Archivio del Tag ‘terrorismo sanitario’
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Il complotto del virus: chi ha fatto bingo con la catastrofe
Nel documento che abbiamo pubblicato su “Luogo Comune”, intitolato “Il complotto del coronavirus” e costituito da 200 slide, si ipotizza la disseminazione intenzionale del virus. Riepiloghiamo, si legge, gli scopi del complotto portato avanti dall’élite mondiale. Ridurre le libertà civili e il diritto di assemblea e di manifestazione. Rendere legali sistemi di controllo sempre più pervasivi (telecamere, droni, app, spyware). Fomentare la guerra tra poveri, istigando collaborazionisti inconsapevoli. Prolungare lo shock il più a lungo possibile (quarantena, distanziamento sociale, mascherina). Lucrare direttamente, con la pre-conoscenza degli eventi, nel settore economico-finanziario: per esempio, quelli che hanno scommesso sul crollo delle Borse nella primavera 2020. Ricomprare a pochi spiccioli le aziende che falliranno. Avere disponibilità di folle impoverite, che accetteranno lavori a condizioni degradanti. Lucrare direttamente nel settore medico, imponendo l’obbligo di vaccinazione per il Covid.Sempre nel settore medico, lucrare estendendo l’obbligo di vaccinazione antinfluenzale. Aggiungo l’obbligo per tutti gli altri vaccini, perché tra un po’ arriverà il “passaporto vaccinale”, senza il quale non potremo più fare nulla. Ancora: portare a compimento vari progetti sospesi per l’interferenza nella società civile, cioè il tanto ricercato bavaglio alla Rete. Sono anni che si disperano per cercare un modo per metterci il bavaglio, e adesso – con la scusa del Covid – hanno creato le task-force contro le “fake new” sul Covid; poi il Covid andrà via, ma le task-force contro le “fake news” rimarranno, ovviamente, e quindi avranno trovato il modo di mettere il bavaglio alla Rete. Poi: installazione e attivazione del 5G senza rispettare il principio di precauzione. Quante volte abbiamo sentito dire: poverini, gli studenti a casa, che non potevano seguire la didattica a distanza perché non avevano una buona connessione; corriamo tutti a mettere il 5G, così il bambino avrà il cellulare all’orecchio sempre acceso, anche quando va in bagno a fare la pipì.Altri vantaggi del complotto: giustificare l’introduzione fattiva della moneta elettronica a discapito di quella fisica. Indebitare le nazioni verso le banche, con strumenti quali il Mes. Eccetera, eccetera. Questa “laundry list” di vantaggi è praticamente infinita, ed è proprio quello che ti porta a pensare come sia impossibile che siamo di fronte a un evento naturale, cioè che questo virus sia arrivato per caso, dal pipistrello. Fa felici talmente tante persone, ai livelli alti (quelli che si occupano del controllo della popolazione) che non può essere una coincidenza. Nessuno è così fortunato da fare tombola 27 volte di seguito con un solo virus. E’ chiaro, che c’è dietro qualcuno che l’ha voluto.(Massimo Mazzucco, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti di “Border Nights” nella diretta web-streaming “Mazzucco Live” del 25 luglio 2020 su YouTube, in relazione al dossier “Il complotto del coronavirus” pubblicato su “Luogo Comune” il 19 luglio 2020).Nel documento che abbiamo pubblicato su “Luogo Comune”, intitolato “Il complotto del coronavirus” e costituito da 200 slide, si ipotizza la disseminazione intenzionale del virus. Riepiloghiamo, si legge, gli scopi del complotto portato avanti dall’élite mondiale. Ridurre le libertà civili e il diritto di assemblea e di manifestazione. Rendere legali sistemi di controllo sempre più pervasivi (telecamere, droni, app, spyware). Fomentare la guerra tra poveri, istigando collaborazionisti inconsapevoli. Prolungare lo shock il più a lungo possibile (quarantena, distanziamento sociale, mascherina). Lucrare direttamente, con la pre-conoscenza degli eventi, nel settore economico-finanziario: per esempio, quelli che hanno scommesso sul crollo delle Borse nella primavera 2020. Ricomprare a pochi spiccioli le aziende che falliranno. Avere disponibilità di folle impoverite, che accetteranno lavori a condizioni degradanti. Lucrare direttamente nel settore medico, imponendo l’obbligo di vaccinazione per il Covid.
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Dylan, Draghi e l’inferno Covid. Magaldi: presto la verità
«Forse gli italiani se lo meritano, un governo che li chiude in casa per un allarme gonfiato, poi li rovina economicamente lasciandoli senza soldi e li prende in giro fino alla fine, con promesse favolose, fino al miracolo (inesistente) dei mitici aiuti dell’Unione Europea: poche briciole che costeranno un prezzo salatissimo, e che arriveranno – forse – tra un anno, a piccole rate, quando ormai il peggio ci sarà crollato addosso, a partire dalle prossime settimane». Tanta amarezza, da parte di Gioele Magaldi, viene dall’impietosa fotografia degli ultimi mesi, che si prolunga nel cuore dell’estate: «Vedo ancora in giro gente con indosso la mascherina: c’è chi se la mette per passeggiare all’aperto, e chi la tiene sul viso mentre guida l’auto, da solo». Follia? E’ il risultato della micidiale manipolazione messa in atto, a tambur battente, dallo scorso febbraio. La paura di un virus ormai spento e debellato dai medici con terapie efficaci, ma tuttora presentato come minaccia invincibile. «C’è chi insiste nell’evocare “seconde ondate”, anche se persino il telegiornale di “Sky” ha ammesso che l’epidemia è praticamente finita». Gli italiani? «In maggioranza, hanno accettato di subire restrizioni spesso assurde, non motivate da alcuna ragione medica».
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Tso universale totalitario, la nuova normalità è psichiatrica
La gente vuole tornare alla “normalità”, dopo lunghi mesi di chiusura, depressione, distanziamento sociale, mascherine e paura. Accogliamo con sollievo la notizia, benché poco convinti della saggezza popolare al tempo della comunicazione di massa e della società-spettacolo, in cui le folle sono manovrate dall’alto con straordinaria facilità. La domanda, tuttavia, è un’altra: qual è la normalità nell’Occidente terminale degli anni Venti del secolo XXI? La questione è dirimente poiché tutto è stato capovolto, revocato in dubbio, sottoposto al giudizio impietoso della decostruzione, poiché la vita individuale e collettiva è tanto mutata in pochi anni, la nostra vita sottoposta a una serie di condizionamenti sempre più simili ad altrettante dittature: finanziaria, tecnologica, della sorveglianza, adesso anche sanitaria. Vogliamo fare qualche esempio della normalità a cui aspiriamo? Se un bimbo è attivo, vivace, è iperattivo o ipercinetico. Se, al contrario, è tranquillo e silenzioso, forse ha qualche sintomo di autismo. Se si annoia e si distrae a scuola è perché superdotato oppure ha un deficit di attenzione. Non è buono il generoso e malvagio il criminale: entrambi sono un po’ matti. Non siamo più tristi, ma depressi. Non siamo vigili, sempre all’erta, ma stressati.Se inventi una storia con l’immaginazione, non hai più fantasia di altri, ma deliri. Se per caso ti capita di pensare ad alta voce, hai una crisi psicotica. Se preghi, hai manie religiose. Se ti imponi con grande sforzo di sorridere dopo aver versato lacrime, sei bipolare. Le sofferenze sono traumi, le paure, fobie. Le abitudini sono compulsioni e i progetti, ossessioni. Usiamo a briglia sciolta il linguaggio della psichiatria: non se ne può concludere altro se non che viviamo in una società malata. E la malattia consiste precisamente nel fatto che abbiamo cessato di essere società, tanto meno comunità. Chiamiamo normalità, dopo il sinistro lockdown e il terrore distillato dal potere per i rischi di contagio, il ritorno alla condizione nevrotica cui ci eravamo assuefatti. Logico: siamo un aggregato casuale di bolle soggettive, aspiranti al reddito di cittadinanza, senza linguaggio né consistenza. Non sappiamo più che non si può condividere nulla senza un linguaggio comune, codici riconosciuti, sguardi che vanno nella stessa direzione.Ci fu bisogno di secoli di parole per consolidare il cristianesimo e decenni di libri ed enciclopedie per suscitare i Lumi. Adesso siamo invasi dai barbari, e conviene rammentare che il principale nemico dei barbari (in greco “coloro che balbettano”) è il linguaggio. Il nostro tallone d’Achille è la sensazione – infondata – di sicurezza e superiorità. Sono bastati meno di ottant’anni di relativa pace (pochi per una civiltà, solo la vita di un uomo, in fin dei conti), accompagnata dal progressivo disprezzo per la Storia, per dimenticare la linea, sempre troppo sottile, che separa la civilizzazione dalla barbarie. Distruggiamo le statue perché sono statue e stanno in piedi, erette, stabili. Se sono di santi, perché sono cristiani; se sono scrittori, perché furono uomini; se sono donne, perché sono bianche. Presto abbatteremo anche i lampioni, il cui torto è fare luce. La menzogna esiste dalla notte dei tempi, come scandalo e come contrasto alla verità. Ci hanno insegnato a riconoscerla, ma subito dopo a tollerarla. Ci siamo abituati e alla fine l’abbiamo trasformata in virtù. Siamo andati oltre: l’abbiamo abolita.Con la menzogna, abbiamo abrogato anche la verità: senza un linguaggio comune, sono indistinguibili entrambe. Avanziamo verso la decostruzione della stessa grammatica: già è considerato sospetto costruire una proposizione con soggetto, verbo e predicato. Asserire che due più due fa quattro è il segno sicuro di una mentalità reazionaria. Non abbiamo ritenuto sufficiente umiliare la semantica, abbiamo tagliato la testa alla grammatica e la esibiamo sulla punta della spada come prezioso trofeo. In nome di una nuova civilizzazione sempre più civilmente civilizzata, i barbari hanno preso il potere e hanno cominciato a dare un nuovo nome alle cose. Dopo la secolarizzazione, poteva arrivare solo la decostruzione e, finalmente, l’atto finale: il balbettio indistinto. Abbiamo ascoltato in un programma televisivo un uomo adulto bianco affermare di essere nero e una ragazza in gravidanza asseverare con inusitata serietà di sentirsi uomo. Tutti e due avevano l’apparenza di parlare, ma in realtà balbettavano.Se tutto è una costruzione sociale e più di ogni altra cosa lo è il linguaggio, si impone l’impresa di costruire un mondo nuovo sulla pura soggettività. Pochi, nel baccano indistinto di Babilonia, tentano invano di convincere che nel nuovo mondo nessuno sarà capace di capire alcunché per evidente, totale mancanza di codici comuni e significati accettati. La chiusura della mente va di pari passo con l’impossibilità di riconoscere spazi comuni e intendere linguaggi. In linguistica, una parola difficile pressoché sconosciuta, idioletto, indica l’insieme degli usi linguistici soggettivi, la particolare varietà del sistema linguistico propria di ogni singolo parlante. Ovviamente, milioni di idioletti individuali non costituiscono alcun alfabeto comune. Sappiamo di uomini che, sentendosi donne, pretendono di utilizzare le toilettes e gli spogliatoi femminili; non è lontano il momento in cui qualcuno pretenderà di essere capito parlando in aramaico.Dicono che Churchill fu colpevole di discriminazione e la regina Isabella di Castiglia ancor di più, nonostante abbia vietato la schiavitù: deserto, cancellazione della cultura. I barbari di ogni tempo amano il deserto, forse perché è piano. Impongono perciò la prassi rivoluzionaria-nichilista, innamorata della tabula rasa – di trasformare la civiltà in un immenso deserto. Se gliene hanno dedicate, siano abbattute le statue di Friedrich Nietzsche, che fece dire a Zarathustra: «Il deserto avanza. Guai a chi in sé cela deserti». Quando il deserto è grande come un’intera civilizzazione, quello è il tempo degli ultimi uomini. «Allora la terra si sarà rimpicciolita e su di essa andrà salticchiando l’ultimo uomo, colui che tutto rimpicciolisce. La sua schiatta è inestirpabile, come la pulce di terra; l’ultimo uomo è il più longevo. Abbiamo scoperto la felicità, dice ammiccando» (Friedrich Nietzsche, “Così parlò Zarathustra”). Una ben strana felicità, alla quale dobbiamo opporre la difficile arte di restare in piedi tra le rovine, sapendo che «è ritornato il tempo delle negazioni assolute e delle affermazioni sovrane» (Julius Evola, “Gli uomini e le rovine”).Il panorama è sconvolgente: uomini contro donne, femministe contro quelle che non lo sono in misura sufficiente, transessuali contro omosessuali e omosessuali contro eterosessuali. E tutti e tutte – peccato che nella lingua italiana manchi il genere neutro – contro il fantasma di una struttura razzista, maschilista, patriarcale e capitalista che, lo hanno finalmente scoperto, abita in ogni angolo del cervello dei bianchi. L’identitarismo soggettivo (!!!) è la forma patologica, sottilmente psichiatrica, per recuperare un senso di appartenenza che l’Occidente ha gettato dalla finestra da mezzo secolo. Agisce come elemento distruttivo che sprigiona una rabbia coltivata da tempo: da quando l’uomo europeo ha deciso che la miglior maniera di essere tale era smettere di esserlo. Dopotutto, Robespierre, Marx, Hitler, Lenin e Stalin erano di questa parte del mondo e ambivano – con notevole esito – a fare tabula rasa.Ciò che verrà dopo l’apoteosi iconoclasta sarà un totalitarismo narcotico diretto da un’Onu diffusa, dalle grandi Ong e da istituzioni dominate da privati straricchi come l’Organizzazione Mondiale della Sanità. I governi non saranno più che delegazioni consolari del potere e la popolazione mondiale, atomizzata e insieme omogeneizzata nei gusti, nelle idee e nell’aspetto, senza tradizioni né famiglia, si raggrupperà per autodifesa in identità artificiose, ostili, costantemente in lite tra loro. In nome del Bene Supremo Universale e della Pace Perpetua, si occuperà di soffocare i conflitti una fragile religione new age – liquida, estranea alla verità e aliena a qualsiasi intenzione di “tenere insieme”: religare, legare insieme, è la radice originaria della parola.La cultura odierna, che avvolta nei suoi stracci disprezza quanto ignora, è già ciò che aveva inteso Zarathustra: [gli uomini] «hanno qualcosa della quale vanno superbi. Come chiamano, però, ciò che li fa superbi? La chiamano cultura: essa li distingue dai pastori di capre». La filosofia – scienza della conoscenza, pensiero meditante – sarà tollerata solo come ancella della teologia dominante, climatica, animalista e Lgbt. Si provvederà a sfrattare definitivamente l’antropologia e la sociologia a favore della zoologia, mentre la storia sarà sostituita dall’isteria e la geografia gioiosamente abolita. Resisterà la psichiatria, scienza delle scienze nell’ardimentoso mondo nuovo. Aiuterà a sopportare tutto, tra pillole, dipendenze assortite e le etichette tassonomiche che ci raggrupperanno a seconda delle deviazioni indicate dalla Bibbia. Non quella di Gerusalemme, ma il Dsm, il manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali, tanto caro all’industria farmaceutica. Non esisteranno più i fatti, ma le interpretazioni, con l’eccezione delle Verità imposte sul momento dal Progresso. Ex cathedra, ma nel nome del Bene, dell’Uguale e del Neutro.La civiltà occidentale sta civettando con la decostruzione dal secolo XVIII, con