Archivio del Tag ‘media’
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Barack Obush, l’America in declino venderà cara la pelle
Che significa e come si è svolta l’oscura uscita di scena di Osama bin Laden? Che fine ha fatto Al-Qa’ida, ed è mai stata come ci hanno raccontato? Chi sta andando al potere in Egitto e altrove, dopo le primavere arabe, e in che modo gli Stati Uniti tentano di controllare la riorganizzazione del potere? Chi sono i cirenaici a sostegno dei quali gli Usa e noialtri abbiamo deciso di far guerra a Gheddafi? Eroici difensori della libertà o i complici di turno dell’impero? Che svolgimento avranno i tesissimi rapporti con Iran e Siria? In che modo la crisi dei Paesi europei più deboli è legata alla guerra euro-dollaro? E che cosa stanno tentando di fare gli Stati Uniti, segretamente o meno, per controbilanciare la rapidissima ascesa cinese?
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Milioni in piazza con Assad, la Siria smentisce i nostri media
Milioni di siriani sono scesi in piazza in tutto il paese, martedì 21 Giugno 2011. La folla era un oceano a Damasco, Aleppo, Homs e Tartus. Questo scenario, nei deboli richiami sui siti dei quotidiani nostrani, si riduce a «migliaia di lealisti». La notizia viene nascosta, ma sarà difficile farlo a lungo. Quale notizia? Che esistono basi di consenso reali per le riforme annunciate dal presidente Bashar al-Assad nel suo discorso all’università di Damasco. Nel registrare questo consenso non parliamo di favoriti del regime che difendono privilegi. Non ha senso ridurre un evento simile a una misura così meschina, quando le strade proprio non ce la fanno a contenere la massa umana.
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Missione compiuta: chiude Annozero, Santoro verso La7
Michele Santoro lascia la Rai. E si avvicina sempre più a La7, con cui ha pronto l’accordo di massima con la rete. Lo conferma anche Enrico Mentana, direttore del tg della rete, che durante l’edizione serale il 6 giugno dichiara: «Santoro a un passo da La7. Se verrà da noi potrà fare quello che vuole». Ad attenderlo, non solo l’attualità, ma anche le docufiction. Dopo anni di battaglie, anche giudiziarie, arriva così la separazione tra il conduttore e la tv pubblica. Separazione però “consensuale” e in parte anticipata nel pomeriggio dalla misteriosa sparizione di ‘Annozero’ dal palinsesto di Rai2 e dalle voci degli ultimi giorni.
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Pakistan, ucciso reporter: svelò i rapporti tra 007 e Al Qaeda
Ucciso dagli 007 del Pakistan per aver ipotizzato legami tra l’intelligence di Islamabad e Al-Qaeda? Si chiude tragicamente la vicenda del giornalista Syed Saleem Shahzad, corrispondente per media italiani, scomparso nella capitale pachistana il 29 maggio: il suo cadavere è stato ritrovato, con segni di tortura, nei pressi della sua auto a 150 chilometri dalla città. “Human Rights Watch” punta il dito contro l’Isi, il servizio segreto militare per Pakistan, addestrato dalla Cia: «Solo loro avrebbero potuto sequestrare un giornalista nella capitale e farlo sparire senza lasciare tracce: e Shahzad era minacciato proprio dall’Isi». Il sospetto: aveva indagato sulle “relazioni pericolose” tra gli 007 e i Talebani, in passato al centro di inquietanti interrogativi anche su attentati ufficialmente attribuiti ad Al Qaeda.
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La Cina sospende la pena di morte, e nessuno ne parla
La notizia che la Corte suprema cinese abbia dichiarato una moratoria di due anni sulla pena di morte è una splendida ed importantissima novità che meriterebbe la prima pagina sui giornali. Va celebrata come un grandissimo trionfo di chi da sempre si è battuto contro la pena di morte anche in quel grande paese. Tuttavia c’è qualcosa che stride… Come si spiega infatti che, dopo aver dedicato migliaia di articoli a denunciare l’uso della pena di morte in Cina, oggi i nostri media non raccolgano i frutti di un successo che in teoria è anche un po’ loro?
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Noi che non abbiamo mai “dovuto” ammazzare nessuno
Che ne sappiamo, in fondo? Come possiamo sapere cos’è realmente accaduto, dietro la cortina spesso fumogena delle news, dal fatidico 11 settembre 2001 al misterioso blitz di Abbottabad in Pakistan – culminato, secondo il presidente Barack Obama, con la cattura e l’uccisione di Osama Bin Laden, il “ricercato numero uno”, incolpato nientemeno che dell’attacco alle Torri, ovvero l’attentato terroristico più controverso e sconvolgente della storia? Che cosa sappiamo, davvero, di tutto quello che i media ci hanno raccontato, fino all’epilogo narrativo della villa-bunker? Lasciamo perdere i dettagli, taglia corto l’ex ministro Gianni De Michelis: l’esperienza consiglia di rassegnarsi a sorvolare su queste “operazioni coperte”, da cui è onestamente impossibile pretendere – specie a caldo – ricostruzioni attendibili.
