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Iran: arrestato il regista Panahi, Leone d’Oro a Venezia
Il regista iraniano Jafar Panahi, già vincitore del Leone d’oro a Venezia e una delle voci più critiche del presidente Mahmud Ahmadinejad, è stato arrestato la sera del 1° marzo a Teheran con la moglie e la figlia da agenti dei servizi di sicurezza. Panahi e famiglia erano già stati arrestati una prima volta il 30 luglio 2009 (e poi rilasciati dopo alcune ore) mentre prendevano parte alle commemorazione di Neda Aqa-Soltan, la ragazza divenuta simbolo dell’Onda verde. Successivamente, al regista è stato impedito di presenziare ai festival cinematografici di Mumbai, in ottobre, e di Berlino, il mese scorso.
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Pedofilia e violenze sui minori: delirio di dominio
Quando si sente parlare di violenza sessuale e di pedofilia, nonostante lo stupore e il raccapriccio che queste cose suscitano, di solito si pensa che questo sia un mondo lontano da noi, dovuto ad atti di persone perverse che si spera di non dover mai incontrare. Facciamo fatica a credere che chi abusa, come ad esempio i pedofili, non rappresenta un piccolo numero di persone. In Italia oltre il 90% degli abusi sui minori avviene in famiglia, da parte di padri, nonni, zii, conviventi della madre, con una vita “normale” fatta di casa, lavoro, chiesa, relazioni sociali…
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Santoro: no al bavaglio, edizione-pirata di Annozero
«Faremo una puntata di “Annozero” il 25 marzo, alla vigilia delle elezioni. Non so dove, né come. In piazza, su Internet, ma la faremo». Michele Santoro reagisce così alla confermata cancellazione dei talk giornalistici ad un mese dalle regionali. Il conduttore di “Annozero” torna in trincea per la libertà di stampa, ma stavolta non da solo: accanto a lui ci saranno il sindacato dei giornalisti, Giovanni Floris di “Ballarò”, l’opinionista del centrodestra Gianluigi Paragone (“L’ultima parola”, RaiDue) e persino Bruno Vespa, che pure accusa Santoro di aver creato il clima che oggi porta all’inedita sospensione “elettorale” di quattro programmi Rai.
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Minacce di morte al portavoce No-Tav: vi scanniamo
«Brutto figlio di puttana, le stalle che abbiamo bruciato erano solo un avvertimento. Ora passeremo ai cristiani: vi veniamo a prendere mentre dormite, vi scanniamo come maiali e vi squagliamo nell’acido». Questo il contenuto della lettera anonima recapitata nei giorni scorsi ad Alberto Perino, leader popolare del movimento No-Tav della valle di Susa. Una minaccia «di chiaro stampo mafioso», da parte di chi si attribuisce anche la paternità dei roghi notturni che hanno devastato i “presidi” No-Tav di Bruzolo e Borgone, simbolo della resistenza civile della valle contro la contestatissima linea ferroviaria veloce.
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Zingari e terroni, i giovani precari diventano razzisti
Che fine hanno fatto i giovani? Quelli aperti a ciò che è nuovo, diverso? Quelli che l’attrazione per le differenze, la curiosità di conoscere l’altro da sé è più forte della comodità di accontentarsi del già visto, del già dato, del comodo? Quelli che fanno migliaia di chilometri per conoscere l’esotico? Ora che tutto questo se lo ritrovano in casa gli sbattono la porta in faccia? Viene da pensarlo quando si scorrono i risultati di una ricerca condotta su duemila ragazzi, su iniziativa dell’Osservatorio della Camera sui fenomeni di xenofobia e razzismo.
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Se la politica si suicida, non resta che la corruzione
Mettiamo le cose in chiaro: la magistratura, le inchieste, le intercettazioni, gli indagati e gli arresti non c’entrano (quasi) nulla. La questione è tutta politica. E della politica. Anche perché, altrimenti, il garantismo estremizzato diventa una sudditanza uguale e contraria al giustizialismo esasperato: fino a quando non si è condannati in terzo grado tutto è ok, tutto fila liscio, tutti sono irresponsabili. E così ogni decisione politica, ogni scelta e ogni giudizio di merito sono delegati, nel bene e nel male, alla magistratura. Come se i giudici fossero il centro di gravità permanente di ogni potere democratico.