spettacolare intensificazione dalla seconda metà del XX. Il salto di qualità attuale è una fase consistente nel distruggere la semantica, ossia la scienza dei significati destinati a essere definiti e cristallizzati da parole significanti e dalle relazioni fra le espressioni linguistiche e il mondo che dovrebbero descrivere. Colpa di una cultura politica addormentata, corriva, interessata solo all’amministrazione economica, che ci ha lasciato alle prese con codici truffaldini imposti affinché il linguaggio non serva alla verità. Si imporrebbe un duro lavoro di ricostruzione delle menti a partire dal linguaggio, un’opera alla quale nessuno pare interessato. Finanche il virus è stato combattuto con le parole più che con atti concreti: pensiamo al sintagma obbligato del “distanziamento sociale”. Un codice perverso e acrobatico: in una comunità la distanza è per costituzione a-sociale o anti-sociale. E’ un autentico genio del male l’inventore linguistico del distanziamento sociale.Citiamo Wikipedia, vangelo digitale politicamente correttissimo: «Il distanziamento fisico o distanziamento personale, mal conosciuto anche come distanziamento sociale, consiste in una serie di misure non farmaceutiche di controllo delle infezioni, con l’obiettivo di bloccare o ritardare la propagazione di una malattia contagiosa». Qualcosa di estremo, provvisorio, finalizzato, sta diventando la bandiera di un mutamento sostanziale nei rapporti tra le persone. Si tratta di un controsenso, degno della normalità psichiatrica a cui ci stiamo assuefacendo. Indovinò Basaglia con l’anti psichiatria, per cui la pazzia non esiste poiché malata è la società intera? Come si può definire “sociale” interporre distanze all’atto più normale, comune e umano di tutti, quello di vivere con gli altri? Dovrebbe saltare agli occhi – se li usassimo per vedere anziché per essere spettatori passivi di futili frammenti imposti dal sistema di comunicazione – che siamo vittime di un esperimento di ingegneria sociale su carne viva. Torniamo all’inizio, alla nuova normalità medicalizzata, dolcemente psichiatrica. Non siamo più solo conformisti, ma disciplinati. Per paura, pendiamo dalle labbra di un potere protettivo.Nel Sessantotto avevano abolito l’autorità. Sotto forma di rassicurazione contro una paura largamente enfatizzata, l’autorità è tornata, più insidiosa, pervasiva e indiscutibile di prima. Ben ti sta, stupido uomo bianco occidentale senza Dio, senza padri, senza eredi, senza storia, senza passato, stolto imbrattatore di statue col paraocchi di Oggi e del Progresso, credulo adoratore degli “esperti”. Sei passato dall’Ipse dixit di Aristotele a quello dei professori in camice bianco, dei ciarlatani a reti unificate, dei tecnici, degli “influencer”, delle ragazzine ecologiste con turbe psichiche. Sì, la nuova normalità è un grande Tso universale, il trattamento sanitario obbligatorio praticato a un’umanità di servi tremebondi e balbuzienti. Una servitù volontaria su cui scrisse pagine indelebili Etienne de La Boètie: qualunque tiranno detiene il potere fintanto che i sudditi glielo concedono. La libertà umana originaria è stata abbandonata come rifiuto tossico da una società corrotta che preferisce la comoda servitù del cortigiano alla dura condizione dell’uomo libero che rifiuta di essere sottomesso. Per i più, meglio la rassicurante mascherina distribuita dal potere che il volto libero esposto al sole e alle intemperie. C’è un bando di arruolamento tra i ribelli?(Roberto Pecchioli, “La nuova normalità psichiatrica”, dal blog di Maurizio Blondet del 16 luglio 2020).La gente vuole tornare alla “normalità”, dopo lunghi mesi di chiusura, depressione, distanziamento sociale, mascherine e paura. Accogliamo con sollievo la notizia, benché poco convinti della saggezza popolare al tempo della comunicazione di massa e della società-spettacolo, in cui le folle sono manovrate dall’alto con straordinaria facilità. La domanda, tuttavia, è un’altra: qual è la normalità nell’Occidente terminale degli anni Venti del secolo XXI? La questione è dirimente poiché tutto è stato capovolto, revocato in dubbio, sottoposto al giudizio impietoso della decostruzione, poiché la vita individuale e collettiva è tanto mutata in pochi anni, la nostra vita sottoposta a una serie di condizionamenti sempre più simili ad altrettante dittature: finanziaria, tecnologica, della sorveglianza, adesso anche sanitaria. Vogliamo fare qualche esempio della normalità a cui aspiriamo? Se un bimbo è attivo, vivace, è iperattivo o ipercinetico. Se, al contrario, è tranquillo e silenzioso, forse ha qualche sintomo di autismo. Se si annoia e si distrae a scuola è perché superdotato oppure ha un deficit di attenzione. Non è buono il generoso e malvagio il criminale: entrambi sono un po’ matti. Non siamo più tristi, ma depressi. Non siamo vigili, sempre all’erta, ma stressati.
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Inferno in arrivo: Italia, senza soldi una famiglia su tre
«Se si dà uno sguardo all’ultima indagine della Banca d’Italia sulle condizioni economiche del paese dopo il Covid, si avvertirà probabilmente un brivido freddo che percorre la schiena. Il 55% degli italiani si trova ad un passo dalla soglia di povertà. Un terzo delle famiglie italiane tra tre mesi non avrà più sufficienti riserve. L’ossigeno finirà in autunno e molti non avranno più nemmeno le risorse necessarie per comprare il pane. Quella che sta per arrivare è una ondata tale che trascinerà il paese in un vortice di caos e violenza mai visti dalla fine del secondo conflitto mondiale». Lo scrive Cesare Sacchetti, autore di un’articolata analisi del dramma italiano sul blog “La Cruna dell’Ago”. Sacchetti cita Massimo Cacciari, definito «uomo da sempre vicino agli ambienti globalisti», il quale «non ha avuto pudori nel descrivere ciò che sta per arrivare in Italia». Le sue parole infatti non lasciano spazio a dubbi: «In autunno la situazione sociale ed economica sarà drammatica, con pericoli per l’ordine sociale», ha detto il filosofo veneziano. «Per stare a galla, il governo dovrà coprirsi dietro il pericolo della pandemia e tenere le redini in qualche modo. Una dittatura democratica sarà inevitabile». A parte la definizione paradossale e ipocrita di “dittatura democratica”, è chiaro – sottolinea Sacchetti – a cosa si sta andando incontro.Secondo l’analista, quello nel quale stiamo piombando «è uno scenario da guerra civile, accuratamente voluto e preparato dal governo e dalle élite internazionali che lo dirigono». Lucida la fotografia: «L’attenzione del pubblico è stata interamente rivolta contro un virus che ad oggi non è stato in grado di fare più morti nel mondo della comune influenza stagionale, al netto di tutte le falsificazioni fatte sui numeri». Mentre le masse sono state messe le une contro le altre «magistralmente, e in maniera criminosa», per i dettagli del distanziamento, cioè l’uso di guanti e mascherine, «il regime è andato avanti e ha portato una sospensione delle libertà personali senza precedenti dal 1945». Per il momento, sembra che la prevista proroga dello stato di emergenza non ci sarà. Ma questo non cambia nulla, rispetto allo scenario che sta per arrivare: «La crisi ci sarà e sarà devastante, così come le possibili rivolte», scrive Sacchetti. «E’ a quel punto che la proroga oggi messa nel cassetto potrebbe essere ritirata fuori domani, per portare ad un’altra durissima repressione. Il pretesto sarà ancora una volta il Covid-19, e su questo avranno un ruolo fondamentale i media nel regolare al massimo la manopola del terrore del virus».Il punto massimo di rottura, aggiunge Sacchetti, sarà probabilmente raggiunto nei prossimi mesi: al che, il rischio di tumulti sarà estremamente elevato. Ecco perchè il virus “serve”, sostiene l’analista: «Serve a mantenere in vita il colpo di Stato consumatosi lo scorso gennaio». L’autore si domanda perchè «le élite mondialiste», che stanno «coordinando in diverse parti del mondo uno scenario di dittatura globale», si siano accanite così tanto, in modo particolare, contro l’Italia, che sarebbe uno snodo centrale per l’instaurazione del cosiddetto “nuovo ordine mondiale”. Sacchetti cita l’ex agente dei servizi segreti britannici, John Coleman, che nel libro “Il comitato dei 300” denunciò come la “morte” del nostro paese «fosse stata decretata molti anni prima da uno dei circoli più importanti del mondialismo, il Comitato dei 300, che a sua volta controlla fermamente il Club di Roma, fondato da Aurelio Peccei, uomo degli Agnelli, e il club Bilderberg, un altro gruppo globalista del quale fanno parte tra gli altri l’attuale capo della task-force del governo, Colao».L’attacco all’Italia, sempre secondo Sacchetti, sarebbe articolato anche sul piano religioso, colpendo il paese che ospita e custodisce la tradizione cristiana. In linea con il tradizionismo ottocentesco di monsignor Carlo Maria Viganò, l’analista accusa Bergoglio di essere complice «della strategia di secolarizzazione e scristianizzazione perseguita dalle élite contro l’Italia». In primo piano, nella riflessione di Sacchetti, resta però l’aspetto economico: il “colpo di grazia” impartito dal folle lockdown imposto dal governo Conte sarebbe solo l’ultimo passo della devastazione avviata negli anni ‘80 dalla privatizzazione dell’Iri, con Romano Prodi, e proseguita negli anni ‘90 da Mario Draghi. «Infine, il passaggio al disastroso modello economico ordoliberale, l’ingresso della moneta unica e la conseguente adozione di un cambio troppo pesante per i parametri dell’economia italiana – aggiunge Sacchetti – hanno dato un’ulteriore accelerazione al processo di deindustrializzazione del paese, a tutto beneficio del cartello mercantilista nord-europeo, rappresentato dall’industria tedesca e olandese, che di converso hanno beneficiato di un cambio artificialmente svalutato».Ora siamo alle battute finali, secondo Sacchetti. «E’ stato fatto un lavoro scientifico di demolizione di una nazione dal punto di vista materiale e spirituale, ma non si è ancora giunti al suo annichilimento totale. Serve qualcosa di ancora più devastante. In questo senso, la crisi da Covid si è rivelata perfetta, perché le previsioni economiche parlano di un crollo verticale del Pil pari a -12%». L’Italia, prosegue l’analista, sarà il paese che subirà quella che sarà considerata probabilmente «la più grave repressione economica della storia economica internazionale». Di fronte ad una situazione così drammatica, i disordini potrebbero essere inevitabili, «e il governo fantoccio nelle mani delle élite lo sa perfettamente: per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, mancherà il pane a milioni di persone». Ecco perché, secondo Sacchetti, «è necessaria la farsa della seconda ondata: per disinnescare qualsiasi tentativo di rivolta e usare il pugno duro della repressione dittatoriale contro le rivolte di piazza».Quando questa crisi raggiungerà l’apogeo e l’instabilità sarà totale, «allora con ogni probabilità questo traballante governo uscirà di scena, e i segnali di una sua dipartita precoce sembrano esserci già adesso». Lo stesso Sacchetti nota l’anomalo comportamento del viceministro della sanità, il grillino Pierpaolo Sileri: «Durante la crisi da Covid non osava pronunciare una parola contro il governo di cui fa parte», e ora invece «sembra essere investito da una sorta di incontinenza verbale acuta, che lo sta portando praticamente a rinnegare tutto quanto fatto dal suo stesso governo in materia di gestione Covid». Prove di fuga dalla nave che sta per affondare? La verità è che le l’élite che hanno sovragestito il Covid, manovrando il governo Conte, «stanno permettendo deliberatamente che il paese venga travolto dalla crisi», per poi passare alla “soluzione” già pronta: «Un altro governo tecnico, stavolta nelle mani di quello che appare ancora essere il candidato preferito dall’establishment, ovvero Mario Draghi, sicario economico che ha avuto un ruolo da protagonista nell’accompagnare il processo di smantellamento dell’Italia».Sacchetti non crede al “pentimento” dell’ex presidente della Bce: «Draghi a Palazzo Chigi darebbe il via all’ultima stagione di saccheggio della nazione, e gli ultimi residui gioielli in mano allo Stato verrebbero messi sul mercato a prezzi di saldo: non sarebbe altro che l’esecuzione del piano Colao», che prevede di cedere agli stranieri anche gli asset stratetgici, trasporti e infrastrutture, porti e aeroporti. «Sarebbe una privatizzazione di massa dell’intero sistema-paese». Qualcuno sostiene che Draghi sarebbe tornato alle sue origini progressiste e keynesiane? Sacchetti non ci crede: sul “Financial Times”, Draghi ha invitato a espandere i debiti pubblici, «senza dire però a quali condizioni e senza sottolineare che quella espansione, senza un ombrello della banca centrale che inietta moneta per garantire la solvibilità del debito, si rivelerebbe disastrosa».Secondo Sacchetti, quella clamorosa sortita sul quotidiano finanziario ha l’aria di essere un’abile mossa essenzialmente tattica e ingannevole, per evocare «la narrazione di una immaginaria conversione di Draghi», che nel frattempo ha incontrato di Di Maio e presto vedrà il vero capo del Pd (Franceschini), mentre Bergoglio lo ha appena “promosso” nella Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. «Dal caos sociale ed economico, volutamente preparato e orchestrato dai mondialisti, uscirà il governo che dovrà infliggere il colpo di grazia al paese», insiste Sacchetti: «In autunno si consumerà quindi l’aggressione finale del clan globalista contro l’Italia». In sostanza, «si sta per combattere una battaglia decisiva, che deciderà il destino di milioni di persone, non solo in Italia, ma nel mondo». Attenzione: «La madre di tutte le battaglie si combatterà in Italia, nel cuore dell’Occidente cristiano dove tutto ebbe inizio 2000 anni fa, e dove tutto sembra di nuovo finire oggi».«Se si dà uno sguardo all’ultima indagine della Banca d’Italia sulle condizioni economiche del paese dopo il Covid, si avvertirà probabilmente un brivido freddo che percorre la schiena. Il 55% degli italiani si trova ad un passo dalla soglia di povertà. Un terzo delle famiglie italiane tra tre mesi non avrà più sufficienti riserve. L’ossigeno finirà in autunno e molti non avranno più nemmeno le risorse necessarie per comprare il pane. Quella che sta per arrivare è una ondata tale che trascinerà il paese in un vortice di caos e violenza mai visti dalla fine del secondo conflitto mondiale». Lo scrive Cesare Sacchetti, autore di un’articolata analisi del dramma italiano sul blog “La Cruna dell’Ago“. Sacchetti cita Massimo Cacciari, definito «uomo da sempre vicino agli ambienti globalisti», il quale «non ha avuto pudori nel descrivere ciò che sta per arrivare in Italia». Le sue parole infatti non lasciano spazio a dubbi: «In autunno la situazione sociale ed economica sarà drammatica, con pericoli per l’ordine sociale», ha detto il filosofo veneziano. «Per stare a galla, il governo dovrà coprirsi dietro il pericolo della pandemia e tenere le redini in qualche modo. Una dittatura democratica sarà inevitabile». A parte la definizione paradossale e ipocrita di “dittatura democratica”, è chiaro – sottolinea Sacchetti – a cosa si sta andando incontro.
