri santuari del potere mondiale, tra salotti in cui dominano i soliti cognomi (Soros, Gates, Rockefeller e compagnia complottante). Fantasie? No: atti governativi, portati allo scoperto. Avvisaglie? Infinite: parlano da soli gli arresti eseguiti nello Stato australiano di Victoria (Melbourne), con manette scattate ai polsi di semplici cittadini che, da casa, avevano osano manifestare il loro dissenso con un post su Facebook. Il guaio è che alcune cose a volte accadono davvero, ma nel Paradiso degli Imbecilli si preferisce non saperle. Non è una novità. «Se dall’interno dei Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire nelle vostre case ciò che a noi viene inflitto qui». Lo scrive Primo Levi in “Se questo è un uomo”, come ricorda adesso – non casualmente – la stessa Forcheri.C’è una “magia” che ci tiene prigionieri, da molto tempo? Esatto: sta tutto qui il senso del successo della saga di Harry Potter, creata da Joanne Kathleen Rowling, cresciuta nelle retrovie di Amnesty International e poi “illuminata” sulla situazione mondiale da preziose imbeccate ricevute dall’aristocrazia massonica progressista, quella che sta lottando per riaccendere la luce, nel Paradiso degli Imbecilli dormienti. Ci avevano provato altri autori, per esempio nel cinema: intellettuali come Andy e Larry Wachowski (gli sceneggiatori di “Matrix”), o il regista Peter Weir, che nel 1998 presentò “The Truman Show” e l’anno seguente l’altrettanto indimenticabile “L’attimo fuggente”, con la scena finale – profetica, rivista oggi – degli studenti che si arrampicano sui banchi sfidando l’autorità, in segno di solidarietà verso l’uomo che aveva aperto loro gli occhi, il professor Keating.Di cosa si era parlato, ultimamente, nel Paradiso degli Imbecilli? Di niente. L’Italia del pre-lockdown si era scannata in dispute grottesche: Salvini e le Sardine, le sparate di Grillo, gli strafalcioni di Conte e Di Maio, le gaffe di Zingaretti. L’ultimo politico in circolazione in tempo di pace, Matteo Renzi, era caduto anche lui nel pantano della neolingua. A parte gli stucchevoli inglesismi-fregatura (Jobs Act su tutti), era inciampato nel semplicismo di un vocabolo mercantile (rottamazione) e nell’infantilismo ostentato di un termine fuorviante: ripartire. Mentiva, il giovane fiorentino? Sapeva perfettamente che non ci sarebbe stata nessuna “ripartenza”, affidando metà di Poste Italiane (azienda-modello, in attivo) a uno dei tre padroni supremi del pianeta, cioè BlackRock. Mentiva agli italiani, mentre – di nascosto – bussava al salotto segreto dei Bush, per il tramite del diletto Tony Blair, primo fabbricante delle prove false contro Saddam, da cui la criminale invasione dell’Iraq. Tralasciando il minuscolo Renzi: che sonni si dormivano, all’epoca, nel Paradiso degli Imbecilli?Gli stessi che si dormono ancora oggi, parrebbe di capire, dando un’occhiata alla dark room televisiva dell’eterno riposo, passata in pochi mesi dal letargo cosmico al terrore quotidiano sapientemente dosato. Non che cambi il risultato: stare a casa, buoni e zitti, in attesa che la provvidenza intervenga. Qualcuno comincia a protestare, giù in strada? Alla buon’ora: ma anche questo era previsto, così come le prossime mosse in arrivo, incluso magari un classico coprifuoco. Intanto, il banco stravince: la neolingua dilaga, le ambulanze ululano, gli oppositori devono subire l’affronto di essere chiamati ormai universalmente con quel nome infame, negazionisti. Siamo a un bivio della storia dell’umanità? C’è chi parla addirittura di speciazione: da una parte le pecore, dall’altra gli individui che non si rassegnano all’ovile. Accade ogni giorno, nel Paradiso degli Imbecilli: dalle finestre, non manca chi raglia contro gli untori, cioè i ragazzi della movida con la birra in mano davanti ai bar. Il mondo crolla, e i ciechi sbraitano contro i dehors. Non vedo, non sento, non parlo. Non capisco niente, ma mi rassegno a rifugiarmi sotto il tavolo, foss’anche per sempre.A vociare animosamente, nel Paradiso degli Imbecilli, sono i cosiddetti privilegiati: i cittadini momentaneamente al riparo, perché percettori di pensione o stipendio fisso. Assistono allo sfacelo della libera impresa – almeno, nei casi di cecità non totale – ma non riescono a prevedere che, di fronte a un crollo epocale, nessuno