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Crimini franchisti, la Spagna teme l’inchiesta di Garzón
Il vero e proprio ostracismo con cui «la parte antidemocratica della Spagna» vuole colpire il giudice Baltasar Garzón non è una questione interna spagnola, ma riguarda l’intera Europa e il suo futuro: se la prospettiva del vecchio continente sarà ancora di democrazia liberale, o se sulle macerie di una divisione dei poteri ormai invisa agli establishment si affermeranno sempre di più «le tentazioni di un modello neo-totalitario, alla Putin, alla Berlusconi». In gioco, nel “caso Garzón”, è infatti l’autonomia europea della magistratura e il suo futuro democratico.
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Video choc, Google condannata: web sotto processo?
Un ragazzino disabile insultato e picchiato da alcuni compagni in un istituto tecnico di Torino. Il filmato, girato col telefonino nel maggio 2006 e caricato su Google nella sezione “video più divertenti”, dove è rimasto fino al 7 novembre prima di essere rimosso, è costato al provider statunitense una storica condanna, per violazione della privacy, inflitta dal tribunale di Milano a tre dirigenti di Google. Sconcerto nel mondo: «Colpito negativamente» dalla decisione l’ambasciatore americano a Roma, David Thorne, perché «il principio fondamentale della libertà di Internet è vitale per le democrazie». Per i pm, invece, la sentenza «tutela la dignità delle persone».
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Stefano Cucchi, morte oscurata dalla Tac scomparsa?
La situazione è diventata intollerabile. Il travaglio della famiglia Cucchi non finisce, e non soltanto per la perdita di Stefano. Tra burocrazia e reticenze, infatti, non riesce a proseguire senza intoppi sulla strada che porta alla verità sulla morte del giovane, avvenuta pochi giorni dopo il suo arresto. Una verità che non ripagherebbe di certo i familiari per la sua scomparsa, ma che almeno spazzerebbe via l’inquietudine del dubbio. Anche se Giovanni, Rita e Ilaria un’idea su come siano andate le cose ce l’hanno, ma vogliono poterla dimostrare. E per farlo servirebbe anche quella Tac che, seppur richiesta, non viene fuori.
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Cardini: guerra vicina, l’unica bomba dell’Iran è l’euro
Una dittatura che si regge su brogli elettorali, che minaccia Israele, che si sta fabbricando l’atomica e quindi sta per essere isolata dal resto del mondo? «Calunnie, falsità totali». L’insigne medievista Franco Cardini non ha dubbi: sull’Iran sta per concentrarsi la stessa tempesta che travolse l’Iraq. Innescata dal medesimo copione basato su identiche premesse: disinformazione e menzogne. Perché a far tremare gli Usa non è l’improbabile atomica degli ayatollah, ma il nuovo “cartello” petrolifero del Golfo, basato non più sul dollaro ma sull’euro: «E’ quella l’unica vera bomba nucleare iraniana».
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Basta pubblicità, inventiamoci lo Smarketing
«Se sei in bici e devi gareggiare con una Ferrari, è inutile pedalare più in fretta: meglio tagliare per i vicoli, dove a vincere non è il più forte ma il più agile». Teoria e pratica di una nuova strategia di comunicazione: lo Smarketing. Questa la filosofia di Marco Geronimi Stoll, pubblicitario pentito e addirittura “disertore”, che dopo anni di marketing agguerrito ora insegna a «difendersi» dalla pubblicità. Meglio: a inventare un altro tipo di comunicazione, etica e anti-consumista, per chi ama l’ambiente, la filiera corta e la decrescita.
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Ambientalisti della domenica, per un pugno di voti
Ha un senso chiudere le città alla circolazione automobilistica la domenica, quando il traffico è già di per sé scarso, con l’ambizione di ripulire l’aria e le coscienze per qualche ora, in attesa che arrivi il lunedì con il classico corollario di tangenziali intasate, ingorghi e volumi di traffico schizofrenici? Ha un senso decidere i blocchi della circolazione domenicali senza curarsi minimamente delle condizioni meteorlogiche, quando sabato è appena arrivato il vento di favonio a ripulire l’aria o lunedì sono previste precipitazioni che abbatteranno una parte degli inquinanti presenti in atmosfera?