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Addio Italia, Conte ha prenotato la fine del sistema-paese
Solo un demente può scambiare per un mezzo successo la catastrofe italiana sigillata dall’ultimo vertice di Bruxelles: il paese che fu di Mattei, Moro e Pertini torna a casa scondinzolando per aver “ottenuto” dai padroni d’Europa il permesso di spendere 200 miliardi di euro, ma solo se farà il bravo. Una parte di quei soldi, la fetta più grossa, li dovrà restituire: sono soltanto un prestito. L’altra parte è a fondo perduto, ma non certo gratis: per averla, il paese dovrà obbedire al padrone, rassegnandosi a tagliare il welfare e alzare (ancora) le tasse. Stiamo parlando di un paese che da tre decenni è in avanzo primario: lo Stato spende, per i cittadini, meno di quanto i cittadini gli versino sotto forma di tasse. Per inciso: il paese in questione ha l’acqua alla gola, dopo i tre mesi di folle blocco imposto all’economia da un governo di spettri, sorretto da partiti terrorizzati all’idea di affrontare le elezioni. Secondo Bankitalia, si profila un autunno allucinante: una famiglia su tre non saprà più come arrivare a fine mese. Si temono rivolte, e per questo il governo-fantasma ha nel cassetto la proroga dello stato d’emergenza, per poter imporre un nuovo coprifuoco come quello, delirante e suicida, già inflitto nella primavera peggiore della storia repubblicana col pretesto di un allarme sanitario mostruosamente manipolato.Dettaglio tragicomico, di fronte all’immane disastro che si annuncia, il tempo che una parte del pubblico ancora spreca attorno a quella pericolosa nullità politica chiamata Giuseppe Conte, piccolo passacarte allevato tra i palazzi vaticani e le italiche baronie universitarie, per poi essere sistemato – nel caso tornasse utile – nelle retrovie del movimento finto-giustizialista creato a colpi di “vaffa” dall’ex comico democristiano Beppe Grillo, presente (Bonino dixit) sul panfilo Britannia nel 1992 insieme a Mario Draghi e al gotha finanziario che puntava a spolpare il Balpaese, devastato dal ciclone Tangentopoli. Negli ultimi anni, l’Italia politica ha digerito comparse e prestanome al servizio di stranieri, rivoluzionari all’amatriciana e lacchè gallonati. Nomi pallidi, tutti, per politiche pallide: Veltroni e Renzi, Salvini, Letta e Gentiloni, fino agli inguardabili figuranti del grillismo di lotta e di poltrona. L’unico segno di vita, nell’Obitorio Italia, s’era intravisto all’esordio dei gialloverdi, con due richieste: Paolo Savona all’economia, e una timidissima espansione del deficit. Risultato: il “niet” dello Stato Profondo italo-europeo. Mesto ripiego, l’incresciosa insistenza sullo scandaloso business dei migranti, da cui lo sdegno “antirazzista” degli “antifascisti” (che dormivano, quando il neonazismo vero, finanziario – quello dei poteri forti – si sbranava il loro paese).Ed è proprio su un’Italia agonizzante e trasformata in farsa – il derby deprimente tra Salvini e le Sardine – che è stata sganciata la bomba nucleare, la palingenesi antropologica del coronavirus. Forse gli apprendisti stregoni non erano così certi, di riuscire a trasformare gli uomini in topi. Il risultato ha superato ogni aspettativa: ancora oggi, si vede gente circolare all’aperto con il volto travisato dalla museruola raccomandata dall’Oms, e quindi dai suoi camerieri italiani travestiti da ministri. Se esistesse la macchina del tempo, sarebbe esilarante paracadutare in questa Italia personaggi del secolo scorso come Bettino Craxi, Giulio Andreotti, Enrico Berlinguer. Vivevano in un paese dove esistevano ancora leader e statisti, partiti, sindacati, editori puri, giornalisti. Era un paese vitale e invidiato, che arricchiva i cittadini stimolando l’economia col deficit, per creare servizi avanzati e realizzare infrastrutture strategiche. Aveva tare enormi: il divario Nord-Sud, l’elefantiaco para-Stato improduttivo, la mafia, un’elevatissima corruzione e il record europeo di lavoro nero ed evasione fiscale. Quell’Italia era comunque la quinta potenza industriale del pianeta. Un paese rispettato, capace di stabilire relazioni speciali con gli arabi e con l’Urss, nonché di rivendicare la sua quota di sovranità in modo anche clamoroso, come a Sigonella.Da trent’anni, l’Italia gira per l’Europa col cappello in mano (e il conto lo fa pagare innanzitutto agli italiani). Amato, Ciampi, Draghi, Prodi, Napolitano, Berlusconi, D’Alema, Letta: è lunghissimo l’elenco dei personaggi cedevoli, complici di poteri extra-nazionali o comunque proni allo stillicidio della spietata precarizzazione sapientemente imposta dal potere ordoliberista e mercantilista spacciato per Unione Europea. Un progetto pluridecennale, pianificato a tavolino a partire dal Memorandum Powell del lontano 1971 passando per il manifesto “La crisi della democrazia”, fino all’invenzione francese del tetto del 3% alla spesa pubblica e agli infernali trattati (Maastricht, Lisbona) che hanno segnato la condanna delle economie sud-europee, in primis quella italiana. Colpo di grazia, il governo Monti e l’obbligo del pareggio di bilancio che annulla – di fatto – il ruolo dello Stato, riducendolo a mero esattore e rendendo carta straccia la Costituzione antifascista del 1948.Ora siamo alle comiche finali: quel che ancora resta in piedi, dell’Italia, verrà divorato a stretto giro (leggasi: piano Colao) per far fronte agli impegni-capestro che “Giuseppi” ha appena contratto coi soliti strozzini, intenzionati a “finire il lavoro” cominciato trent’anni fa a bordo del Britannia. Con la differenza che oggi l’Italia è allo stremo: avrebbe bisogno, subito, di centinaia di miliardi; e invece vedrà solo briciole, col contagocce, a partire dal 2021. La catastrofe incombente, lungamente preparata con decenni di guerra sporca contro i diritti sociali (a proposito di antifascismo), ora rischia di far collassare il sistema-paese grazie al disastro planetario della gestione terroristica del Covid, in cui l’Italia ha offerto la peggior performance in assoluto: in percentuale abbiamo avuto più morti del Brasile, e siamo l’unica nazione industriale europea messa in ginocchio dalla mancanza di aiuti governativi. Col passare dei mesi, o forse soltanto delle settimane, sarà chiara a tutti la verità che i grandi media fingono di non conoscere: e cioè che da questo orrore si può uscire soltanto stracciando i trattati europei, a partire da Maastricht, e gettando al macero anche la cartaccia appena firmata dall’infimo Giuseppe Conte.(Giorgio Cattaneo, “Addio Italia, Conte prenota la fine del sistema-paese”, dal blog del Movimento Roosevelt del 21 luglio 2020).Solo un demente può scambiare per un mezzo successo la catastrofe italiana sigillata dall’ultimo vertice di Bruxelles: il paese che fu di Mattei, Moro e Pertini torna a casa scondinzolando per aver “ottenuto” dai padroni d’Europa il permesso di spendere 200 miliardi di euro, ma solo se farà il bravo. Una parte di quei soldi, la fetta più grossa, li dovrà restituire: sono soltanto un prestito. L’altra parte è a fondo perduto, ma non certo gratis: per averla, il paese dovrà obbedire al padrone, rassegnandosi a tagliare il welfare e alzare (ancora) le tasse. Stiamo parlando di un paese che da tre decenni è in avanzo primario: lo Stato spende, per i cittadini, meno di quanto i cittadini gli versino sotto forma di tasse. Per inciso: il paese in questione ha l’acqua alla gola, dopo i tre mesi di folle blocco imposto all’economia da un governo di spettri, sorretto da partiti terrorizzati all’idea di affrontare le elezioni. Secondo Bankitalia, si profila un autunno allucinante: una famiglia su tre non saprà più come arrivare a fine mese. Si temono rivolte, e per questo il governo-fantasma ha nel cassetto la proroga dello stato d’emergenza, per poter imporre un nuovo coprifuoco come quello, delirante e suicida, già inflitto nella primavera peggiore della storia repubblicana col pretesto di un allarme sanitario mostruosamente manipolato.