sopravviverà: nemmeno le loro pensioni, nemmeno il loro pubblico impiego. Però la divisione, intanto, è devastante: e il cattivo regista si gode lo spettacolo delle vittime che si azzuffano tra loro. Ottima premessa, questa, per continuare a infliggere il peggio: misure in apparenza incomprensibili, disperatamente inutili ma micidiali, letteralmente devastanti e capaci di mettere fine all’Italia così come la si era conosciuta. Fine di qualsiasi orizzonte di pace, dignità e prosperità. E il povero Conte non è che uno dei tanti esecutori, a livello mondiale, di un’inerzia rovinosa che solo i condomini più ottusi del Paradiso degli Imbecilli riescono ancora a non vedere.L’apocalisse in corso rivela l’avvento di una specie di inferno universale, formato gabbia, dove non sarà più consentito essere liberi? Nel caso, è bene ricordare che gli inferni – come le prigioni – si costruiscono mattone su mattone: basta stabilire che la moneta passa in mani private, che lo Stato deve smettere di spendere, che la democrazia è eccessiva, che la disoccupazione deve essere considerevole, che il futuro non deve più essere una garanzia per nessuno. Ci si arriva in molti modi: con l’omicidio mirato di leader scomodi, con il terrorismo, con le crisi finanziarie pilotate, con la compravendita di politici, sindacalisti, economisti e professori, giornali e televisioni. Ci si arriva per gradi, lentamente, isolando le voci fastidiose e relegandole in un limbo da cui non potranno più nuocere. Se poi qualcuno si ribella e si inventa una rete di informazioni riservate da spiattellare ai quattro venti, lo si rinchiude come un animale strano: se ne farà un caso internazionale, ma poi l’oblio seppellirà tutto.Julian Assange, Edward Snowden: due tizi che ci hanno provato, ad avvisare per tempo gli abitanti del Paradiso degli Imbecilli. Uno è detenuto nel Regno Unito, l’altro è riparato in Russia. Il termine paradiso, ricorda l’impeccabile Mauro Biglino, viene dal persiano “pairidaèsa”, che significa “giardino recintato e protetto”. E’ la traduzione – attraverso il passaggio intermedio, iranico – dell’espressione biblica Gan Eden, attraverso cui la Genesi descrive una sorta di piantagione affidata a lavoratori speciali, gli Adamiti. A spezzare i recinto, nell’Antico Testamento provvede la prodigiosa scoperta della conoscenza. Oggi è il filo spinato a delimitare il Paradiso degli Imbecilli. Una recinzione mentale, prima ancora che fisica, per moltitudini ormai in preda al panico. «Dal 4 novembre, di Covid non sentirete parlare più», ha appena detto Donald Trump. Alzi la mano chi non capisce – battuta a parte – quale sia la vera posta delle imminenti presidenziali americane, e perché tanto accanimento, anche criminale, venga profuso per evitare a tutti i costi la rielezione dell’uomo che promette di cominciare a demolirlo, il Paradiso degli Imbecilli, prima che il recinto si chiuda davvero attorno a tutti noi, dormienti e non.(Giorgio Cattaneo, “Inferno in arrivo, nel Paradiso degli Imbecilli”, dal blog del Movimento Roosevelt del 27 ottobre 2020).Nel Paradiso degli Imbecilli, è chiamato antieuropeista chi giudica con severità lo squallore rapace di Angela Merkel e degli altri criminali che hanno retrocesso la Grecia nel terzo mondo e alterato i conti della Germania per alterare quelli dell’Europa. Hanno inflitto ai popoli infinite sofferenze sulla base di regole truccate, escogitate da conventicole segrete, di natura esoterica, animate da sete di potere e inconfessabili mire privatistiche. Nel Paradiso degli Imbecilli, i grandi ladri e i sommi imbroglioni di quest’epoca diventano statisti, rinomati influencer, valorosi attivisti al servizio di tutte le cause possibili, tranne una: quella della libertà dell’umanità e del riscatto dell’homo sapiens dalla sottomissione fraudolenta al quale è sottoposto, avendo rinunciato lui per primo, da gran tempo, a rassegnarsi all’idea di dover lottare per la propria dignità. Nel Paradiso degli Imbecilli, il bambino che osa dire che il Re è nudo è chiamato irresponsabile, sciagurato, folle negazionista. Se fosse meraviglioso come lo raccontano, il Paradiso degli Imbecilli, dovrebbe ospitare solo moltitudini gioiose, letteralmente invase dalla felicità. Non è così? Qualcosa non quadra? Non sta “andando tutto bene”?
