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Abbiamo un sogno: facciamo vincere l’Italia, quella vera
I have a dream: un giorno l’Italia si sveglierà diversa e migliore, perché avrà finalmente riscoperto se stessa. Un paese reale che ha voglia di futuro, e non è rassegnato a subire per sempre lo spettacolo dell’ordinaria indecenza organizzato per mascherare la mediocrità di un potere impotente, incapace di opporsi al declino. C’è un’Italia che da tempo si è messa in cammino: in televisione non la si vede, ma sta combattendo ogni giorno porta a porta, casa per casa, per darsi coraggio e programmi, basati sulla civiltà della conoscenza: ecologia, ricerca, energia pulita, lavoro e diritti, dignità. Valori in campo nella vita quotidiana: perché non anche alle elezioni?
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Fazio: la Rai ha paura della trasmissione con Saviano
Mafia e politica, scandali ed emergenze sociali: dai rifiuti alle carceri, fino alla ricostruzione all’Aquila. Senza trascurare la guerra dei dossier e la “macchina del fango” per delegittimare gli avversari. «Capisco che sono argomenti che fanno paura», si sfoga Fabio Fazio, annunciando che la Rai – dopo “Annozero” e “Report” – sta cercando di ostacolare anche l’attesa trasmissione con Roberto Saviano, in partenza l’8 novembre: manca ancora il via libera ai contratti per gli ospiti, tra cui Paolo Rossi, Antonio Albanese e il Premio Oscar Roberto Benigni. «Così il programma non può andare in onda», afferma il conduttore: «E’ un momento in cui la tv non può permettersi di raccontare la realtà».
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La vita agra di Bianciardi, profeta anarchico a Milano
Abbiamo bisogno, noi occidentali, in questa epoca malata e volgare, di Luciano Bianciardi. Ex-Cogita e Isbn Editore, nella collana L’Antimeridiano, ne pubblicano oggi l’opera completa. Ed è un bene. Così ne potremo maneggiare, in un sol colpo, romanzi, saggi, articoli, diari. Maremmano trapiantato a Milano negli anni Cinquanta, Bianciardi lascia moglie e figli per andare a lavorare come traduttore in una casa editrice della capitale lombarda. Il sottoscritto, che condivide con lo scrittore una parte di cognome e le radici toscane, lo “incontra” casualmente per la prima volta ai tempi del liceo.
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Sos diritti: Fiom nel mirino perché fa paura al potere
Il momento è buio: l’attacco ai diritti del lavoro – corollario della Grande Crisi, “inevitabile” per Fiat e Confindustria, dato che la globalizzazione indebolisce le produzioni europee non più competitive – nasconde in realtà forti pericoli per la vita democratica, mettendo a rischio la tenuta sociale sistema-Italia. Questo spiega la vastissima adesione alla manifestazione nazionale indetta dalla Fiom il 16 ottobre a Roma, in un clima di possibile tensione evocato dal ministro dell’interno Maroni. «Da direttore di “PeaceReporter”, oltreché da cittadino, non posso non accorgermi della pericolosità di questo momento storico», scrive Maso Notarianni, alla guida del newsmagazine indipendente italiano che da anni funge da “sentinella” delle crisi.
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Serbia ostaggio della mafia: dietro gli ultras, i boss
Ultranazionalisti e signori della droga: sarebbero loro a manovrare gli ultras del calcio, trasformandoli in teppisti a comando. Obiettivo: mettere in croce il governo di Belgrado e frenare la sua marcia di avvicinamento all’Europa. Le nuove regole metterebbero fine a monopoli e rendite di posizione: i vecchi boss di Belgrado temono di perdere il controllo dei loro traffici se la Serbia entrerà nell’Unione Europea. «Dietro i passamontagna e i tatuaggi con la croce ortodossa c’è una scia di soldi, ma risalirla non è semplice», scrive Giulia Zonca su “La Stampa”. Nomi diversi, ma identikit simili: gente che vuole destabilizzare la Serbia e tenerla lontana da Bruxelles, in ostaggio dei vari gruppi estremisti o criminali.
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Sepùlveda: Cile ipocrita, pensi alla sicurezza dei minatori
«Quando ci colpisce un temporale o ci scuote un terremoto, quando il Cile non può più essere sicuro delle sue mappe, dico infuriato: viva il Cile, merda!». Cita queste parole del poeta Fernando Alegrìa lo scrittore Luìs Sepùlveda, per spiegare che il suo «è un paese che cresce nelle tragedie», salutando la liberazione dei 33 “mineros” estratti in salvo tutti quanti, dopo settanta giorni, dalla miniera San José nel deserto di Atacama. Autore di un intervento per il quotidiano “La Repubblica”, Sepulveda critica il trionfalismo del governo cileno: è il primo responsabile, accusa lo scrittore, del dramma che ha imprigionato in fondo al pozzo i minatori, costretti a lavorare senza le necessarie condizioni di sicurezza.