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Giallo Bin Laden, caccia alle streghe e «asini che volano»
Cari amici, stiamo entrando in guerra. «Feste per la morte del nemico. Feste tribali. Orwell che domina». Nessuno si cura di verificare nulla, prevalgono il tifo e la voglia di soluzioni sbrigative, riservando «aggressioni squadristiche» a chi osa avanzare dubbi: «Siamo sul filo della caccia alle streghe contro tutti coloro che non credono agli asini che volano». Giulietto Chiesa, indiziato di “complottismo” per aver guidato la schiera dei non-allineati (alla versione ufficiale), in queste ore è tornato in trincea. Tesi: non c’è ancora uno straccio di prova che Osama Bin Laden sia stato ucciso, tantomeno nel modo che ci è stato riferito: ci sono solo voci, contraddizioni e misteri. Tutto falso, dunque? No, non possiamo dirlo: perché in realtà non sappiamo niente. Eppure, tutti hanno creduto alla versione ufficiale. Pronti, domani, a credere ad altre “notizie” sulla vera guerra già cominciata, quella contro i poveri del pianeta?
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Bin Laden, morte fantasma: «Quella foto è un falso»
Attenti: quella foto è un trucco realizzato con Photoshop. Lo scetticismo dilaga sul web, anche in Italia grazie a “PeaceReporter”: «L’immagine di Bin Laden morto è un banale fotomontaggio». Morte-fantasma, dopo una vita-fantasma? Peggio: il corpo del leader di Al Qaeda sarà (o è già stato) sepolto in mare. Lo “sceicco del terrore”, a suo tempo reclutato dalla Cia per combattere in Afghanistan contro i sovietici, rischia così di sparire dalla scena senza lasciare tracce. Alimentando nuovi sospetti, anche se difficilmente il decesso sarà smentito da un video: per gli Usa, dove le folle festeggiano in strada, sarebbe una catastrofe. Le domande però restano: Osama Bin Laden è davvero morto? Dov’è il suo corpo? E’ proprio autentica la foto presentata come quella del suo cadavere?
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Boia e stupratori: l’altro Wojtyla, che i media dimenticano
Il primo maggio, occupando in maniera per niente casuale una data tradizionale del mondo del lavoro e della sinistra laica, Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II, sarà beatificato appena sei anni dopo la morte. Per la chiesa cattolica è uno scalino necessario verso la santità. Anche se circa due milioni di fedeli starebbero viaggiando verso Roma in queste ore, l’opera di Wojtyla mantiene aspetti polemici, rigorosamente dimenticati in questi giorni per le sue omissioni nelle denunce dei casi di pedofilia, per la sua alleanza con le dittature latinoamericane e con prelature discusse come l’Opus Dei e i Legionari di Cristo o per la sua guerra senza quartiere contro la modernità, la Chiesa di base e lo spirito del Concilio Vaticano II.
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Occulto Italia, viaggio nelle sette che fabbricano leader
Scientology sarebbe entrata per alcuni anni nelle scuole italiane come ente formatore sotto le vesti di “Applied Scholastics” quando Letizia Moratti era ministro dell’Istruzione, mentre l’agopunturista ed ex dipietrista Scilipoti ha fondato il “movimento olistico” facendosi consigliare dal gruppo piemontese di Damanhur. Le sette sono tra noi e fanno proseliti: rappresentano grandi network, hanno bisogno della politica e intrecciano rapporti di scambio. Soprattutto, promettono felicità immediata: saranno le religioni di domani? E’ la domanda alla quale tentano di rispondere Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli, autori del libro-inchiesta “Occulto Italia”. Viaggio in un mondo invisibile: nel quale si entra facilmente, spesso restandone coinvolti. E senza una legge che tuteli chi vuole andarsene.
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Gli Usa: stiamo perdendo il controllo sull’informazione
«C’è una guerra dell’informazione, e noi la stiamo perdendo». A lanciare l’allarme è Hillary Clinton, di fronte alla commissione esteri del Senato americano: la Clinton invoca nuovi finanziamenti, per «tornare a giocare la partita». I media statunitensi, accusa il Segretario di Stato, stanno perdendo terreno: a vantaggio innanzitutto di Al-Jazeera, la “Cnn araba” del Qatar, ma non solo. «I cinesi hanno aperto un network televisivo multi-lingue globale, i russi hanno creato un network in inglese: l’ho visto in diversi Paesi ed è stato molto istruttivo». “Russia Today”, canale televisivo russo citato dalla Clinton, su YouTube conta 300 milioni di visite, mentre la Cnn solo tre.
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Il sud del mondo rivuole quel che gli abbiamo rubato
Rivoluzione democratica del mondo arabo? Per favore, chiamiamo le cose col loro nome: non è che i maghrebini e i mediorientali vogliano “finalmente” anche per sé la “nostra” magnifica democrazia liberale; svegliati da Internet e dalla tv satellitare, che rivela i nostri standard di vita, ora pretendono semplicemente che le loro vaste ricchezze siano resitituite e condivise, sottratte all’indegna custodia di dittature e satrapie che hanno finora sequestrato e derubato interi popoli per spartire il bottino petrolifero tra pochi intimi, a tutto vantaggio del business privilegiato occidentale. Restituzione del maltolto: questa la chiave del terremoto in corso, secondo lo storico Franco Cardini. Terremoto che parte dal Maghreb ma potrebbe coinvolgere l’intera Africa.