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Sileri: follia bloccare l’Italia facendo “terrorismo” sul Covid
In terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale. Il numero dei positivi è altissimo, ma la maggior parte di loro non è malata: bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo. Stiamo paralizzando un paese in attesa di omologare i test salivari: inconcepibile. È assurdo, quello a cui stiamo assistendo, con migliaia di persone che prendono d’assalto i pronto soccorso per sintomi sovrapponibili a quello del Covid, oppure file interminabili per fare un tampone. Avere più offerta diagnostica, più semplice del tampone e fruibile dai medici di medicina generale (nelle farmacie o nel privato e, perché no, anche negli studi dentistici) aiuterebbe il sistema in toto. La prima cosa da fare è aumentare la capacità diagnostica. Dividiamo la popolazione in tre fasce: basso, medio e alto rischio. Usiamo il test rapido antigenico per coloro che sono a basso e medio rischio e sottoponiamo solo la terza fascia al tampone; così si riescono a mappare 400.000 persone al giorno e non sprechiamo tamponi per soggetti che, non essendo contatti stretti, non sono a rischio elevato.Facciamo troppi tamponi alle persone sbagliate. Se io risulto positivo, si può fare il tampone ai miei assistenti, ma non a tutto il piano. Per gli altri basta un test antigenico rapido o salivare (che costa un quinto, e hai il risultato in un’ora anziché in cinque giorni). Con il Covid bisogna agire come con tutte le altre patologie. Nello screening del cancro del colon si prevede l’esame occulto fecale, e solo se questo dà un risultato positivo si procede alla colonscopia. Il vaccino non sarà una cosa rapida. Servono mesi per produrlo, come avviene per quello influenzale. E poi ancora non sappiamo quanto in realtà protegge e quali sono i suoi effetti collaterali. Credo arriverà prima il farmaco rispetto alla profilassi. Molte terapie le stiamo applicando già. Confido più di tutte in quella degli anticorpi monoclonali oppure nell’utilizzo di preparati iperimmuni ricavati dal siero dei guariti. Quanto al modo in cui il governo sta affrontando questa ondata dell’epidemia, io sono per allargare il tavolo del Comitato Tecnico Scientifico e renderne più trasparenti le logiche e le modalità operative. Mi pare doverosa la trasparenza di questi tempi: non si possono affidare a consulenti di nomina governativa decisioni fondamentali per tutto il paese.Il 25 marzo 2023, quando sarà finito tutto questo, mi si troverà al San Raffaele di Milano, dove ho vinto un concorso del 2016. E’ l’ospedale dove lavora anche Alberto Zangrillo, che ha ricevuto critiche da chi non ne capisce. Io ho avuto il Covid, e quando sono stato male io stesso dissi a molti che, se qualcosa fosse andato storto, il San Raffaele sarebbe stata la sede per il ricovero. Zangrillo disse che il coronavirus era “morto”? Ha usato un’espressione infelice, ma molti degli addetti ai lavori hanno capito benissimo che cosa intendesse: che il virus non arrivava più in terapia intensiva. Ora sì, il virus circola, più persone rischiano di andare in terapia intensiva. Ma ci sono differenze. Durante la prima ondata si moriva in casa e il medico arrivava due giorni dopo il decesso. Ora non è più così. Gli scienziati hanno punti di vista personali differenti, ma anche rivalità accese. Le parole di Zangrillo sono state strumentalizzate. Mi sembra che a volte molti miei colleghi in camice utilizzino la Tv per sfide e scopi personali. Io andrò al San Raffaele di Milano perché è l’eccellenza in Italia.(Pierpaolo Sileri, dichiarazioni rilasciate a “Libero”, riprese il 26 ottobre 2020 da molti giornali e dall’agenzia AdnKronos. Viceministro della salute, il dottor Sileri è un chirurgo con 25 anni di esperienza ospedaliera).In terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale. Il numero dei positivi è altissimo, ma la maggior parte di loro non è malata: bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo. Stiamo paralizzando un paese in attesa di omologare i test salivari: inconcepibile. È assurdo, quello a cui stiamo assistendo, con migliaia di persone che prendono d’assalto i pronto soccorso per sintomi sovrapponibili a quello del Covid, oppure file interminabili per fare un tampone. Avere più offerta diagnostica, più semplice del tampone e fruibile dai medici di medicina generale (nelle farmacie o nel privato e, perché no, anche negli studi dentistici) aiuterebbe il sistema in toto. La prima cosa da fare è aumentare la capacità diagnostica. Dividiamo la popolazione in tre fasce: basso, medio e alto rischio. Usiamo il test rapido antigenico per coloro che sono a basso e medio rischio e sottoponiamo solo la terza fascia al tampone; così si riescono a mappare 400.000 persone al giorno e non sprechiamo tamponi per soggetti che, non essendo contatti stretti, non sono a rischio elevato.
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Il virus dei banchieri svende i paesi con i lockdown-paura
Il piano (da sventare) è questo: hanno deciso di bloccare le economie con ripetuti lockdown, causare una spaventosa crisi sociale, costringere gli Stati, le aziende e i privati a sovraindebitarsi: così che i banchieri, prestandoci la loro moneta creata dal nulla (e passando quindi per salvatori del mondo), possano impadronirsi di tutto e noi si finisca a lavorare, come schiavi cinesi, per pagare a loro gli interessi sui debiti. Lo afferma l’avvocato e saggista Marco Della Luna, che punta il dito contro Fmi e Bce, che avrebbero premuto per le nuove strette. Il giro di vite «metterà l’Italia come i banchieri franco-tedeschi la vogliono: a 90°, posizione detta ‘della troika’». Secondo Della Luna, la comunità bancaria mondiale si sta preparando: «Quando le economie saranno indebolite e indebitate dalle misure cosiddette anti-contagio, quando la popolazione sarà esasperata dalla povertà e dalla disoccupazione, quando ogni capacità di resistenza sarà fiaccata, allora si faranno avanti con la moneta che creano dal nulla grazie alla loro sovranità monetaria sottratta agli Stati, e compreranno tutto e tutti dalle macerie, istituzionalizzando il loro nuovo ordine sociale sul modello della dittatura cinese, con un pensiero unico obbligatorio e divieto di dissenso».Non saremo più padroni di nulla, sottolinea Della Luna: i governi saranno «perennemente commissariati dai banchieri», e noi «lavoreremo solo per pagare gli interessi sul nuovo debito, contratto col prendere a prestito denaro che essi creano dal nulla senza indebitarsi, e che anche gli Stati