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Magaldi: gli apprendisti stregoni del Covid hanno già perso
«Gli apprendisti stregoni che hanno provato a usare il Covid come cavallo di Troia per cinesizzare l’Occidente possono rassegnarsi: hanno già perso, anche nel caso in cui il loro nemico numero uno, Donald Trump, non dovesse essere rieletto». Se lo dice Gioele Magaldi, sostenitore di Trump nel 2016 – quando si trattava di fermare Hillary Clinton – c’è da drizzare le antenne: significa che l’establishment Usa, anche quello anti-trumpiano, ha varcato il Rubicone. Ovvero: indietro non si torna. Fine dell’accondiscendenza illimitata verso lo strapotere di Pechino, “drogato” dal decisivo aiuto (occidentale, americano) fornito a suo tempo dai massoni reazionari della “Three Eyes”, in primis il fuoriclasse Kissinger, decisi a fare della Cina post-maoista una specie di Frankenstein, un mix di turbo-capitalismo di Stato in mano a un regime dittatoriale. Modello perfetto, per gli amanti dell’horror: il paradiso degli oligarchi, ideale per rimpiazzare la democrazia occidentale. Fino a ieri, c’erano riusciti truccando le regole: la Cina fu ammessa nel Wto senza obblighi democratici, senza sindacati, senza leggi a tutela dell’ambiente e con clamorosi aiuti in termini di know-how industriale. Il piano: farne la manifattura del mondo, mettendo in crisi i lavoratori occidentali e i loro diritti. Dumping spietato: concorrenza sleale, grazie a prodotti a bassissimo costo. Poi è arrivato Trump, con il suo “America First”. Cocente, l’umiliazione inflitta Xi Jinping con l’imposizione dei dazi. Un minuto dopo, è esploso il coronavirus a Wuhan. La notizia? Ormai l’hanno capito tutti, a cosa doveva servire il Covid.Chi crede ancora alla Befana e ai giochini per la prima infanzia – Trump il puzzone, cattivo e razzista, combattuto da legioni di eroici paladini della giustizia – può a fare a meno di seguire le esternazioni di Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt nonché frontman italiano del circuito massonico progressista sovranazionale. Nel saggio “Massoni”, uscito nel 2014 per Chiarelettere sulla scorta di 6.000 pagine di documenti riservati, ha chiarito qual è il campo di gioco: a tirare le fila sono una quarantina di superlogge mondiali, da cui discendono – a valle – le tante entità paramassoniche (dal Bilderberg alla Trilaterale, dalla Chatham House al Council on Foreign Relations) erroneamente considerate onnipotenti. Ancora più sotto stanno governi, partiti, singoli leader. I loro margini operativi sono minimi: destra o sinistra, le decisioni che contano vengono prese a monte. Tra i grandi centri del potere visibile, aperto e contendibile con le elezioni, il più importante resta la Casa Bianca. «Trump è un “cavallo pazzo”, e siede a Washington grazie alla massoneria progressista che lo appoggiò perché, a differenza di Hillary, poteva sparigliare le carte, mettere fine all’ipocrisia finto-progressista dei democratici e tutelare i lavoratori americani massacrati da questa globalizzazione taroccata». Missione compiuta: ha tagliato le tasse, aumentato il deficit e realizzato la piena occupazione. Restava la mossa finale, fermare Pechino. Detto fatto: ed ecco il freno all’export cinese. Una dichiarazione di guerra, a cui gli oligarchi – dietro il paravento dell’Oms – hanno riposto con il virus e la sua gestione “terroristica”.«La prima vittima dell’operazione-Covid – dice Magaldi, in web-streaming su YouTube – doveva essere proprio Trump, “colpevole” di aver fermato l’avanzata neo-imperiale della Cina. Nel mirino però c’era l’intero Occidente, dove si sperava di ridurre stabilmente la libertà con la scusa della sicurezza sanitaria». Magaldi però annuncia che ora il peggio è passato: «L’establishment Usa, non solo quello trumpiano, ha ormai compreso che non è possibile rassegnarsi all’egemonia politico-economica della Cina di Xi Jinping, dove non c’è ombra di democrazia». Un obiettivo storico: creare un “mostro” di efficienza economica che fungesse da modello per un Occidente non più democratico. «Di fronte allo “stop” imposto finalmente da Trump – accusa Magaldi – un minuto dopo è scattata la pandemia a Wuhan, sotto gli occhi dell’Oms: e ormai, nel potere americano, tutti si sono accorti di questa clamorosa sincronicità». Magaldi è ottimista: «Indietro non si tornerà, neppure nel caso dovesse finire alla Casa Bianca l’evanescente Joe Biden: non rivivremo più la situazione pre-Covid, in cui alla Cina si consentiva di invadere impunemente i nostri mercati grazie al poderoso sostegno delle banche statali di Pechino».Nella sua analisi, Magaldi ribadisce che Trump era (e resta) il primo obiettivo del “partito del Covid”: «Si erano illusi – dice – che bastasse abbattere l’attuale presidente, per ripristinare lo strapotere del network, anche occidentale e statunitense, che conta sulla Cina come modello alternativo al nostro, verso una società meno libera e dominata da una durissima disciplina sociale». Insiste il leader “rooseveltiano”: «Questi nemici di Trump, che sono massoni “neoaristocratici”, hanno già perso in partenza, anche qualora Trump dovesse mancare l’obiettivo della rielezione alla Casa Bianca». Certo, ci sarà comunque da ballare parecchio: «Prepariamoci a vivere un’estate ricca di colpi di scena, a livello mondiale ma anche europeo e italiano». A proprosito di Belpaese: a Giuseppe Conte, nelle prossime ore il Movimento Roosevelt presenterà il suo “ultimatum”, lungamente annunciato: in pratica, si tratta di una serie di misure salva-Italia, applicabili subito. Il pacchetto di proposte sarà presentato «non appena sarà terminata questa grottesca messinscena dell’ultimo vertice Ue, che servirà solo a propiziare “botte da orbi” per il governo italiano». Magaldi boccia Conte senza riserve: «E’ un personaggio stucchevole, un narcisista che vive di superficialità assoluta e tradisce la sua imbarazzante insipienza. Oggi poi in Europa fa una voce grossa che non ha, ed è seduto su un ramo che gli stanno già segando».In sintesi: «L’umiliazione non è di Conte ma dell’Italia, che ha un premier a cui non affiderei nemmeno un condominio». Scontato che torni a Roma con in mano un pugno di mosche, mentre nelle retrovie del grande potere – quello che conta – si segnala «l’altissimo profilo che sta tenendo Mario Draghi, candidato naturale alla successione a Mattarella». Non a caso, Papa Bergoglio ha appena inserito Draghi nella Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, prestigiosa consulta vaticana «retta da un prodiano», il bolognese Stefano Zamagni. Per Magaldi, il messaggio di Bergoglio è esplicito: «Promuovendo Draghi, il pontefice chiede a Romano Prodi – che brama il Quirinale, e per questo è pronto a “riabilitare” persino Berlusconi, sperando di procacciarsene i voti – di dimostrarsi all’altezza dell’ex presidente della Bce, che nell’ultimo anno è stato capace di ammettere i suoi gravi errori, mettendosi a disposizione di un progetto di rinascita nazionale, socio-economica e democratica». Lo storico liquidatore dell’Iri resta ben lontano dalle vette toccate da Draghi: «Romano Prodi è un massone conservatore e oligarchico, quindi un contro-iniziato di lusso», afferma il presidente “rooseveltiano”, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico.«Come Draghi, l’ex leader dell’Ulivo ha partecipato alla disastrosa privatizzazione dell’Italia e all’instaurazione dell’ordoliberismo eurocratico fondato sull’austerity, ma a differenza di Draghi – che se n’è emendato, giungendo a cambiare a casacca impegnandosi con la massoneria progressista – Prodi non ha mostrato la capacità di ammettere i suoi errori: anzi, nel suo ambire al Quirinale (per la terza volta) dimostra solo di essere dominato dal desiderio, che in termini esoterici è la base della cattiva stregoneria». Per Magaldi, «Prodi resta un nemico di abbattere, a meno che non si arrenda e compia una conversione come quella di cui è stata capace Christine Lagarde, altra esponente della massoneria reazionaria passata al fronte progressista». Quanto a Conte, pesce piccolissimo nell’acquario del potere visto che «si limita a eseguire ordini», nelle prossime ore riceverà “l’ultimatum” del Movimento Roosevelt. «Conterrà indicazioni precise su come agire, in modo immediato, per evitare in autunno il disastro socio-economico della nazione. Qualora non ci ascoltasse – avverte Magaldi – Conte se la vedrà con la Milizia Rooseveltiana, nelle piazze: se gli “apprendisti stregoni” del Covid e la loro “polizia sanitaria” speravano di trasformare gli italiani in pecore ubbidienti, si accorgeranno di dover fare i conti con lupi gagliardi e determinati».Chi crede alla Befana può anche continuare a credere che Giuseppe Conte sia una specie di leader, anziché un cameriere destinato a sparire dalla scena senza lasciare traccia. Può pensarlo chi è così cieco da immaginare che sia un semplice incidente, l’enormità del lockdown mondiale: un cortocircuito epocale, senza precedenti nella storia, con ripercussioni mostruose sugli equilibri economici, sociali e geopolitici del pianeta. E sono ancora le famose fette di prosciutto davanti agli occhi a suggerire, ai non vedenti, l’idea che il premier olandese Mark Rutte, «massone reazionario», sia davvero frenato in qualche modo dalla collega e “sorella” Angela Merkel, che finge di mediare tra falchi e colombe con l’unico obiettivo di inguaiare l’Italia, cioè l’unico peso massimo europeo rimasto senza aiuti, con imprese alla canna del gas e un governo-fantasma, agli ordini delle direttive “cinesi” dell’Oms. Uno spettacolo penoso, dal finale scontato: il disastro economico. «Proprio per questo – chiosa Magaldi – c’è chi sogna una “seconda ondata” per poter imporre in autunno un nuovo lockdown». Ma ha fatto male i suoi conti, avverte il leader “rooseveltiano”: ogni mossa, in questa recita drammatica, avrà un prezzo carissimo. E in ogni caso, “lassù”, la decisione è presa: Trump o non Trump, il “partito del rigore” (ieri finanziario, oggi psico-sanitario) non riuscirà a trasformarci in neo-sudditi orwelliani.«Gli apprendisti stregoni che hanno provato a usare il Covid come cavallo di Troia per cinesizzare l’Occidente possono rassegnarsi: hanno già perso, anche nel caso in cui il loro nemico numero uno, Donald Trump, non dovesse essere rieletto». Se lo dice Gioele Magaldi, sostenitore di Trump nel 2016 – quando si trattava di fermare Hillary Clinton – c’è da drizzare le antenne: significa che l’establishment Usa, anche quello anti-trumpiano, ha varcato il Rubicone. Ovvero: indietro non si torna. Fine dell’accondiscendenza illimitata verso lo strapotere di Pechino, “drogato” dal decisivo aiuto (occidentale, americano) fornito a suo tempo dai massoni reazionari della “Three Eyes”, in primis il fuoriclasse Kissinger, decisi a fare della Cina post-maoista una specie di Frankenstein, un mix di turbo-capitalismo di Stato in mano a un regime dittatoriale. Modello perfetto, per gli amanti dell’horror: il paradiso degli oligarchi, ideale per rimpiazzare la democrazia occidentale. Fino a ieri, c’erano riusciti truccando le regole: la Cina fu ammessa nel Wto senza obblighi democratici, senza sindacati, senza leggi a tutela dell’ambiente e con clamorosi aiuti in termini di know-how industriale. Il piano: farne la manifattura del mondo, mettendo in crisi i lavoratori occidentali e i loro diritti. Dumping spietato: concorrenza sleale, grazie a prodotti a bassissimo costo. Poi è arrivato Trump, con il suo “America First”. Cocente, l’umiliazione inflitta Xi Jinping con l’imposizione dei dazi. Un minuto dopo, è esploso il coronavirus a Wuhan. La notizia? Ormai l’hanno capito tutti, a cosa doveva servire il Covid.