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Rai faziosa? I finiani: basta canone, privatizziamola
Telegiornali faziosi, editti per mettere al bando trasmissioni scomode e “persecuzioni” come quella che torna a colpire Michele Santoro, su cui incombe la nuova sospensione di “Annozero” decretata dal direttore generale Mauro Masi per punire il conduttore, colpevole di averlo mandato a quel paese in prima serata dopo l’estenuante ostruzionismo contro il programma giornalistico di maggior successo? Una via d’uscita definitiva esiste: è venuto il momento di privatizzare finalmente la televisione di Stato, annuncia “Futuro e libertà”. Fine del canone Rai, stop alla censura politica, servizio pubblico distribuito sulle emittenti private e finanziato con una tassa sugli spot pubblicitari.
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Strage infinita: non chiamatela più missione di pace
Stiamo entrando nel decimo anniversario della guerra contro l’Afghanistan: è un momento importante per porci una serie di domande. La guerra in Iraq, i suoi orrori e la sua ufficiale conclusione hanno confermato negli ultimi giorni la totale inutilità di queste ‘missioni di morte’. Le sevizie compiute nel carcere di Abu Ghraib e in quello di Guantanamo, i bombardamenti al fosforo della città di Falluja nella infame operazione Phantom Fury non hanno costruito certo né pace né democrazia, ma hanno moltiplicato in Iraq il rancore e la vendetta. Altrimenti perché sono orami centinaia i soldati degli Stati Uniti, del Canada e del Regno Unito che si suicidano, dopo essere tornati dall’Iraq e dall’Afghanistan?
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Val Susa, protesta-fiume: 50.000 No alla Torino-Lione
Cinquantamila “no” alla Torino-Lione: 25 sindaci in fascia tricolore ad aprire sette chilometri di corteo, con davanti una ventina di trattori della Coldiretti e 70 mucche. «Ci vogliono cancellare? Hanno sbagliato tutto». Sandro Plano, presidente della Comunità Montana, incarna la “resistenza” della valle di Susa contro la Tav Torino-Lione. Dalla manifestazione-fiume del 9 ottobre, attacca: «Scandaloso che il governo ci escluda dal tavolo di lavoro a Roma il 14: non vogliono parlare con chi è contrario all’alta velocità, cioè la stragrande maggioranza». Cinque anni dopo il trionfo popolare del 2005, che bloccò il primo progetto, la valle di Susa è di nuovo pronta a fermare il super-treno dei misteri: chi vuole la Torino-Lione continua a non spiegare, cifre alla mano, a cosa servirebbe l’opera pubblica più costosa d’Italia.
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I pompieri: esplosioni prima del crollo delle Twin Towers
«Alla terza esplosione, la torre ci è crollata addosso». Lo dice un vigile del fuoco di New York l’11 settembre 2001, reduce dalle macerie fumanti di Ground Zero: i soccorritori hanno udito distintamente tre grandi esplosioni, secondo loro responsabili del disastro. Esplosivo, dunque, collocato fra le strutture portanti delle Torri Gemelle? Il video, girato poco dopo il crollo e a lungo tenuto riservato, è stato solo ora diffuso dal Nist, l’istituto tecnico statunitense coinvolto nelle discusse indagini ufficiali sulla tragedia, dopo una causa legale da parte dell’International Center for 9/11 Studies. Ennesimo tassello a suffragio della “teoria del complotto”: a far crollare le Twin Towers sarebbero stati potenti ordigni incendiari?
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Feltri: rassegnatevi, io non prendo ordini da nessuno
«Ormai ho 67 anni, non ho più necessità economiche: posso benissimo andarmene a casa». A colloquio con Daria Bignardi, a “Le invasioni barbariche” (in prima serata su “La7” l’8 ottobre, poche ore dopo la perquisizione del “Giornale” per le presunte minacce a Emma Marcegaglia), Vittorio Feltri si è difeso a testa alta, contrattaccando. Tecnicamente “direttore editoriale” dopo la sospensione inflittagli dall’Ordine dei Giornalisti in seguito al caso Boffo, il leader del quotidiano della famiglia Berlusconi, accusato di praticare l’arte oscura del killeraggio sistematico contro gli avversari del premier, ha esibito orgoglio e fierezza della propria indipendenza intellettuale. Le sue ruvide campagne di stampa? Sono il sale del suo giornalismo: offensivo anche solo pensare che possano essere suggerite dall’azionista editoriale-politico.
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Freccero: anche il web è schiavo del pensiero unico
Sì, mi sono pentito. Anche se tutto era già scritto, era nelle cose. E sarebbe avvenuto anche a prescindere da Berlusconi. Noi non abbiamo fatto altro che accompagnare il processo di americanizzazione della società italiana. Quella sì che è stata come un’esplosione. La globalizzazione ha trasformato il produttore in consumatore, ha demolito le classi sociali, le ha trasformate. E alla classe ha sostituito l’individuo. Tutto questo è avvenuto prima della caduta del Muro. La politica è crollata dopo che il capitale finanziario ha soggiogato il capitale industriale. E quando le lotte operaie sono state sconfitte, con esse è sparito il contraltare critico a quanto stava avvenendo.