potrebbero creare dal nulla senza indebitarci, se i governanti non fossero i valletti stupidi dei banchieri predoni». Sovranità monetaria contro signoraggio: su questo, per Della Luna, «si giocherà la partita finale tra libertà e schiavizzazione». Insiste l’avvocato: «I governi stanno lavorando molto bene, per conto dei banchieri: hanno ritardato e sbagliato le misure di contenimento del contagio, hanno sbagliato diagnosi e protocolli di cura, hanno volutamente omesso di prescrivere l’assunzione di sostanze come la vitamina D e la vitamina C e altre, pure naturali, che proteggono dall’infezione e dalla malattia (ma costano poco e rendono poco a Big Pharma)». E ora continuano a imporre «misure assurde e improduttive che distruggono l’economia», persino le insalubri mascherine, «il che assicura che ci ammaliamo e che le statistiche restino alte e giustifichino il nuovo lockdown».Quello che Della Luna definisce «lo strangolamento dell’economia» è ritenuto necessario «per il piano dei banchieri e per sostenere l’avanzata cinese nel mondo». Pechino annuncia una crescita del 10% del suo export: «Stanno comperando tutto». Le nuove restrizioni colpiscono le attività produttive, quindi anche il reddito nazionale (che consente di pagare la sanità e gli altri servizi). E la catastrofe socio-economica fa più vittime del Covid-19. Inoltre, aggiunge Della Luna, «i governi stanno abituando la gente ad accettare sistematiche e radicali privazioni di diritti fondamentali e costituzionali, come il diritto di riunione politica, quello di spostamento, di libertà personale, di scelta terapeutica, di dissenso espresso». Di questo passo, «consegneranno al potere bancario una società non solo indebitata fino al collo, ma pure ammaestrata ad obbedire e a non opporre resistenza, e incapace di distinguere la realtà dalla mistificazione del regime e dei mass media». Sarà una popolazione «senza coscienza dei principi del diritto, della democrazia, della legalità», e quindi «semplicemente perfetta per un nuovo ordine zootecnico».Indifferente alle denunce di illegittimità che si levano da illustri costituzionalisti, «questa prassi di violazione della Costituzione continua ormai dal 31 gennaio, appoggiata dai mass media in coro e non ostacolata dal presidente della Repubblica», mentre le opposizioni «non si oppongono», sulle fondamentali questioni di legalità costituzionale. «Ma che senso avrebbe opporsi – si domanda Della Luna – data l’indifferenza morale e politica della popolazione bovina, che non si interessa alla legalità costituzionale, alla libertà, alla dignità?». Dal canto suo, l’avvocato non si sottrae alla necessità di formulare un Piano-B. «Cosa farei io contro la pandemia? Innanzitutto, ripristinerei la legalità costituzionale revocando i provvedimenti illegittimi come lo stato di emergenza e i Dpcm». Dopodiché, «preso atto che il virus è dappertutto, e che tutti verremo prima o poi in contatto con esso, quindi non ha senso proporsi di impedire il contatto», sarebbe meglio da un lato «rafforzare le difese dell’organismo per prevenire l’infezione o perlomeno minimizzare i sintomi», e dall’altro «diluire il contagio nel tempo, per non sovraccaricare le strutture sanitarie».In concreto, Della Luna propone un piano in 7 punti. Primo: distribuire gratis le vitamine D e C, nonché altre sostanze utili a migliorare le difese. Mascherine? No, grazie: «Imporrei l’uso del parasputi di plastica, che non costringe a respirare aria viziata attraverso un tessuto che si riempie di germi». Diradare gli incontri? Sì, ma in modo selettivo: «Limiterei gli assembramenti, soprattutto quelli superflui, ma non le riunioni culturali, politiche e religiose». Quanto allo “smart working”, sarebbe da limitare «in modo che non rallenti o deteriori la prestazione, soprattutto nella pubblica amministrazione». In via temporanea, meglio la didattica a distanza: «Chi è predisposto impara anche da casa, mentre gli altri imparano poco o niente anche se vanno a scuola». Tra i consigli: stroncare il consumo di tabacco, raddoppiando i prezzi delle sigarette. Ma soprattutto: «Emetterei moneta di Stato, senza debito, a circolazione nazionale in parallelo all’euro». Servirebbe a sostenere l’economia, gli investimenti utili, i redditi e i consumi, e quindi ad evitare disoccupazione e indebitamento, cioè infine «la svendita del paese agli speculatori».Della Luna mette nel mirino la Cina: «Preso atto che il Covid-19 ormai risulta essere il prodotto della ricerca militare cinese e che la sua diffusione sta tremendamente avvantaggiando l’espansionismo cinese nel mondo ai danni dell’Occidente», l’avvocato porrebbe apertamente, nelle sedi internazionali, il seguente problema: «La dittatura cinese potrebbe decidere di fabbricare e diffondere un virus all’anno, se le conviene nel quadro della sua strategia di potenza», e potrebbe farlo «anche a costo di milioni di morti cinesi e di un crollo momentaneo delle esportazioni cinesi» (crollo che peraltro non sta avvenendo, anzi: l’export del Made in China sta vivendo un vero e proprio boom, mentre il resto del mondo barcolla). «Infine, in sede militare – conclude Della Luna – farei presente che, se il Covid-19 viene usato come arma contro paesi membri della Nato o dell’Asean, allora la competenza a difenderci da esso spetta a questi organismi».Il piano (da sventare) è questo: hanno deciso di bloccare le economie con ripetuti lockdown, causare una spaventosa crisi sociale, costringere gli Stati, le aziende e i privati a sovraindebitarsi: così che i banchieri, prestandoci la loro moneta creata dal nulla (e passando quindi per salvatori del mondo), possano impadronirsi di tutto e noi si finisca a lavorare, come schiavi cinesi, per pagare a loro gli interessi sui debiti. Lo afferma l’avvocato e saggista Marco Della Luna, che punta il dito contro Fmi e Bce, che avrebbero premuto per le nuove strette. Il giro di vite «metterà l’Italia come i banchieri franco-tedeschi la vogliono: a 90°, posizione detta ‘della troika’». Secondo Della Luna, la comunità bancaria mondiale si sta preparando: «Quando le economie saranno indebolite e indebitate dalle misure cosiddette anti-contagio, quando la popolazione sarà esasperata dalla povertà e dalla disoccupazione, quando ogni capacità di resistenza sarà fiaccata, allora si faranno avanti con la moneta che creano dal nulla grazie alla loro sovranità monetaria sottratta agli Stati, e compreranno tutto e tutti dalle macerie, istituzionalizzando il loro nuovo ordine sociale sul modello della dittatura cinese, con un pensiero unico obbligatorio e divieto di dissenso».