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Bizzi: regime Covid, ma Conte ora cadrà per via giudiziaria
Siamo ben oltre la fantascienza, sta succedendo l’incredibile. Orwell fa pensare, è stato veramente profetico. Ma la situazione a cui stiamo andando incontro, ammesso che non cambino gli scenari, va ben oltre quella paventata da Orwell: si va verso una società totalitaria, fondata sulla psico-polizia, sull’eliminazione di ogni dissenso. Una società in cui sarà proibito pensare: sarà vietato. E’ qualcosa di spaventoso. E il distanziamento sociale, che ormai da un punto di vista di sanitario non ha nessun fondamento, fa parte di questa operazione: non vogliono che le persone stiano in contatto tra loro. Sono regole raccapriccianti, che troviamo solo in Italia: è questa, la follia. In Germania, dove hanno avuto un lockdown molto più lieve del nostro, non hanno mai chiuso gli asili nido. Nel resto d’Europa, le scuole sono state riaperte. E mentre tutti i bambini d’Europa stanno andando a scuola in maniera normale, in Italia continuano ancora a parlare di plexiglass fra i banchi: questa è follia criminale, vogliono devastare le menti dei bambini. Io sono padre di una bambina piccola: sono estremamente preoccupato, per il suo futuro. E’ una situazione davvero pericolosa, per la libertà e la democrazia.La deriva che sta prendendo il governo Conte è spaventosa: si sta andando verso un totalitarismo scientista. E il Covid è servito per accelerare certi piani, che ormai sono venuti allo scoperto. Melinda Gates, nelle sue dichiarazioni, ormai non nasconde più i piani di sterminio che questa gente ha in mente: questi mirano al depopolamento, a una riduzione della popolazione mondiale. Ci proveranno, quindi vanno ostacolati. Ma il problema è che la gente non se ne rende conto. La motivazione? E’ questa: il sistema capitalistico è arrivato a uno stadio tale, per cui anche i popoli sono divenuti superflui. Terribile a dirsi, ma certe élite di potere – dopo aver conquistato tutte le banche mondiali e gli istituti di emissione, e dopo essersi arricchite smisuratamente col signoraggio e l’indebitamento degli Stati – vigliono arrivare a depopolare il mondo per governare su una minoranza, totalmente asservita e schiavizzata, sul modello cinese.Ci troviamo nel bel mezzo di una vera e propria guerra mondiale asimmetrica, è bene che le persone se ne rendano conto. Sapevo che sarebbe stata scatenata quest’anno: questa è una Psy-Op, finalizzata a progetti molto pericolosi. E’ una guerra combattuta a colpi di armi batteriologiche, a colpi di informazione e di operazioni d’intelligence. Negli Usa, l’avvento di Donald Trump ha messo i bastoni fra le ruote a determinati progetti, che di conseguenza sono stati accelerati. C’è stata un’accelerazione finalizzata a far cadere Trump, e far giocare da certi poteri il tutto per tutto. E l’Italia è nell’occhio di ciclone, di questa grande Psy-Op: in nessun’altra parte del mondo ci sono state analoghe misure repressive, fino alla deriva totalitaria che stiamo vivendo. Al governo ci sono solo personaggi eterodiretti, che in realtà prendono ordini dall’alto. Hanno giocato veramente sporco, e lo sanno. Concordo con Giulio Occhionero: è in Italia, che c’è stata la vera cabina di regia del tentativo di destabilizzare la presidenza Trump (con la fabbricazione di false prove sul Russiagate). E ora, questo che sta avvenendo negli Usa – le inchieste, l’Obamagate e molto altro – è inevitabile che comporti ripercussioni sull’esecutivo italiano.E’ molto probabile, quindi, che si stia per scatenare un’enorme tempesta giudiziaria, probabilmente eterodiretta dai servizi americani, ma con un effetto diametralmente inverso a quello che ebbe Mani Pulite: Tangentopoli era pilotata dal Deep State, che si servì dell’ex Pci, e la sinistra italiana si prostituì totalmente alla grande finanza internazionale, sposando la causa delle élite che manipolano la poltica, determinando la situazione della quale ci troviamo adesso. Io sto seguendo da tempo l’operazione mediatica di Q-Anon; molti, ingenuamente, si aspettano che i marines arrivino ad arrestare Conte, il Papa o chicchessia – cose ovviamente impensabili. E’ chiaro però che questo esecutivo filo-cinese, filo-5G e pilotato dal Bilderberg non è più funzionale alla politica americana: quindi lo stanno cuocendo a fuoco lento. Lo faranno cadere, secondo me, con l’innesco di alcune tempeste giudiziarie, che a mio parere sono imminenti. Secondo la mia interpretazione, l’80-90% della classe politica italiana verrà spazzata via da una tempesta giudiziaria potenzialmente devastante.Lo stesso scandalo Palamara, che imbarazza una magistratura gravemente compromessa con la politica, è funzionale ad arrivare a una seconda Tangentopoli. E sta tutto procedendo per gradi, secondo un piano stabilito. Evidentemente l’Italia gioca un ruolo-chiave, che sfugge al comune cittadino. Non è solo una questione geopolitica, mediterranea: qui sono in gioco delle forze che stanno al di sopra della politica. Da vent’anni, l’Italia non ha più una politica: tutto quello che avviene nel nostro paese viene deciso a tavolino in altri contesti; poi, semplicemente, quelle decisioni vengono ratificate e attuate (da parlamentari largamente ricattabili). Molti si chiedono perché l’opposizione non contrasti i disegni folli di questo governo. Semplice: non c’è più nessuna opposizione. Lo stipendio dei parlamentari è una goccia nel mare di quello che, effettivamente, buona parte dei parlamentari percepiscono mensilmente, da multinazionali farmaceutiche e organizzazioni internazionali come la Open Society di Soros. Ci troviamo in una situazione veramente folle. Io ho fatto l’addetto parlamentare, e certe cose le ho viste dall’interno. E’ una realtà raccapricciante, che la gente nemmeno s’immagina.L’Italia si trova al centro di questa guerra, anche perché c’è stata una serie di scellerate decisioni prese dai nostri governanti – Renzi e Gentiloni, e prima ancora Berlusconi – che hanno spianato la strada affinché l’Italia fosse una sorta di laboratorio sperimentale: per le vaccinazioni, per certe strategie economiche. Purtroppo, ci troviamo quindi ad affrontare una situazione estremamente grave. L’unica via per uscirne potrebbe essere quella giudiziaria. Marco Della Luna, di cui sono editore, nel libro “Le chiavi del potere” (la cui prima edizione venne fatta ritirare dal commercio da Prodi, che lo considerò un libro pericoloso) spiega molto bene quale sia il livello di corruzione della magistratura italiana – e lo dice da avvocato cassazionista. La mia sensazione, anche sulla base di informazioni che ricevo dall’estero, è che stiano preparando l’attivazione di una Procura: una Procura minore (non certo Roma o Milano, che sono estremamente compromesse), che di fatto imbastirà una sorta di nuovo pool Mani Pulite, e le cose prenderanno forma in modo molto rapido. Negli anni Novanta l’accelerazione fu incredibile: quando arrestarono Mario Chiesa, nessuno si immaginava che di lì a pochi mesi i partiti italiani sarebbero stati decapitati. Se sono vere le informazioni che sto ricevendo, è plausibile che possa ripetersi una vicenda analoga.Quello dell’emergenza Covid, comunque, è uno scenario internazionale che è stato pianificato molto tempo fa, e con una precisione incredibile: persino gli striscioni con la scritta “Andrà tutto bene” erano stati preparati mesi prima, in tutte le lingue del mondo. E’ stata una Psy-Op abilmente pianificata, con il rilascio di un’arma batteriologica: lo dimostrano le intercettazioni divulgate da “Anonymous”, ci sono le prove del fatto che si è trattato di un virus ingegnerizzato in laboratorio, che ha avuto un impatto considerevole, ma che autorevoli esperti hanno dimostrato avere una durata temporale di appena 70 giorni. Però i nostri governanti stanno facendo di tutto per mantenere questa cappa di paura. E la paura è la migliore arma, per certi poteri: quando vai a giocare con la paura della morte, con un nemico invisibile che può essere ovunque (sui vestiti, sul vicino di casa, nell’aria che respiri) si crea uno scenario di terrore. Per non parlare poi degli abusi inauditi e dell’illegittimità del lockdown. L’italiano medio, purtroppo, si è fatto condizionare dalla paura: a partire dall’accettazione dell’esperimento sociale delle mascherine, che sono un simbolo di sottomissione, per vedere fino a che punto gli italiani possono piegarsi senza protestare.Il 90% dei politici italiani, che sono dei gran cialtroni, non ha capito niente, di quello che è successo. I più si sono semplicemente adeguati, per mantenere la poltrona. Ma in Italia ci sono alcuni personaggi che sapevano tutto fin dall’inizio: già a dicembre, informative dei servizi segreti mettevano in guardia il governo, informandolo del contagio in corso. E il governo non ha fatto niente: l’ultima preoccupazione dell’esecutivo è stata la tutela della salute dei cittadini. Hanno invece potenziato le forze dell’ordine, a partire dal novembre 2019: automezzi, droni, elicotteri, assunzioni di agenti e vigili urbani. Tutte cose che non servivano a tutelare la salute degli italiani, ma solo a rendere efficace il lockdown. L’opposizione? Ripeto: se c’era, dormiva; non è stata fatta nessuna interrogazione parlamentare. A marzo, contattai una senatrice dei 5 Stelle, chiedendo come mai non ci fossero interrogazioni sull’abnorme, improvviso e costosissimo potenziamento delle forze dell’ordine. «E’ un argomento di cui non si può parlare», mi disse.Ora, i segnali importanti non mancano. Su Twitter, un italoamericano residente negli Usa, che probabilmente fa parte dello staff di Trump, ha scritto che il presidente ha ordinato agli invitati americani di non partecipare agli Stati Generali convocati da Conte. Questa è anche una guerra di propaganda: stanno usando molto i social network. Sono segnali, per dire chiaramente che Conte è arrivato al capolinea. Il 15 giugno, negli Usa, c’è stato un black-out del web: può esser stata una manovra dell’intelligence militare americana, per lanciare un avvertimento ai gestori della telefonia mobile. E’ collassato anche un gestore telefonico collegato a Colao, altro personaggio che sulla scena politica italiana sembra arrivato a fine corsa. Attriti fra Conte e Colao sono stati messi in grande evidenza. Attenzione: mesi fa, era stato annunciato che la riunione del Bilderberg in programma a Torino sarebbe stata rimandata. Da fonti attendibili ho invece saputo che la riunione si è regolarmente tenuta, dribblando la stampa. Poi semplicemente si sono trasferiti a Villa Pamphili a Roma, l’11 giugno. E se è vero quanto mi hanno riferito, gli unici italiani presenti e formalmente invitati erano John Elkann e Colao (Renzi non c’era).Le inchieste in corso negli Usa per l’Obamagate devasteranno inevitabilmente la politica italiana, perché l’epicentro del problema è stato qui. Personaggi come Renzi e Gentiloni ora hanno paura. Io sono ottimista: l’ex ambasciatore americano a Roma, socio in affari con Renzi, verrà chiamato nei prossimi giorni a testimoniare alla commissione giustizia del Senato, quindi la questione è partita. A mio parere, l’amministrazione Trump sta cuocendo questo governo a fuoco lento. Questo esecutivo è stato sul punto di cadere ad aprile, ed è probabile che cada adesso, a luglio. Secondo me sarà un’estate molto calda, ci saranno colpi di scena. A livello mondiale, poi, è in atto una vera e propria presa di coscienza della situazione. Si stanno svegliando parecchie forze. Io faccio parte di determinati contesti iniziatici, così riesco a decifrare i simbolismi dietro a certe frasi. Lo stesso intervento di Zangrillo è un messaggio chiaro, anche in ambito massonico: certe fazioni della massoneria italiana stanno cominciando a dire basta, perché questa situazione non è sostenibile. Sono a rischio la libertà e la democrazia, ed è bene che ci sia un cambio di rotta.(Nicola Bizzi, dichiarazioni rilasciate a Fabio Frabetti il 15 giugno 2020 nella diretta web-radio “Border Nights”. Storico indipendente, Bizzi è l’editore di Aurora Boreale. Tra le sue opere più recenti, il volume “Da Eleusi a Firenze” ripercorre le ascendenze iniziatiche “eleusine” del Rinascimento italiano, a partire dalla signoria medicea).Siamo ben oltre la fantascienza, sta succedendo l’incredibile. Orwell fa pensare, è stato veramente profetico. Ma la situazione a cui stiamo andando incontro, ammesso che non cambino gli scenari, va ben oltre quella paventata da Orwell: si va verso una società totalitaria, fondata sulla psico-polizia, sull’eliminazione di ogni dissenso. Una società in cui sarà proibito pensare: sarà vietato. E’ qualcosa di spaventoso. E il distanziamento sociale, che ormai da un punto di vista di sanitario non ha nessun fondamento, fa parte di questa operazione: non vogliono che le persone stiano in contatto tra loro. Sono regole raccapriccianti, che troviamo solo in Italia: è questa, la follia. In Germania, dove hanno avuto un lockdown molto più lieve del nostro, non hanno mai chiuso gli asili nido. Nel resto d’Europa, le scuole sono state riaperte. E mentre tutti i bambini d’Europa stanno andando a scuola in maniera normale, in Italia continuano ancora a parlare di plexiglass fra i banchi: questa è follia criminale, vogliono devastare le menti dei bambini. Io sono padre di una bambina piccola: sono estremamente preoccupato, per il suo futuro. E’ una situazione davvero pericolosa, per la libertà e la democrazia.
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Abolire la verità: la nuova religione del potere modello Cina
Se i simboli e i riti vogliono dire qualcosa e raccontano la realtà più dei fatti e delle parole, quei pugni chiusi, quelle città messe a ferro e fuoco dagli antifa, quella parodia di religione con la genuflessione e la stola arcobaleno al collo e i minuti di penitenza in ginocchio, vogliono dire che una nuova religione fanatica e un nuovo comunismo stanno sorgendo in Occidente. Una religione preterintenzionale, al di là delle intenzioni di chi l’abbraccia: per tanti che si sono inginocchiati in favore di telecamera e hanno simulato un rito religioso, c’era un obbiettivo più basso: schiacciare sotto un ginocchio, il Nemico, la Bestia, Donald Trump. Tutta una messinscena mondiale perché si avvicinano le elezioni. Si rovescia su Trump un brutale assassinio di cui non ha alcuna colpa, un assassinio come tanti della polizia americana, sotto amministrazioni democratiche e repubblicane. Altrettanti, va pure detto, ne subisce la polizia americana, ad opera della delinquenza. Perché l’America resta una società violenta, a tratti selvaggia, sotto la crosta di progresso, tecnologia, ciccia e lattine. Inginocchiarsi per una vittima, quando ogni giorno la delinquenza comune, la persecuzione religiosa e le dittature ne uccidono migliaia, è solo malafede.
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Abbiamo un problema: siamo in guerra, ma non lo vediamo
Houston, abbiamo un problema. Il pubblico si spella le mani, pro o contro i suoi gladiatori di cartapesta, mentre là fuori impazza una specie di guerra mai vista, spaventosa, insidiosissima perché subdola: c’è in giro un killer, travestito da infermiere. Ha anche aperto una macelleria sfrontata, fino a ieri impensabile: e il peggio non è neppure la disinvoltura delle amputazioni senza anestesia (le pagine oscurate, i blog censurati, i video desaparecidos), ma il fatto che metà del pubblico sbeffeggi come vittimisti e inguaribili visionari gli autori delle denunce “bannate”, cancellate con un colpo di spugna. E’ il pubblico che trova normale che nell’anno 2020 dopo Cristo, non in Corea del Nord ma in un paese dell’Unione Europea, il governo istituisca una sorta di Ministero della Verità, senza vergognarsi di filtrare le informazioni destinate ai sudditi, a loro volta ben divisi in due ostinate tifoserie cementate da un rancore surreale, fuori luogo. Che il genere fantasy sia forse il più appropriato, per descrive l’attuale situazione psico-politica, lo suggerisce il lessico usato da un cardinale nel promuovere Donald Trump come “figlio della luce”, nemico del tenebroso Deep State che usa questa stranissima emergenza sanitaria per imprigionare il mondo nel cerchio magico della paura, oscurando l’orizzonte di una libertà democratica erroneamente data per scontata, ormai al sicuro per sempre.