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Epidemia di paura: l’incapace Conte sta suicidando l’Italia
Giuseppe Conte ha deciso di suicidare l’Italia: dopo l’inutile lockdown di 80 giorni e le altrettanto inutili misure di distanziamento, il “coprifuoco” di novembre minaccia la sopravvivenza di almeno 270.000 aziende, che secondo Confcommercio non riapriranno più. La stessa Cgil teme la perdita secca di un milione di posti di lavoro, non appena sarà inevitabilmente rimosso il divieto di licenziamento. Si annuncia la fine del sistema-paese, ormai prossimo al collasso, a causa di una sconcertante epidemia di paura? Il terrore – unica risposta psicologica finora offerta, di fronte all’insidia di un virus influenzale – sta rischiando di mettere ko gli ospedali, presi d’assalto da persone risultate positive al tampone, pressoché asintomatiche ma spaventate a morte dalla disinformazione uffuciale di questi mesi. Scambiando i contagiati per malati, il governo giallorosso – con il contributo determinante e criminoso dei grandi media italiani – ha sostanzialmente organizzato il più grande disastro della storia nazionale, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: a radere al suolo l’Italia non è il coronaviurs, ma l’epidemia di paura diffusa da Conte e dai suoi tecnici, dal ministro Speranza, dal Comitato Tecnico-Scientifico, da virologi “televisivi” e in generale da tutti i supporter del governo sorretto da Pd e 5 Stelle, non contrastato dall’opposizione.Una follia collettiva, fotografata alla perfezione dalla corsa ai tamponi (come se poi non si potesse contrarre l’infezione un minuto dopo aver ottenuto l’esito negativo). Alcuni medici alzano la testa, e qualcuno riesce persino a perforare il muro del pensiero unico, palesemente farlocco, smerciato da giornali e televisioni. La realtà si sta facendo largo a spintoni, meglio tardi che mai: e urla che le misure di distanziamento non servono a fermare il contagio, ma solo a distruggere il paese, con il pretesto di un virus che non è l’Ebola o la peste nera, e per il quale ormai esistono diagnosi sicure e terapie affidabili per una ragionevole guarigione, al netto di una quota purtroppo non eliminabile di criticità (pazienti fragili, anziani e gravemente malati). Ora è ufficiale: ad ammazzare l’Italia non è coronaviurs, ma le pazzesche, inutili e disastrose misure adottate per tentare di fermarlo, anche scavalcando la Costituzione. E mentre una quota rilevante di italiani ancora non vede la verità dei fatti, lasciandosi spaventare dallo spettro del Covid, milioni di cittadini scorgono benissimo quello che sta succedendo: sono costretti a perdere il lavoro. Tutto questo ha un’unica conseguenza catastrofica: il crollo dell’economia, e quindi della società. Chi finora è rimasto a casa nell’illusione di scampare alla tempesta, magari perché pensionato o dipendente pubblico, fra qualche settimana sarà obbligato ad aprire gli occhi: sarà la realtà stessa a franargli addosso.I primi tumulti scoppiati in alcune città, come Napoli e Roma, sono solo l’antipasto di quello che potrebbe accadere nei prossimi giorni. A nessuno è sfuggito il fatto che Sergio Mattarella abbia convocato il Consiglio Supremo di Difesa il 27 ottobre, cioè all’esordio del “coprifuoco” autunnale disposto da Conte e alla vigilia delle presidenziali negli Stati Uniti, dove è in gioco probabilmente il nostro stesso destino, se è vero che Donald Trump rappresenta oggi in Occidente l’unico possibile antidoto alla micidiale “epidemia di paura” diffusa su scala mondiale. Per la prima volta nella storia, negli Usa si annunciano elezioni “militarizzate”, con la polizia che dichiara apertamente di temere lo scoppio di rivolte, già a urne aperte e poi soprattutto all’indomani del voto, nel caso in cui il verdetto popolare non dovesse essere accettato dallo sconfitto. Se esplodessero pericolosi disordini negli Stati Uniti, l’Europa e l’Italia ne verrebbero investite, in modo indiretto ma pesantissimo. Anche per questo, forse, il Quirinale decide di consultare proprio adesso anche i militari? Saranno valutate tutte le opzioni possibili? L’Italia avrebbe un disperato bisogno di fiducia, verso il ritorno alla normalità. Il governo invece ha deciso di spaventare, colpevolizzare ed esasperare la popolazione, votandola alla catastrofe socio-economica: una responsabilità che potrebbe consegnare Conte alla storia, come l’uomo capace di azzerare il paese, gettando milioni persone nella paura, nella fame e nel caos.Giuseppe Conte ha deciso di suicidare l’Italia: dopo l’inutile lockdown di 80 giorni e le altrettanto inutili misure di distanziamento, il “coprifuoco” di novembre minaccia la sopravvivenza di almeno 270.000 aziende, che secondo Confcommercio non riapriranno più. La stessa Cgil teme la perdita secca di un milione di posti di lavoro, non appena sarà inevitabilmente rimosso il divieto di licenziamento. Si annuncia la fine del sistema-paese, ormai prossimo al collasso, a causa di una sconcertante epidemia di paura? Il terrore – unica risposta psicologica finora offerta, di fronte all’insidia di un virus influenzale – sta rischiando di mettere ko gli ospedali, presi d’assalto da persone risultate positive al tampone, pressoché asintomatiche ma spaventate a morte dalla martellante disinformazione ufficiale di questi mesi. Scambiando i contagiati per malati, il governo giallorosso – con il contributo determinante e criminoso dei grandi media italiani – ha sostanzialmente organizzato il più grande disastro della storia nazionale, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: a radere al suolo l’Italia non è il coronaviurs, ma l’epidemia di paura diffusa da Conte e dai suoi tecnici, dal ministro Speranza, dal Comitato Tecnico-Scientifico, da virologi “televisivi” e in generale da tutti i supporter del governo sorretto da Pd e 5 Stelle, non contrastato dall’opposizione.
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Se un giorno ci chiedessero di camminare a quattro zampe
Si sveglieranno anche i dormienti senza speranza, quelli in preda all’eterno riposo del letargo profondo, il giorno in cui qualcuno dovesse ordinare loro di camminare a quattro zampe, proprio come le pecore, magari perché il mitico virus galleggia a mezz’aria e quindi insidia solo chi passeggia eretto? Che faccia avrebbe fatto, l’Uomo di Vitruvio, se gli avessero raccontato che un giorno lontanissimo, nel 2020, sarebbero esistiti italiani in grado di circolare da soli, in aperta campagna, con il volto coperto e i polmoni in carpione, marinati a fuoco lento con pochissimo ossigeno e un’overdose di anidride carbonica? E se davvero esistesse, il mefistofelico Dottor Stranamore, cosa mai dovrebbe pensare di una popolazione siffatta, così docilmente ingenua? Si potrebbero concepire prede più facili? In altre parole: non c’è neppure gusto, se ad abboccare all’amo è il pesciolino rosso nella boccia. Siamo a questo? O meglio: com’è potuto accadere? Come ci siamo arrivati? Com’è che le notizie sono letteralmente sparite, lasciando il posto alle leggende? La risposta è banale: lentamente, a poco a poco. “Pedetemptim”, dicevano i latini. Versione recente, da cartoon: la storia della rana bollita. Un grado centigrado alla volta, niente traumi: si suda un po’, ma è per il nostro bene. E poi, andiamo, mica sarà per sempre. Questo pensa, il cervello, prima di essere lessato nel modo più impercettibile?E’ persino nauseante ricapitolare le tappe della lunga, lunghissima trafila messa in atto per la Grande Dismissione dell’intelligenza collettiva. Punto di partenza, l’aggettivo: la rimozione della dimensione comunitaria dell’esistere. Come se il singolo (produttore, consumatore) potesse fare a meno del sistema che gli consente di vivere, come soggetto che lavora, guadagna, crea profitto, spende soldi e quindi genera benessere diffuso. Le regole, appunto: il sistema. Su cosa si basa? Sulla velocità formidabile del mezzo di scambio più efficace, il denaro: un valore solo simbolico (le banconote non si mangiano) però perfettamente funzionale, addirittura rivoluzionario nel decretare la fine dell’era paleozoica del baratto. Di fronte al disastro epocale della finanza speculativa, l’estremismo millenaristico tende a cestinare radicalmente qualsiasi transazione mediata con il supporto della valuta, gettando via il bambino con l’acqua sporca. Ma dove saremmo, oggi, senza l’accelerazione prodigiosa innescata dalle prime banche medievali, dalle prime assicurazioni che garantivano la continuità degli scambi commerciali in mezzo a mari infestati di minacce? Per contro, oggi, gli illusionisti del debito pubblico sono riusciti a imporre la più spericolata delle magie: la presunta carenza di denaro, in un mondo dove ormai il denaro si crea necessariamente dal nulla.Se riesci a far credere che lo Stato abbia davvero speso troppo, ovviamente per colpa dei politici corrotti e dei cittadini incorreggibili, niente ti potrà più fermare: arriverai addirittura a paralizzare il pianeta con la più colossale pandemia di asintomatici della storia della medicina, al netto delle vittime (reali, purtroppo, ma non lontane – nei numeri – rispetto a quelle di un’influenza stagionale). A valle del blackout mentale, tutto capitola: e il corto circuito frigge tutte le zanzare