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“Contro il Covid vaccinatevi voi, che a me viene da ridere”
Come era facile immaginare, qualcuno, dopo aver terrorizzato tre miliardi di persone sulla presunta pandemia del Covid-19, ora vuole imporre il vaccino a tutti. È un affare da qualche trilione di dollari che certamente i globocrati cercheranno di non farsi scappare. Il piano, finora, sembra essere riuscito: generare un virus non letale ma pericoloso per la società in quanto contagiosissimo e in grado di paralizzare uno Stato se non addirittura uno o più continenti; spaventare a morte la gente per il pericolo di contagio; lanciare l’allarme per il crollo dell’economia nazionale invitando tutti a tirare la cinghia per il bene comune; chiedere a tutti, per lo stato di necessità, di farsi spiare dai servizi segreti con la App “Immuni”; obbligare la popolazione a farsi vaccinare; rendere tutti docili e sottomessi come neppure fu nel Medioevo. I fatti si sono susseguiti secondo copione sotto i nostri occhi. Così siamo diventati facili prede della psicosi alimentata ad arte dai mass media, a loro volta finanziati da “filantropi” esperti in terrorismo globale, perché la paura è l’arma più potente per annichilire le masse.L’Italia è la più colpita (dopo la Cina e la Corea del Sud) in quanto priva di indipendenza a qualsiasi livello nonché la più debole in senso politico dell’intero Occidente, a causa di governanti – spesso analfabeti – palesemente eterodiretti e telecomandati dall’estero. Ma quando tutto sembrava riuscito alla perfezione, molti medici e virologi hanno detto che si trattava della più grande bufala della storia dell’umanità, che si trattava di un virus influenzale ancora sconosciuto ma per il quale, finalmente, le cure ci sono e il vaccino non serve. Alcuni di loro sono Zangrillo, Tarro, Montanari, De Donno, insieme a Paolo Ascierto che col Tocilizumab – un farmaco utilizzato per curare l’artrite reumatoide – ha sconfitto il Covid-19 rendendo Napoli l’unica metropoli italiana sanificata (da quando c’è l’epidemia, in tutta la Campania ci sono stati circa 5.000 casi e un migliaio di morti; a Napoli ci sono stati tanti morti quanti ve ne sono stati a Tortona).Il dubbio resta, poiché in tutta questa storia qualcosa non torna. Anche perché si parla di vaccino pur sapendo che il coronavirus è mutevole, e un vaccino finirebbe per non avere altro effetto se non quello di renderne dipendente chi lo fa, con grande piacere di chi, coi richiami, glielo venderà a vita. Che il vaccino possa essere inutile, tra i tanti, lo dice anche Mike Ryan, responsabile delle emergenze dell’Oms, il quale in questi giorni ha dichiarato ufficialmente: «Speriamo di trovare un vaccino efficace, ma non è garantito che questo accada». Eppure la quasi totalità della stampa nazionale continua imperterrita a terrorizzare gli italiani sul pericolo Covid-19, sulla inevitabile ricaduta d’autunno, sulla necessità improrogabile di vaccinarsi. C’è addirittura un piano europeo per finanziare il vaccino anti-Covid in forza d’un accordo tra i ministri della salute europei, mentre l’alleanza a quattro, Italia, Germania, Francia e Olanda, ha già in tasca il contratto con la multinazionale britannica AstraZeneca, che entro l’anno permetterà di vaccinare tutti gli over 65, più sanitari e forze dell’ordine.Ebbene, che il vaccino l’avrebbe venduto AstraZeneca, noi di “Alessandria Oggi” l’abbiamo pubblicato esattamente tre mesi fa. Profeti? Chissà. Gli è che qualcosa puzza, perché tutto potrebbe far parte di un piano molto ben congegnato che sta funzionando alla perfezione. E avrebbe potuto chiudersi con successo se non ci fosse stato chi gridava: “Il Re è nudo!”, mentre ci sarà certamente chi, come chi scrive, rifiuterà di farsi vaccinare. Il vaccino sarà reso obbligatorio? E io me ne frego. Vaccinatevi pure voi, che a me vien da ridere.(Andrea Guenna, “Vaccinatevi voi, che a me vien da ridere”, da “Alessandria Oggi” del 13 giugno 2020).Come era facile immaginare, qualcuno, dopo aver terrorizzato tre miliardi di persone sulla presunta pandemia del Covid-19, ora vuole imporre il vaccino a tutti. È un affare da qualche trilione di dollari che certamente i globocrati cercheranno di non farsi scappare. Il piano, finora, sembra essere riuscito: generare un virus non letale ma pericoloso per la società in quanto contagiosissimo e in grado di paralizzare uno Stato se non addirittura uno o più continenti; spaventare a morte la gente per il pericolo di contagio; lanciare l’allarme per il crollo dell’economia nazionale invitando tutti a tirare la cinghia per il bene comune; chiedere a tutti, per lo stato di necessità, di farsi spiare dai servizi segreti con la App “Immuni”; obbligare la popolazione a farsi vaccinare; rendere tutti docili e sottomessi come neppure fu nel Medioevo. I fatti si sono susseguiti secondo copione sotto i nostri occhi. Così siamo diventati facili prede della psicosi alimentata ad arte dai mass media, a loro volta finanziati da “filantropi” esperti in terrorismo globale, perché la paura è l’arma più potente per annichilire le masse.
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5G alla Camera e sul comodino di Colao, poi ne riparliamo
Alzi la mano chi ancora crede ai numeri quotidiani della Protezione Civile e alle promesse di Conte, alla religione delle mascherine e a quella dei guanti – prima raccomandati e poi sconsigliati dai misteriosi burloni dell’Oms, il gotha tecno-sanitario che a Wuhan se c’era dormiva, quando gli stregoni della genetica pasticciavano attorno all’Rna di un virus del raffreddore, probabilmente con l’intento di ricavarne un chimerico vaccino contro l’Aids. Questa almeno è la versione suggerita da paesi come gli Usa e la Francia, nonché da luminari della medicina come il professor Luc Montagnier, Premio Nobel, primo scopritore del virus Hiv. Alzi la mano chi seguita a immaginare che sia del tutto casuale la catastrofe piovutaci addosso, che ha spinto i governi a trasformarci prontamente in sudditi spaventati e ricattati, destinati a non tornare liberi mai più, lungo un orizzonte post-democratico dove i ministri spariscono, e al loro posto parlano oscuri tecnocrati e rinomati capitani di ventura come Vittorio Colao, principe europeo del 5G, e infatti lestissimo nel proporre il wireless di quinta generazione come elisir miracoloso per resuscitare l’Italia messa in coma farmacologico da Conte. Antenne pericolose? «Facciamo così: prima piazziamo un dispositivo 5G in Parlamento e un altro sul comodino di Colao, poi ne riparliamo».Autore della provocazione è il video-reporter Massimo Mazzucco, regista di documentari dirompenti come “Inganno globale”, sull’11 Settembre, trasmesso in prima serata da Canale 5. Mazzucco ha fama di piantagrane, da quando i giornalisti hanno smesso di fare il loro mestiere in un’Italia in cui gli editori si chiamano Berlusconi, Elkann e Cairo. Ha firmato video-denunce accurate: sul terrorismo fatto in casa, sulle “cure proibite” contro il cancro (che guariscono i pazienti) e sulla guerra dei petrolieri contro la marijiuana (per sbarazzarsi della canapa, concorrente ecologica della plastica). Comodo, liquidare Mazzucco con l’etichetta di complottista: peccato che siano i maggiori fotografi del mondo, da Oliviero Toscani e Peter Lindbergh, a confermare – nel documentario “American Moon” – che le immagini del mitico “sbarco sulla Luna” siano state girate in studio, con luci disposte in modo da simulare il riflesso naturale del sole. In prima linea, Mazzucco, anche contro l’obbligo vaccinale imposto da Beatrice Lorenzin (senza alcuna emergenza sanitaria in corso) e confermato dalla grillina Giulia Grillo, dopo che i 5 Stelle avevano fatto il pieno di voti, nel 2018, anche con la promessa di abolire l’improvvisa e ingiustificata overdose di vaccinazioni obbligatorie.In automatico, il mainstream ha calunniato Mazzucco con l’etichetta No-Vax. «Mai stato contro i vaccini, in linea di principio», chiarisce il reporter. «Sono per la libertà vaccinale, e per vaccini sicuri e puliti: sapendo che gli Usa hanno già speso 4 miliardi di dollari per indennizzare i danneggiati da vaccino, dopo aver garantito – stranamente – la completa impunità delle case farmaceutiche, che evidentemente non sono in grado di assicurare che non vada incontro a rischi, chi accetta di farsi vaccinare». Discorsi scivolosi? Certo: la condanna per eresia (cospirazionismo) è scontata. Da parte di chi? «Dei media mainstream, che hanno permesso alla Lorenzin di raccontare impunemente che a Londra, in un anno, sarebbero morti di morbillo oltre 200 bambini. Ho controllato: non era vero. Eppure, l’anno seguente, Corrado Formigli su La7 ha consentito alla “ministra” di ripetere la stessa, identica notizia falsa». Chi è il complottista, allora? Mazzucco che fa le pulci alle frottole del governo o il sistema dei media, che ha messo la sordina a tutte le notizie allarmanti, in materia? Esempio: i militari italiani morti e ammalati dopo vaccini inappropriati (fonte, la commissione difesa del Parlamento). O i vaccini “sporchi” scoperti dall’Ordine dei biologi. O i test eseguiti in Puglia, che hanno rivelato “reazioni avverse” nel 40% dei bambini vaccinati.Dalle siringhe al 5G, il passo è breve. Perché il metodo è lo stesso: subdolo, non trasparente. «Se la cosa è buona e giusta, che bisogno c’è di nasconderla?». Il parallelo è impietoso: radere al suolo le alberate di mezza Italia e occultare i trasmettitori 5G persino nei tombini, ragiona Mazzucco, fa il paio con le bufale della Lorenzin sulla strage degli innocenti (mai avvenuta) a Londra, per colpa del morbillo. Ancora ci si interroga sulla strana incidenza del Covid nella Lombardia orientale, distretto inquinatissimo. Coincidenze: elevata percentuale di anziani vaccinati contro l’influenza, in un’aera gremita di antenne 5G. Non abbiamo nessuna prova che queste cose siano collegate all’ecatombe-coronavirus, chiarisce Mazzucco, il primo a scoprire – comunque – la correlazione fra il taglio degli alberi la diffusione del 5G: «Lo comprovano due documenti ufficiali del governo inglese: le fronde ostacolano la propagazione del wireless». Mentre Mazzucco avviava la sua ricerca sulla strage degli alberi nei centri storici, tanto per cambiare, i sindaci mentivano (raccontando la storiella degli alberi “malati”, di colpo e tutti insieme) e i giornali tacevano, insieme alle televisioni. Poi succede che la polvere, nascosta sotto il tappeto, a un certo punto diventa troppa. E oggi sono oltre 500, i sindaci italiani che si oppongono all’installazione di quelle antenne. E Colao cosa fa? Vuole togliere ai sindaci il potere di interdizione.Trattandosi di “riforme” all’amatriciana, Mazzucco segnala pure l’immancabile conflitto d’interessi: l’ex manager di Vodafone reclutato da Conte è anche il capo di Verizon, primo investitore europeo nel business “cinese” del 5G. Il piano: finire di riempire l’Italia di antenne, innalzando anche l’intensità delle emissioni. A garantire che si tratti di irradiazioni innocue è l’Ipnirc, un “panel” di scienziati e tecnici «che in realtà provengono dall’industria delle antenne, secondo il sistema delle “porte girevoli” che, anche nella farmaceutica, mette insieme controllori e controllati: addio indipendenza, autorevolezza dei controlli e tutele della salute». Centinaia di scienziati autonomi lanciano l’allarme: non sappiamo ancora quali effetti produca, il 5G, sul corpo umano. Il consiglio: tre anni di test, prima di adottare il nuovo wireless (certamente utilissimo, sul piano tecnologico). E invece: si tende a trasformare i cittadini in potenziali cavie, a loro insaputa. «I promotori del 5G giurano che sia innocuo. Lo dimostrino – dice Mazzucco – e ne saremo felicissimi». Il problema: nessuno è in grado di dimostrare niente, per ora. Tant’è vero che paesi come la Svizzera e la Slovenia hanno imposto l’alt: vogliono prima che la scienza ne comprovi la sicurezza effettiva. «Se i nostri paladini del 5G sono così sicuri che non rappresenti un pericolo per la salute – ecco la provocazione di Mazzucco – i parlamentari facciano un bel gesto: installino antenne alla Camera e al Senato».Stranamente, l’unica grande città europea che ha rifiutato il 5G è Bruxelles, sede dell’Unione Europea. Il sindaco non vuol sentir parlare, di wireless di quinta generazione, nella città che ospita gli uffici Ue, la Commissione, il Parlamento Europeo. I contro-complottisti in buona fede, quelli che accusano di infantilismo i cosiddetti cospirazionisti, ricordano che anche quando venne introdotta l’energia elettrica non mancavano gli agitatori di incubi. Verissimo, ma qui siamo di fronte a qualcos’altro: e se sono “paranoie”, quelle di Mazzucco e soci, certo a fugarle non aiutano le informazioni finora a disposizione, né il metodo semi-clandestino con cui il 5G è stato introdotto in Italia e bandito da Bruxelles. «Se è davvero innocuo – chiosa Mazzucco, tra il serio e il faceto – il suo grande sponsor Colao compia un atto plateale: si installi un’antenna 5G sul suo comodino e ci dorma accanto per anno intero. A quel punto, ne potremmo riparlare». Sì, ma dove? Su quali media? «Gli avvocati del senatore renziano Andrea Marcucci – racconta Mazzucco, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights” – mi hanno appena invitato a rimuovere un video in cui mettevo in relazione la messa alla bando della sieroterapia anti-Covid con la possibilità di produrre siero sintetico in laboratorio, materia in cui è specializzata l’azienda farmaceutica della famiglia Marcucci».Ecco il punto: più che il cosa, il come. Perché si deve aspettare che l’Italia sia in ginocchio, stroncata dal lockdown di Conte, per far uscire il 5G dalle catacombe della clandestinità? E’ troppo, pretendere chiarezza e trasparenza? Domanda retorica, in un paese in cui il ministero della sanità – di fronte all’emergenza Covid – ha fatto l’unica cosa che non doveva fare: dissuadere i medici dal compiere autopsie. Risultato: ci sono volute settimane, per scoprire che non si moriva di polmonite ma di trombo-flebite, e quindi l’ossigenazione forzata era letale, per i malati alle prese con problemi di coagulazione sanguigna. Altra vergogna nazionale, il caso De Donno: il medico di Mantova scopre che la sieroterapia funziona, il sangue dei guariti salva la vita ai malati trasmettendo gli anticorpi, ma invece di adottare il suo protocollo (richiesto da mezzo mondo, a partire dagli Usa) lo si emargina, arrivando poi a proibirlo, mentre il ministro si affretta a prenotare tonnellate di vaccino per un virus che ormai non fa più paura, perché i medici ora sanno finalmente come affrontarlo. Questa, dunque, sarebbe l’Italia in cui i cittadini dovrebbero dormire sonni tranquilli, nel momento in cui un grande privatizzatore della telefonia racconta ai cittadini che del 5G non c’è da aver paura?Alzi la mano chi ancora crede ai numeri quotidiani della Protezione Civile e alle promesse di Conte, alla religione delle mascherine e a quella dei guanti – prima raccomandati e poi sconsigliati dai misteriosi burloni dell’Oms, il gotha tecno-sanitario che a Wuhan se c’era dormiva, quando gli stregoni della genetica pasticciavano attorno all’Rna di un virus del raffreddore, probabilmente con l’intento di ricavarne un chimerico vaccino contro l’Aids. Questa almeno è la versione suggerita da paesi come gli Usa e la Francia, nonché da luminari della medicina come il professor Luc Montagnier, Premio Nobel, primo scopritore del virus Hiv. Alzi la mano chi seguita a immaginare che sia del tutto casuale la catastrofe piovutaci addosso, che ha spinto i governi a trasformarci prontamente in sudditi spaventati e ricattati, destinati a non tornare liberi mai più, lungo un orizzonte post-democratico dove i ministri spariscono, e al loro posto parlano oscuri tecnocrati e rinomati capitani di ventura come Vittorio Colao, principe europeo del 5G, e infatti lestissimo nel proporre il wireless di quinta generazione come elisir miracoloso per resuscitare l’Italia messa in coma farmacologico da Conte. Antenne pericolose? «Facciamo così: prima piazziamo un dispositivo 5G in Parlamento e un altro sul comodino di Colao, poi ne riparliamo».