che vuole, a cui racconta qualsiasi cosa, dopo aver accuratamente militarizzato le fonti ufficiali. I numeri sono sballati? L’allarme è gonfiato? Le misure sono intempestive, inadatte e spesso assurde? Non è vero: quella è roba da dementi complottisti. Esistono terapie efficaci, misteriosamente trascurate? Bastava trasferirle ai medici di base, tramite il ministero e le Asl, per affidare ai sanitari la soluzione per gestire al meglio, cioè da casa e in sicurezza, l’eventuale “seconda ondata” materializzatasi a orologeria, di cui si è andati affannosamente in cerca eseguendo improvvisamente milioni di test. Ed è possibile tollerare ancora tutto questo, scambiandolo per qualcosa che non sia una presa in giro? Là fuori, intanto, l’economia sta andando in pezzi. E il governo – immobile, di fronte alla catastrofe che ha procurato – si sente dire dal capo della polizia che gli agenti non faranno irruzione nelle case, interrompendo cene tra amici a parenti, perché in quel modo violerebbero l’articolo 14 della Costituzione.La verità è che l’impensabile sta avvenendo, giorno per giorno, sotto i nostri occhi. Si può tutto, ormai: la diga è crollata. In America, poi, siamo alle bande armate: violenti squadristi all’assalto, sotto le bandiere gloriose dell’antifascismo e quelle, altrettanto nobili, della lotta contro la segregazione razziale. E c’è chi ancora perde tempo con etichette ormai stucchevoli – l’America, la Cina – come se le nazioni fossero ancora tali, e non eterodirette da decenni tramite il poderoso lavorio di conventicole apolidi, senza più passaporti né frontiere, capaci di progettare disegni arditamente trasversali e inconfessabili. Infiniti gli indizi convergenti, nel delirio planetario che sovrintende alla gestione dell’arma letale, la paura: il terrorismo internazionale assistito da troppi 007 distratti, il panico climatico supportato dai grandi inquinatori ora ansiosi di tuffarsi nel paradiso finanziario “green”. E siamo al passaggio finale, tanto atteso: il disvelamento apocalittico. Fantascienza? Magari: parla da sola l’esultanza di Mister Tesla per gli esperimenti sui maiali, fortunati pionieri dell’inoculo di particelle “quantiche”, interattive. I cosiddetti cospirazionisti demonizzano Bill Gates, l’uomo-vaccino, ma è la televisione a presentare le mirabilie universali del microchip, di pari passo con la crociata definitiva contro la vera, grande minaccia per l’umanità: il denaro contante. Ebbene sì: l’homo sapiens rischia l’estinzione per colpa del tabaccaio all’angolo, del bar che ha omesso lo scontrino.Se tutte queste erano solo ciance per appassionati, fino allo scorso anno – solo ipotesi su cui argomentare (teorie, sospetti, opinioni discutibili) – ora l’arbitro ha fischiato, e la ricreazione è finita. Parola d’ordine: obbedire. Quand’è successo? Appena Trump ha detto stop a Xi Jinping. Il giorno dopo, il mondo ha scoperto l’esistenza di un posto chiamato Wuhan. Scorciatoie imperdonabili, di nuovo: additare “l’America” o “la Cina”. Perché è successo? Il Dottor Stranamore – sempre che esista – ha temuto che masse considerevoli potessero finire di svegliarsi, mandando a stendere un bel po’ di bellimbusti? I segnali non mancavano: le rivolte elettorali contro la politica-spazzatura, l’insofferenza per i vaccini obbligatori, le proteste per il wireless 5G. C’era anche l’immenso problema della finanza planetaria, finita in una bolla di fantastiliardi immaginari: serviva uno choc platealmente indiscutibile, capace di “resettare” i numeri del pianeta, proprio come avviene dopo una guerra mondiale? Porsi domande è la virtù di Socrate, dell’Uomo di Vitruvio. Domande elementari: cosa sta succedendo, e perché proprio adesso, e in questo modo. Chi evita l’ostacolo, rimanda solo il problema. Va a scuola con la mascherina, lavora da casa, si mette in fila senza protestare. Dà retta ancora alla televisione, e scopre che gli zombie del millennio scorso – D’Alema e Prodi, Bersani, Gentiloni – escogitano soluzioni geniali, rivoluzionarie: una patrimoniale sulla prima casa, per far fronte al collasso dell’economia.Daccapo: ma il denaro non è quel bene volatile che viene emesso all’occorrenza illimitatamente, e a costo zero? Da dove si immagina che escano, i miliardi con cui la Bce ha tenuto in piedi l’Italia in questi mesi? Se si pensa alla sottrazione, anziché all’emissione, non sarà perché l’intento non è esattamente quello di chi vuole salvare qualcuno? E poi: c’è qualcosa di non minaccioso, negli eventi che hanno devastato il 2020? Esiste qualche atto condiviso, non imposto, non inflitto punitivamente ai cittadini? Qualcuno ha registrato posizioni serie, correttamente argomentate, documentate da evidenze inattaccabili? Qualcuno ha assistito in televisione a un confronto aperto, dialettico e scientifico, fra tesi contrapposte? C’è chi può dire di aver ascoltato parole forti e chiare, almeno dall’opposizione? Qualcuno può pensare davvero che tutto questo sia normale? Che sia inevitabile, per il nostro bene, e destinato comunque a passare in fretta, senza strascichi?C’è chi parla persino di eterogenesi dei fini: non tutti i mali vengono per nuocere. Se la rana è quasi bollita, ma ancora viva, solo una gran fiammata potrebbe farla saltar fuori dalla pentola. Di questo un giorno bisognerà ringraziare l’oscuro Conte? Bisognerà essere grati allo sconcertante Speranza, il ministro che non si è degnato di rispondere ai medici che, già ad aprile, lo avvertivano delle proprietà sbalorditive del banalissimo cortisone, per guarire dal Covid? Di fronte a questo, e allo spettacolo quotidiano della rassegnazione imposta per decreto con disposizioni cervellotiche, senza timore di sconfinare nel ridicolo, viene da domandarsi dove porti, davvero, tutto questo male. E’ la fiammata dolorosa che ustionerà i dormienti e donerà la vista ai non vedenti? E a quale prezzo? E quando, esattamente? Forse il giorno in cui davvero, per assurdo, dovesse esserci richiesto di marciare a quattro zampe? Se questa fosse davvero la meta recondita, l’uscita di sicurezza per i superstiti dell’apocalisse, è difficile misurare la distanza che rimane, per raggiungerla. Si temono accelerazioni spaventose, a cominciare dall’esito delle presidenziali americane. Cadranno cocci ovunque? Verranno giù balconi, e poi palazzi?Niente sarà più come prima, ripetono i registi dell’emergenza infinita: loro sperano semplicemente di tracciare il gregge, per l’eternità, plasmandolo a loro piacimento. Cosa tecnicamente possibile, oggi, e in tempi brevissimi: grazie alla globalizzazione sistemica (incluse, appunto, le eventuali epidemie globali). A dire che cambierà tutto, però, sono anche i loro oppositori: certificano la fine di un sistema che, già prima, era marcio dalla testa ai piedi. Chi vincerà? Dipende anche dalle pecorelle, da noi ranocchie nella pentola: per quanto ancora resteremo lì a bollire? Uno dei nostri difetti – uno dei tanti – consiste probabilmente nella faziosità istintiva, nell’animosità che avvelena le dispute, diffondendo rancore. Davanti allo spettacolo cui ci tocca assistere oggi, non manca chi si ostina a scovare – pateticamente – differenziazioni politiche, vizi e virtù in base all’appartenenza di clan, alla scuderia elettorale, come se esistessero ancora vere differenze tra Fontana e Zingaretti, tra Di Maio e Renzi. Sul fronte opposto, chi è esasperato dagli abusi (governativi, ma anche regionali) tende a insultare i dormienti, definendoli complici e codardi. La zizzania – poveri scemi sottomessi contro mentecatti irresponsabilmente “negazionisti” – non fa che cementare le divisioni, ritardando l’ipotetico risveglio, ovvero l’intuizione: siamo tutti sulla stessa barca. Ci vuole tempo, certo. Quanto ce ne sarà concesso, ancora?(Giorgio Cattaneo, “Se un giorno ci chiedessero di camminare a quattro zampe”, dal blog del Movimento Roosevelt del 20 ottobre 2020).Si sveglieranno anche i dormienti senza speranza, quelli in preda all’eterno riposo del letargo profondo, il giorno in cui qualcuno dovesse ordinare loro di camminare a quattro zampe, proprio come le pecore, magari perché il mitico virus galleggia a mezz’aria e quindi insidia solo chi passeggia eretto? Che faccia avrebbe fatto, l’Uomo di Vitruvio, se gli avessero raccontato che un giorno lontanissimo, nel 2020, sarebbero esistiti italiani in grado di circolare da soli, in aperta campagna, con il volto coperto e i polmoni in carpione, marinati a fuoco lento con pochissimo ossigeno e un’overdose di anidride carbonica? E se davvero esistesse, il mefistofelico Dottor Stranamore, cosa mai dovrebbe pensare di una popolazione siffatta, così docilmente ingenua? Si potrebbero concepire prede più facili? In altre parole: non c’è neppure gusto, se ad abboccare all’amo è il pesciolino rosso nella boccia. Siamo a questo? O meglio: com’è potuto accadere? Come ci siamo arrivati? Com’è che le notizie sono letteralmente sparite, lasciando il posto alle leggende? La risposta è banale: lentamente, a poco a poco. “Pedetemptim”, dicevano i latini. Versione recente, da cartoon: la storia della rana bollita. Un grado centigrado alla volta, niente traumi: si suda un po’, ma è per il nostro bene. E poi, andiamo, mica sarà per sempre. Questo pensa, il cervello, prima di essere lessato nel modo più impercettibile?