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Magaldi: avviso a Conte, in autunno la Rivoluzione Italiana
E bravo “Giuseppi”: non lo sa che gli Stati Generali portano male a chi li convoca, specie se non è esattamente in buona fede? Nel 1789, in Francia, condussero velocemente alla Presa della Bastiglia: oggi il piccolo capo di questo Governo della Paura vuol proprio fare, il prossimo settembre, la stessa fine di Luigi XVI? «Anche noi lo aspetteremo al varco: ma anziché il 14 luglio, anniversario dell’inizio della Rivoluzione Francese, gli daremo tempo per meditare sull’ultimatum che riceverà entro una decina di giorni. Gliene chiederemo conto il 20 settembre, ricorrenza della Breccia di Porta Pia. E se non saremo stati ascoltati, scenderemo in piazza il 5 ottobre: data che ricorda la Marcia delle Donne, quando anche le cittadine francesi nel fatidico 1789 fecero rotta sulla reggia di Versailles per reclamare i loro diritti». Gioca con le date, Gioele Magaldi: ma il titolo del gioco è inequivocabile, si chiama rivoluzione. «Grandi cose accadranno, in questi mesi, dietro le quinte del potere: ci saranno botte da orbi, grazie alle manovre intraprese dalla massoneria progressista». Ma la notizia è un’altra: «Nessuna rivoluzione ha mai avuto successo, senza il determinante contributo del popolo».«E’ vero, le élite le progettano: ma poi le rivoluzioni le fa la gente, se capisce che deve scendere in strada al momento giusto. Che nel nostro caso si sta rapidamente avvicinando», assicura Magaldi. «Parlo di un riscatto nazionale, civile ed economico: in palio c’è l’Italia, esattamente come nel Risorgimento, di cui il 20 settembre 1870 rappresenta l’epilogo, con la conquista di Roma». Premessa: il presidente del Movimento Roosevelt, entità metapartitica nata nel 2015 per tentare di rimettere insieme i cocci della politica italiana, di massoneria se ne intende. «Il mondo in cui viviamo è stato interamente progettato da massoni: lo Stato diritto, le istituzioni laiche, il suffragio universale. La democrazia non ce l’ha portata la cicogna: è stata un’idea dei massoni che nel ‘700 rovesciarono l’Ancien Régime, in Francia e in America, dando inizio alla modernità politica». Queste cose, Magaldi le ha ricordate nel saggio “Massoni”, edito nel 2014 da Chiarelettere. Un bestseller italiano, trasformatosi in long-seller e – dice l’autore – costato il trono a Giorgio Napolitano, nientemeno, indicato come appartenente alla superloggia “Three Eyes”.Grande regista, Napolitano, dell’imbarazzante operazione (interamente massonica) che portò il “fratello” Mario Monti a Palazzo Chigi con l’incarico di inguaiare il paese, tagliando la spesa sociale e quindi determinando deliberatamente una crisi terribile, tale da far crollare il gettito fiscale fino a far esplodere il debito pubblico. Obiettivo: rendere l’Italia sempre più debole, facile preda dei suoi avidi “becchini”. Francia e Germania? «Non esattamente: si tratta di gruppi apolidi, supermassonici, che usano in modo cinico le istituzioni – Ue, singoli paesi – per i loro scopi inconfessabili, speculativi e privatistici. E’ un’élite sovranazionale, economicamente neoliberista e politicamente reazionaria, post-democratica». Di fronte a questo, avverte Magaldi, le antiche distinzioni ideali (destra-sinistra) non contano più niente, da quando – archiviate le ideologie – i politici della sinistra si sono rassegnati, proprio come quelli della destra, ad eseguire ordini impartiti dall’alto: dalla stessa élite senza patria che, dagli anni Settanta in poi, ha cominciato a “smontare” la democrazia sociale dei diritti in tutto l’Occidente, attraverso entità paramassoniche come la Trilaterale, fino ad arrivare, oggi, a guardare alla Cina come modello.Una società autoritaria, quella cinese, basata sulla sorveglianza orwelliana del cittadino-suddito. «Non a caso – fa osservare Magaldi – il disastro Covid è esploso a Wuhan all’indomani della cocente umiliazione inflitta a Xi Jinping dall’unico politico capace di opporsi al dilagare dell’egemonia di Pechino: Donald Trump, oggi infatti assediato dai manifestanti antirazzisti alla vigilia delle elezioni, e alle prese con la drammatica crisi economica indotta dal lockdown, che ha cancellato gli ottimi risultati ottenuti dalla Casa Bianca nel far volare l’economia americana». Beninteso: «Trump farebbe meglio ad ascoltare i manifestanti genuinamente indignati per lo scandalo del razzismo che serpeggia tra i poliziotti stratunitensi: una piaga rispetto alla quale, peraltro, lo stesso Barack Obama, primo presidente “nero”, in otto anni non ha fatto assolutamente niente». Ma attenzione: «I manifestanti violenti sono manipolati: imputano assurdamente a Trump l’omicidio di George Floyd».Ecco perché, aggiunge Magaldi, sarebbe da ciechi non scorgere i manovratori: a loro, del razzismo non importa nulla. «Vogliono solo impedire che Trump venga rieletto, perché ha osato sfidare la loro “creatura”, la Cina, e anche l’opaca Oms foraggiata da Pechino, braccio operativo del “terrorismo sanitario” che ha usato il Covid come un’arma», con obiettivi plurimi: mettere ko l’economia per indebolire i politici, e confiscare – in modo inaudito, in Occidente – le libertà democratiche nelle quali siamo cresciuti. E’ una specie di inferno, quello che si sta spalancando: qualcuno sta cercando di far apparire “normale” il coprifuoco, il distanziamento, la chiusura irreparabile di aziende e negozi. Scenario che in Italia si sta traducendo nella morte civile di interi settori strategici, come il turismo. «E se domani qualcuno si inventa un altro virus, fabbricandolo in laboratorio? Che facciamo: richiudiamo tutto?». Il primo a sentire puzza di bruciato è stato Bob Dylan: con la canzone “Murder Most Foul”, il grande cantautore (Premio Nobel per la Letteratura) a fine marzo ha messo in relazione la pandemia – e i “falsi profeti” del vaccino universale – con la cupola di potere che nel 1963 assassinò John Kennedy a Dallas. Addirittura?Ebbene sì. «Un’unica filiera – dice Magaldi – collega la fine dei Kennedy al manifesto “La crisi della democrazia”, promosso dalla Trilaterale di Kissinger: il primo a sdoganare il regime cinese con l’idea di farne un’alternativa, mostruosa, per un Occidente non più libero, e oggi infatti ricattato dalla paura grazie a un virus “cinese” che, in questo, è ancora più efficace del terrorismo “islamico”, anch’esso coltivato da menti massoniche». Magaldi sa di cosa parla: già “venerabile” della prestigiosa loggia romana Monte Sion del Grande Oriente d’Italia, oggi è il “gran maestro” del Grande Oriente Democratico, circuito massonico progressista collegato con le superlogge sovranazionali più avanzate, sul piano dell’impegno sociale democratico, come la “Thomas Paine”. Altra notizia: a quel circuito appartiene lo stresso Dylan, «massone ultra-progressista, oggi sceso in campo in prima persona perché il pericolo che stiamo correndo è veramente grande: il mondo rischia di non essere più lo stesso, se gli oligarchi avranno mano libera nel gestire l’emergenza Covid a modo loro».La sensazione è che l’attacco sferrato – l’imposizione del lockdown “cinese”, l’avvento della nuova polizia sanitaria – sia un riflesso di autodifesa, da parte di un’élite che teme di perdere il potere. Parlano da sole le clamorose diserzioni in atto, ai piani alti, tutte annunciate con largo anticipo proprio da Magaldi: Mario Draghi e Christine Lagarde hanno abbandonato il fronte reazionario (dominio finanziario, privatizzazioni) e oggi parlano un’altra lingua, insieme alla stessa dirigenza del Fmi, fino a ieri schierata dalla parte del rigore. «Fine dell’austerity», raccomandò Draghi, a marzo, sul “Financial Times”: se non si inonda l’economia di miliardi a costo zero, che non si trasformino in debito, il nostro sistema produttivo crollerà. «Oggi, gli unici soldi veri che l’Italia sta ricevendo sono quelli della Bce assicurati dalla “sorella” Lagarde», sfidando i falchi tedeschi. E’ così l’importante, l’Italia? Eccome: «Ci crediate o meno, è il luogo in cui si combattono e si combatteranno alcune battaglie decisive per la democrazia e la libertà, per il futuro della globalizzazione», assicura Magaldi.Spiegazione: fuggita la Gran Bretagna, in Ue – a parte il Belpaese – restano solo due grandi player, Germania e Francia: ma i rigidi assetti politici di Berlino e Parigi non consentono margini di manovra. Che l’Italia fosse l’unico laboratorio possibile, per riformare la governance continentale, lo si era già visto nel 2018, col Parlamento nel caos dopo il voto: il boom dell’incognita 5 Stelle, il Pd umiliato tra le macerie del renzismo (riformatore solo a chiacchiere) e l’impennata della Lega, ad archiviare l’obsoleto centrodestra. Come sarebbe andata a finire lo si capì da subito: «Saranno i mercati a insegnare agli italiani come votare», proclamò l’eurocommissario tedesco Günther Oettinger, «massone reazionario», mentre lo spread saliva prontamente. Poteri forti: «Fu Bankitalia – dice Magaldi – a convincere Mattarella a negare il ministero dell’econonia a Paolo Savona, che era lì apposta per provare a cambiare le regole che ci penalizzano da decenni». Il resto è cronaca: lo stesso Salvini la buttò in caciara enfatizzando il problema-migranti, per nascondere il fallimento gialloverde. «Lui e Di Maio dovettero ingoiare il rospo: a loro, Bruxelles non concesse neppure un irrisorio incremento del deficit».Unico accenno di riforma, l’alleggerimento fiscale vagheggiato dal leghista Armando Siri, messo però fuori gioco da un semplice avviso di garanzia. «Salvini si arrese, staccando la spina». Elezioni? Macché: i 5 Stelle – pur di non perdere la poltrona – si aggrapparono al «partito di Bibbiano», abbracciando uno Zingaretti che, fino a tre giorni prima, giurava: «Mai, con quei populisti». Cambiarono i suonatori, ma non lo spartito: ancora e sempre rigore, vigilato dall’emissario di turno dei soliti poteri (Roberto Gualteri, Pd, forgiato dall’eterna tecnocrazia di Bruxelles). Obiettivo: tirare a campare, in un’Italia sempre più precaria e impoverita, senza nessuna speranza nell’unica svolta politico-economica ormai drammaticamente indispensabile: la rottamazione della grande bugia neoliberista, del debito pubblico come colpa nazionale. «Il “fratello” Draghi si è ricordato delle sue origini, citando il New Deal di Roosevelt: senza un massiccio intervento statale, l’economia frana nella spirale della crisi». E’ la lezione di Keynes, oggi rispolverata dal fronte massonico progressista che si oppone alle restrizioni catastrofiche imposte con l’alibi del Covid, tra le mille opacità della gestione italiana della pandemia più strana e più sospetta della storia. Un disastro, per gli italiani. Ma per “Giuseppi”, una grande occasione.Il piccolo, oscuro “avvocato del popolo” – mai sentito nominare da nessuno, prima del 2018 – si è trasformato di colpo in mini-dittatore, miracolato dal coronavirus proprio quando il suo governicchio incolore stava per cadere. «Conte ha sbagliato tutto quello che poteva: ha agito in ritardo nel creare zone rosse e ha permesso la grande “fuga” dalla Lombardia contaminata, poi ha chiuso gli italiani in casa facendo crollare l’economia e in più li ha lasciati senza aiuti: c’è ancora chi aspetta la cassa integrazione». Su che pianeta vive, il Conte che l’11 giugno si è stupito di essere accolto in piazza al grido di “buffone”? Ci tiene proprio, a replicare le gesta delle varie Maria Antonietta della storia? Non si era accorto, che l’esaperazione popolare sta per esplodere? Cattive notizie, per “Giuseppi”: un sondaggio di inizio giugno svela che è Mario Draghi l’italiano che oggi riscuote più fiducia. «Credo che a volte la storia sia sarcastica, ironica, beffarda», commenta Magaldi. «Il Conte che convoca gli Stati Generali, richiamando la Francia del ‘700, non sa che quell’assemblea portò direttamente alla rivoluzione contro chi l’aveva convocata?».«La storia dell’appello agli Stati Generali non andrà a finire bene nemmeno stavolta», dice Magaldi in web-streaming su YouTube. Una pessima suggestione storica: «Chi li aveva convocati nel 1789 credeva di poter manipolare il popolo, fingendo di concedere una consultazione vasta per il bene collettivo: in realtà si volevano propinare le solite ricette, che non concedevano significative riforme – economiche, politiche e sociali». La storia si ripete? «A un sempre più stralunato Giuseppe Conte (e ai suoi consigliori ancor più stralunati, tanto per le questioni comunicative che per quelle economiche e legislative), quella storia avrebbe dovuto consigliare di scegliersi un altro titolo, per questa convocazione», aggiunge Magaldi. «Ma credo ci sia una sorta di “cupio dissolvi”: ognuno persegue il proprio destino – e questo vale anche per Giuseppe Conte e i suoi, che avranno un destino di disfatta. Dunque, se ci sono gli Stati Generali, andranno a finire come nel caso della Rivoluzione Francese. E’ davvero uno scivolone clamoroso: significa quasi attribuirsi in partenza un esito catastrofico, come quello degli Stati Generali parigini».Magaldi annuncia un ultimatim che il Movimento Roosevelt presenterà a Conte entro una decina di giorni: «Faremo una proposta precisa, facile da attuare in tempi brevissimi, per ognuno degli attuali ministeri: c’è bisogno di sostenere gli italiani, subito, con azioni chiare e immediate». Precisa Magaldi: «Noi siamo laici, non “tribali”: non ci interessa chi fa le cose che servono, l’importante è che le faccia». Conte? «Deve liberarsi – testualmente – di tutte le pervicaci e rapaci cazzate che vengono anche dal piano Colao». Privatizzare quel che ancora ci resta: «Tutte storie già viste, stroncate molto bene da Giulio Sapelli, ottimo economista italiano che tiene alta la fiaccola keynesiana: Sapelli ha ricordato che le proposte di Colao assomigliano alle cose che si insegnano nelle scuole per manager, mal digerite e certamente poco adatte alla realtà concreta». Se il governo si libererà «dalle elaborazioni irrisorie che verranno da questi Stati Generali», tanto meglio: «Non ci sarà bisogno, il 5 ottobre, di scendere in piazza». Il problema è anche come affrontarla, la piazza: Magaldi sta creando la Milizia Rooseveltiana, qualcosa che in Italia non sè ancora visto.«Sarà un teatro nonviolento ma fermo, scomodo e inflessibile nel denunciare quello che non va e nel proporre soluzioni ragionevoli». Milzia? Ovvio il riferimento, autoironico, al fascismo delle origini, specularmente capovolto a partire dallo slogan: “Dubitare, disobbedire, osare”, anziché “Credere, obbedire e combattere”. «Mobilitare il popolo è un’operazione complicata, difficile: la maggior parte dei manifestanti sono irrisori, nelle loro dimostrazioni di piazza». Magaldi pensa ai Gilet Arancioni di Pappalardo: «I media li sfottono, come se ormai fosse una follia il solo fatto di protestare civilmente. Ma gli obiettivi che indicano – riforme costituzionali, uscita dall’Ue e dalla Nato – richiedono decenni, a prescindere da come li si giudichi». Sul fronte opposto, c’è l’increscioso modello-Sardine: «Molto rumore per nulla: proposte irrisorie se non pericolose per la democrazia, come la pretesa della censura sui social per i ministri». Magaldi ha le idee chiare: «Non è più tempo di analisi, ma neppure di manifestazioni inutili: si sfila e si intonano cori, ma non si porta a casa niente. Vedrete: finiranno nel nulla anche le manifestazioni contro Trump».Da dove deriva, Magaldi, le sue sicurezze? Ovvio, dalle informazioni riservate di cui dispone: il back-office del grande potere, che oggi è spaccato in due. Da una parte il “partito del lockdown” e della polizia sanitaria, dall’altra i partigiani della democrazia. Gli uni hanno usato il sistema-Cina per forzare la mano e deformare l’Occidente, mentre i loro avversari hanno investito sul più impensabile degli alleati – l’orco Donald Trump – per sfrattare dai piani alti i supermassoni “golpisti”, travestiti da democratici. Esempi? I Clinton: Bill ha relagato i pieni poteri a Wall Street, stracciando il Glass-Steagall Act (voluto da Roosevelt mezzo secolo prima) che impediva alla finanza speculativa di mettere in pericolo in risparmio privato. Quanto a Hillary, ha orchestrato le bolle di sapone dei vari Russiagate, obbedendo al “partito della guerra”. Di mezzo c’è stata la strategia della tensione planetaria gestita, secondo Magaldi, dalla superloggia “Hathor Pentalpha” creata dai Bush: roba loro, l’11 Settembre. Bottino: il saccheggio del Medio Oriente, grazie all’alibi del terrosismo islamico.«Osama Bin Laden – ricorda Magaldi – fu reclutato da Zbigniew Brezisinski in funzione antisovietica ai tempi dell’invasione dell’Afghanistan. Quello che pochi sanno – aggiunge l’autore di “Massoni” – è che Bin Laden fu iniziato alla superloggia “Three Eyes”, la stessa di Brzesinki e Kissinger». Poi i Bush lo dirottarono nella “Hathor”, «che più tardi affiliò anche Abu-Bakr Al Baghdadi, a cui venne dato il compito di mettere in piedi l’Isis, le stragi in Iraq e in Siria, i sanguinosi attentati in Europa». Fu lì, dice sempre Magaldi, che la piramide del potere occulto iniziò a incrinarsi: allo stesso saggio “Massoni”, forte di 6.000 pagine di documenti riservatissimi, hanno contribuito “grandi pentiti” del fronte oligharchico. Massonicamente, Magaldi li comprende: «Se sei consapevole del fatto che è stata la tua organizzazione, a fondare la modernità a colpi di rivoluzioni, un bel giorno puoi anche pensare di farne quello che vuoi, del mondo che hai fabbricato». Grave errore: «Noi progressisti li chiamiamo contro-iniziati: hanno tradito l’impegno massonico, che è per il bene di tutti, non di pochi. La loro è una filosofia: si sentono appartenenti a una sorta di “aristocrazia dello spirito”, si credono gli unici autorizzati a decidere i destini dell’umanità».Per questo, Magaldi li definisce neoaristocratici: «Vorrebbero ereditare il potere assoluto dell’aristocrazia di un tempo, che proprio i massoni abbatterono – in Francia, peraltro, anche con il contributo di elementi della stessa aristocrazia, e persino del clero: le logge del ‘700 erano davvero interclassiste». Discorsi che potrebbero sembrare lunari, non avessimo di fronte un tizio come “Giuseppi”, che qualcuno continua a scambiare per un politico dotato di un qualche spessore, e che ora s’è messo in testa di convocare a settembre gli Stati Generali, come quelli che nel 1789 scavarono la fossa alla corte di Parigi. Magaldi è drasticamente esplicito: «C’è un lavoro possente, condotto ai piani alti: aspettatevi di tutto, nelle prossime settimane». Qualcosa, a dire il vero, s’è già visto: in tempo di pace, non sarebbero mai circolate intercettazioni come quelle che imbarazzano Renzi (i servizi italiani utilizzati per fabbricare prove false contro Trump per il Russiagate) e che travolgono il capo dell’Anm, Palamara, impegnato a trescare col Pd per tagliare le gambe a «quella merda di Salvini», in una palude maleodorante di favori. Ma il bello deve ancora arrivare, assicura Magaldi: crolleranno pezzi interi di establishment.La partita italiana ha rilievo mondiale, insiste Magaldi: solo da qui si può pensare di scardinare l’attuale euro-sistema, che lascia Conte in mutande e gli italiani in bolletta persino di fronte al Covid. «Il governo va incalzato con proposte che non potrà rifiutare: soluzioni ragionevoli, da attuare subito». Giorno per giorno, gli italiani vedono la reale dimensione del dramma: il Mes è un piccolo imbroglio, il Recovery Fund resta un miraggio. Serve qualcuno che, finalmente, prenda il toro per le corna e pretenda quello che ci spetta: miliardi, per uscire dal coma. E non solo: va sfidato, una volta per tutte, il regime bugiardo dell’austerity. Nessuna legge economica vita di metter mano a una super-spesa pubblica, in tempi di crisi. Occorre agire. Se non ora, quando? «Il 5 ottobre, se Conte non ci avrà ascoltato, scenderà in campo la Milizia Rooseveltiana», annuncia Magaldi. «Le nostre idee devono camminare sulle baionette (nonviolente) della nostra capacità rivoluzionaria, pacifica e gandhiana, che però si esercita in piazza».«Occorre mobilitare sempre più persone, in modo costante e veemente, che gridino il loro “basta”. Persone accigliate, severe. Persone che non hanno più voglia di ridere, perché c’è poco da ridere. Questo è un momento gravissimo, per le sorti dell’umanità e del popolo italiano». Non è più tempo di blog e video su YouTube, di manifestazioni innocue e velleitarie, di analisi acute e controcorrente. «Il punto vero è che poi, queste cose, devono diventano azione (nonviolenta), perché solo nell’azione ci si unisce, e si diventa popolo sovrano». L’azione vera – scandisce Magaldi – è quella di chi dice, «di fronte al potere, al popolo e a quei giornalisti che hanno ancora la schiena diritta», quali sono le cose che si potrebbero fare in uno, due o tre mesi. «La soluzione, oggi, non è nell’infinita analisi e nell’infinito racconto: arriva un momento, che è quello dell’azione». Per inciso: mezzo mondo sta osservando l’Italia, che finora a subito ogni imposizione ma sta cominciando ad agitarsi. Gli Stati Generali a settembre? Brutta storia: per Conte e Colao finirà malissimo, profetizza Magaldi. A una condizione: che a scendere in campo, finalmente, siano gli italiani. Non bastano, le élite democratiche: serve il popolo, per rivoluzionare la governance. Per chi non l’avesse ancora capito: la sgangherata Italia è l’epicentro di questo terremoto mondiale.E bravo “Giuseppi”: non lo sa che gli Stati Generali portano male a chi li convoca, specie se non è esattamente in buona fede? Nel 1789, in Francia, condussero velocemente alla Presa della Bastiglia: oggi il piccolo capo di questo Governo della Paura vuol proprio fare, il prossimo settembre, la stessa fine di Luigi XVI? «Anche noi lo aspetteremo al varco: ma anziché il 14 luglio, anniversario dell’inizio della Rivoluzione Francese, gli daremo tempo per meditare sull’ultimatum che riceverà entro una decina di giorni. Gliene chiederemo conto il 20 settembre, ricorrenza della Breccia di Porta Pia. E se non saremo stati ascoltati, scenderemo in piazza il 5 ottobre: data che ricorda la Marcia delle Donne, quando anche le cittadine francesi nel fatidico 1789 fecero rotta sulla reggia di Versailles per reclamare i loro diritti». Gioca con le date, Gioele Magaldi: ma il titolo del gioco è inequivocabile, si chiama rivoluzione. «Grandi cose accadranno, in questi mesi, dietro le quinte del potere: ci saranno botte da orbi, grazie alle manovre intraprese dalla massoneria progressista». Ma la notizia è un’altra: «Nessuna rivoluzione ha mai avuto successo, senza il determinante contributo del popolo».